Milano gotica e misteriosa: la storia del diavolo di Palazzo Acerbi

Ma per l’Acerbi il problema non si poneva: dopo aver acquistato il palazzo qualche anno prima e averlo ristrutturato in stile barocchetto lombardo, calcando pomposamente la mano su marmi, quadri, tappezzerie e stucchi, ogni occasione era buona per organizzare festosi balli e pantagrueliche cerimonie, con risate e schiamazzi che planavano sul silenzio assordante della morte meneghina.

Tutt’intorno i padri salutavano i figli e i figli seppellivano i genitori, ma Palazzo Acerbi restava immune: tra i suoi ospiti non vi erano appestati e il marchese stesso godeva di ottima salute, come lo descrivono le cronache dell’epoca mentre sfrecciava per i viali con la regale carrozza (a debita distanza dai moribondi) o si affacciava dalla finestra del primo piano. Per i contemporanei non potevano esserci altre spiegazioni: quell’uomo era il diavolo, Belzebù in persona.

Oggi Palazzo Acerbi è ricordato (anche) per la palla di cannone conficcatasi senza danni il 20 marzo 1848, durante i moti insurrezionalisti delle Cinque Giornate di Milano, proprio in facciata, alla destra del portone. Ma la dimora del Diavolo non temette la terribile peste bubbonica, cosa poteva fargli una misera cannonata?

Di Enrico Pietra

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