Dal 12 aprile al 23 giugno 2024 è aperta al pubblico a Milano la mostra Abbandonare il locale, prima grande personale in Italia dedicata all'artista David Horvitz. L'esposizione è allestita all'interno di un ufficio dismesso nel contesto del progetto di rigenerazione urbana Bim: dove Bicocca incontra Milano nel cuore del quartiere Bicocca a Milano (ingresso gratuito da viale dell’Innovazione 3), ed è curata da Nicola Ricciardi, direttore artistico di Miart 2024, che ha selezionato insieme a Horvitz oltre 20 opere che ripercorrono altrettanti anni di carriera.
Nato a Los Angeles, dove vive e lavora, Horvitz utilizza una disparità di media - dalla fotografia alla performance, dai libri d'artista al suono, dalla gastronomia alla mail art - per riflettere sull'idea di distanza tra luoghi, tempi e persone e per testare le possibilità di appropriarsi, indebolire o cancellare queste distanze. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo, dal New Museum di New York al Palais de Tokyo di Parigi, e sono oggi presenti in alcune delle più prestigiose collezioni museali, dal Lacma di Los Angeles al Moma di New York.
La mostra di Milano nasce dalla volontà di dare una forma tangibile all’espressione no time no space, scelta come tema e titolo dell'edizione 2024 di Miart per sottolineare la volontà della fiera di allargare sempre di più i propri confini geografici e temporali. I lavori di Horvitz qui raccolti provano infatti a complicare e sovvertire l’idea standardizzata di tempo - come nel caso dell’orologio di A clock whose seconds are synchronized with your heartbeat (2020), o della performance Evidence of time travel (2014), per la quale l’artista ha vissuto in Europa regolando la propria vita sul fuso orario della California - o a scardinare confini e limiti spaziali, aprendo varchi verso nuove dimensioni — come in For Kiyoko (2017), in cui Horvitz fotografa le stelle che immaginava sua nonna guardasse 75 anni prima dal campo di internamento giapponese in Colorado in cui era stata rinchiusa, oppure nell’installazione The Distance of a Day (2013), in cui espone due video realizzati contemporaneamente da lui e da sua madre in California e alle Maldive, uno al sorgere e uno al tramontare del sole nella stessa giornata.
Mescolando un approccio site-specific con un’attitudine performativa, e alternando lavori storici con nuove produzioni e oggetti trovati, Abbandonare il locale offre inoltre una lettura non convenzionale dell’etica e dell’estetica del posto di lavoro, piena di immaginari alternativi e possibili vie d’uscita. Ne sono un esempio le bottigliette di plastica di Imagined Clouds (Milan) (2024), che nel contesto in cui si trovano possono sembrare rifiuti abbandonati dopo una giornata di lavoro, ma che in realtà offrono una riflessione sull'acqua come metafora dell’evasione, poiché passa dappertutto, non ha limiti e confini. Oppure il progetto Mood disorder (2012), un autoscatto realizzato da Horvitz mentre simula uno stato di depressione e che l’artista ha caricato sulla pagina di Wikipedia dedicata ai disturbi dell'umore (e che, in quanto libera da copyright, è stata per anni riutilizzata da siti di informazione, blog e riviste, circolando al di fuori del suo controllo).
La mostra è aperta al pubblico a ingresso gratuito nei seguenti orari: dal 12 al 21 aprile dal lunedì alla domenica dalle 11.00 alle 20.00 (giovedì orario prolungato fino alle 22.00); dal 22 aprile al 23 giugno solo previo appuntamento via email.