Lella Costa in Se non posso ballare... non è la mia rivoluzione

Tante donne del passato che possono essere d’ispirazione, tante protagoniste per parlare di presente e pensare al futuro, entrano in scena una dopo l'altra, evocate grazie al talento di Lella Costa con una citazione, un accento, una smorfia, una canzone, una strofa, un ricordo, una poesia, un gemito, una risata. O solo col nome, perché a volte non serve aggiungere altro. Entrano e ballano, come se fossero finalmente tutte felici, secondo le parole di Elsa Morante che è lì con loro.

Lella Costa si mette alla prova con un monologo che, moltiplicandosi nelle voci, diventa un coro e dà vita alle valorose di Serena Dandini, raddoppiandole in numero e storie, per creare uno spettacolo teatrale che nasce dall’intuizione di mettere in scena un fiume inarrestabile di storie e di gesta, un fiume di donne evocate, secondo le parole della regista Serena Sinigaglia. Così numerose da rendere chiaro a tutti quanto anche le donne abbiano contribuito in maniera fondamentale al progresso e all’innalzamento morale dell’umanità sebbene le loro storie non abbiamo avuto, nel corso dei secoli, la giusta eco e risonanza nella tradizione storica e sociale.

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