Milano, 13/09/2024.
Quarant'anni dopo l’ultima mostra a Milano, Edvard Munch (Norvegia, 1863-1944) viene celebrato con la grande retrospettiva Munch: il Grido Interiore, aperta al pubblico presso gli spazi espositivi di a Palazzo Reale a Milano (piazza del Duomo 12) dal 14 settembre 2024 al 26 gennaio 2025. Curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo di Munch, in collaborazione con Costantino D’Orazio, la mostra è promossa da Comune di Milano (Cultura) con il patrocinio del Ministerodella Cultura e della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia in collaborazione con il Museo Munch di Oslo.
Protagonista indiscusso nella storia dell’arte moderna, Munch è stato uno dei principali artisti simbolisti del XIX secolo ed è considerato un precursore dell'Espressionismo, oltre a essere un maestro nell'interpretare le ansie e le aspirazioni più profonde dell'animo umano. La vita di Munch è stata segnata da grandi e precoci dolori: la perdita prematura della madre a soli 5 anni e della sorella, la morte del padre e la tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen sono stati il materiale emotivo primigenio sul quale l’artista ha cominciato a tessere la sua poetica, la quale si è poi combinata in maniera originalissima, grazie al suo talento artistico, con la sua passione per le energie sprigionate dalla natura. I suoi volti senza sguardo, i paesaggi stralunati, l’uso potente del colore, la necessità di comunicare dolori indicibili e umanissime angosce sono riusciti a trasformare le sue opere in messaggi universali e Munch uno degli artisti più iconici del Novecento.
La mostra Munch: il Grido Interiore racconta tutto l’universo dell’artista, il suo percorso umano e la sua produzione grazie a un percorso di 100 opere, tra cui una delle versioni litografiche de L’Urlo (1895) custodite a Oslo, La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922-1924), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900-1901) e Danza sulla spiaggia (1904).
Munch è uno degli artisti che ha saputo meglio interpretare sentimenti, passioni e inquietudini della sua anima, comunicandoli in maniera potente e diretta. Plasmato inizialmente dal naturalista norvegese Christian Krohg, che ne incoraggiò la carriera pittorica, negli anni Ottanta dell'Ottocento si recò a Parigi dove assorbì le influenze impressioniste e post impressioniste che gli suggerirono un uso del colore più intimo, drammatico ma soprattutto un approccio psicologico. A Berlino contribuì alla formazione della Secessione Berlinese e nel 1892 si tenne la sua prima personale in Germania, che fu reputata scandalosa: da quel momento in poi Munch viene percepito come l’artista eversivo e maledetto, alienato dalla società, un'identità in parte promossa dai suoi amici letterati.
A metà degli anni Novanta del XIX secolo si dedicò alla produzione di stampe e, grazie alla sua sperimentazione, divenne uno degli artisti più influenti in questo campo. La sua produttività e il ritmo serrato delle esposizioni lo portarono a ricoverarsi volontariamente nei sanatori a partire dalla fine degli anni Novanta del XIX secolo. Relazioni amorose dolorose, un traumatico incidente e l'alcolismo - vivendo la vita sull'orlo di unprecipizio - lo portarono a un crollo psicologico per il quale cercò di recuperare in una clinica privata tra il 1908 e il 1909.
Dopo aver vissuto gran parte della sua vita all'estero, l'artista quarantacinquenne tornò in Norvegia, stabilendosi al mare, dipingendo paesaggi e dove iniziò a lavorare ai giganteschi dipinti murali che oggi decorano la Sala dei Festival dell'Università di Oslo. Queste tele, le più grandi dell'Espressionismo in Europa, riflettono il suo sempre vivo interesse per le forze invisibili e la natura dell'universo. Nel 1914 acquistò una proprietà a Ekely, Oslo, dove, da celebre artista internazionale, continuò il suo lavoro sperimentale fino alla morte, avvenuta nel 1944, appena un mese dopo il suo ottantesimo compleanno.
Nel corso della sua lunga vita Edvard Munch realizzò migliaia di stampe e dipinti. Essendo tanto un uomo d’immagini quanto di parole, riempì fogli su fogli di annotazioni, aneddoti, lettere e persino una sceneggiatura per il teatro. L’esigenza di comunicare le proprie percezioni, il proprio grido interiore, lo accompagnò per tutta la vita, e proprio questa attitudine è stato il motore della sua pratica come artista, che ha toccato tanto temi universali - come la nascita, la morte, l’amore e il mistero della vita - quanto i disagi psichici necessariamente connessi all’esistenza umana - le instabilità dell’amore erotico, il disagio prodotto dalle malattie fisiche e mentali e il vuoto lasciato dalla morte. La mostra a Milano ruota attorno al grido interiore di Munch, al suo saper costruire, attraverso blocchi di colore uniformi e prospettive discordanti, lo scenario per condividere le sue esperienze emotive e sensoriali: un processo creativo che sintetizza ciò che l’artista ha osservato, quello che ricorda e quantoha caricato di emozioni.
Altre opere, invece, cercano di immortalare le forze invisibili che animano e tengono insieme l’universo. L’inizio della sua carriera coincide infatti con cambiamenti radicali nello studio della percezione: alla fine dell’Ottocento è in corso un dibattito tra scienziati, psicologi, filosofi e artisti sulla relazione tra quello chel’occhio vede direttamente e come i contenuti della mente influiscono sulla vista. Il suo interesse per le forze invisibili che danno forma all’esperienza, condizionò le opere che lo hanno reso uno degli artisti più significativi della sua epoca.
La mostra Munch: il Grido Interiore è visitabile a Palazzo Reale dal 14 settembre 2024 al 26 gennaio 2025 nei seguenti orari di apertura: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.30, con chiusura posticipata alle 22.30 il giovedì (lunedì chiuso). Aperture straordinarie: venerdì primo novembre 10.00-19.30; sabato 7 e domenica 8 dicembre 10.00-19.30; martedì 24 dicembre 10.00-14.30; mercoledì 25 dicembre 14.30-18.30; giovedì 26 dicembre 10.00-22.30; martedì 31 dicembre 10.00-14.30; mercoledì primo gennaio 14.30-19.30; lunedì 6 gennaio 10.00-19.30.
Questi i prezzi dei biglietti (esclusi diritti di prevendita e con audioguida inclusa nel costo del tagliando): intero 15 euro (open 17 euro); ridotto 13 euro per visitatori dai 6 ai 26 anni, over 65, soci Fai e Touring Club; ridotto 11 euro per visitatori in possesso di biglietto Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca con destinazione Milano e con data antecedente fino a 2 giorni l’ingresso alla mostra; ridotto 10 euro per visitatori con disabilità con invalidità inferiore al 100%, studenti fino a 25 anni e possessori dell'abbonamento Card Musei Lombardia. L'ingresso è gratuito per bambini minori di 6 anni, visitatori con disabilità con invalidità al 100% (con accompagnatore). Sono inoltre disponibili biglietti famiglia (1 o 2 adulti + ragazzi da 6 a 14 anni) al prezzo di 10 euro per gli adulti e 6 euro per ogni ragazzo.
Informazioni e prenotazioni allo 02 8929921.