Nato a Riga, in Lettonia nel 1906, Philippe Halsman comincia la sua carriera di fotografo a Parigi negli anni Trenta, lavorando per riviste come Vogue e Vu. Negli anni Quaranta, in piena guerra e grazie all’amicizia di Albert Einstein, riesce a ottenere un visto per gli Stati Uniti e, una volta sbarcato a New York, la sua fama di grande ritrattista si consolida ancora di più. Dalle collaborazioni con le grandi testate, agli intensi ritratti per lo show business hollywoodiano, Halsman ha creato un genere e uno stile unico e rivoluzionario.
Le sue fotografie sono frutto di una vulcanica creatività e delle sinergie che scattano nell’incontro con grandi e illustri amici. Come Salvador Dalì, con cui realizza una serie di ritratti in cui l’artista e il fotografo si fondono magicamente realizzando una serie straordinaria di immagini. Tutti si prestano al gioco di Halsman, alla dolce tortura di essere fotografati in uno studio, con luci, fondale e macchinari ingombranti.
Halsman inventa anche un metodo per divertire e sorprendere i suoi soggetti: li fa saltare difronte all’obiettivo. Nasce così jumpology, un gioco con il quale è riuscito a far saltare da Marilyn Monroe ai Duchi di Windsor inaugurando un modo tutto nuovo di fotografare e, soprattutto, di cogliere aspetti inediti della personalità attraverso le immagini.
La mostra è visitabile nei seguenti orari di apertura: 10.00.19.30 da martedì a domenica, con orario prolungato fino alle 22.30 il giovedì (lunedì chiuso). Biglietti: intero 15 euro (open 17 euro); ridotto 13 euro per under 26, over 65, soci Fai e Touring Club, gruppi da 15 a 25 persone; ridotto 10 euro per studenti fino a 25 anni e disabili con disabilità inferiore al 100%; ingresso gratuito per bambini minori di 6 anni e diversamente abili con invalidità al 100% con accompagnatore.