L’idea di esistere in qualità di oggetto attivo nel tempo e nello spazio si manifesta nella prima performance pubblica dell’artista, impegnata all’epoca in una ricerca più strettamente concettuale. Prefiguratrice di quanto la consapevolezza politica diverrà importante nel percorso di Piper, l’opera Five Urelated Time Pieces (Meat into Meat) del 1969, prende le mosse da una performance privata durata tre giorni e racconta le contraddizioni di una relazione domestica in cui lei stessa, una donna che si avvia al vegetarianismo e inizia a interessarsi al femminismo, prepara il pasto, fatto di carne animale, per il suo compagno dell’epoca, David Rosner, un marxista convinto e politicamente impegnato.
Untitled Performance at Max’s Kansas City è stata realizzata nel 1970 all’interno dell’eponimo bar in occasione del The Saturday Afternoon Show. Come si vede nelle foto che documentano l’accaduto, Adrian Piper, isolando se stessa dall’ambiente circostante attraverso l’ottundimento dei sensi grazie a guanti, paraocchi, tappa-naso, tappi per le orecchie, si muoveva tra i tavoli e gli avventori del bar, seguita dalla fotografa. A seguito di questa esperienza, nel tentativo di misurarsi davvero con un pubblico inconsapevole e non deputato all’arte, nello stesso anno Adrian Piper inizia ad agire nello spazio urbano. Nascono così le Catalysis, in cui lei stessa diventa oggetto catalizzatore delle reazioni altrui.
È poi con la performance del 1975 Some Reflected Surfaces che si afferma l’importanza della danza all’interno della ricerca artistica di Adrian Piper, nel contesto del graduate student lounge dell’Harvard Philosophy Deparment. Qui fa la sua apparizione una versione transgender dell’alter ego maschile dell’artista - The Mythic Being, nato nel 1973 - che indossa baffi, parrucca e occhiali da sole. L’obiettivo è quello di esplorare le possibilità dell’esperienza di qualcuno con la sua stessa storia genetica, quella di riconosciuta discendenza africana, ma con un genere e un aspetto esteriore diversi dal suo. The Mythic Being diviene una presenza ricorrente nell’opera di Adrian Piper fino al 1976.
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