Nomi di luoghi che riemergono oggi a causa dell’odierno conflitto ucraino. Bastioni di fortezze abbandonate, dove furono combattute incredibili battaglie campali come a Przemyśl, finito sulle prime pagine dell’epoca per l’imponente assedio russo, oggi tornato nelle notizie di cronaca in quanto punto di arrivo per i rifugiati ucraini e punto di partenza degli aiuti internazionali. Un viaggio per riscoprire i luoghi di prigionia dove si combatterono alcune delle più importanti battaglie della Grande Guerra.
Nata con lo scopo di ricordare le sofferenze di chi ebbe a combattere quella guerra e di non dimenticare il costo del sacrificio umano, la mostra guida il visitatore verso una più profonda comprensione del valore della pace e dell’Unione Europea che, da oltre 70 anni, previene il crearsi di nuovi conflitti armati entro i propri confini.
Il progetto è il risultato di un lungo lavoro pluriennale. L’autore si è recato lungo tutto l’arco alpino passando dalla Slovenia, dall’Italia e dall’Austria lungo quello che fu il fronte italo-austroungarico della Prima Guerra Mondiale, raggiungendo campi di battaglia a oltre tremila metri di quota. Nel 2017, con una lunga e delicata missione fotografica, ha attraversato i Monti Carpazi, per ricordare il dimenticato fronte orientale raggiungendo l’Ungheria, l’Ucraina, la Polonia, la Slovacchia e la Repubblica Ceca. La mostra è accompagnata da oggetti e documenti provenienti dai fondi dell’Archivio e dai depositi delle Civiche Raccolte Storiche.
La mostra è visitabile a ingresso gratuito nei seguenti orari di apertura: da martedì a venerdì 9.30-18.30; sabato e domenica 10.00-17.30; lunedì chiuso.