Sandro Somarè, mostra antologica

La mostra vuole dare conto di tutte le fasi della poetica artistica di Sandro Somarè: dall’iniziale interesse per la pittura di paesaggio, alla scomposizione formale, attraverso lo studio della luce e anche gli edifici, che vengono indagati sia negli interni che negli esterni. Da ultimo, nella fase finale della sua carriera Somarè si dedicò alla rappresentazione della città e della periferia, oltre che alla serie pittorica astratta Hölderlin, in memoria del celebre poeta tedesco.

L’interesse di Somarè per il paesaggio è riconducibile agli inizi della sua carriera, dal 1965 infatti reinterpreta questo tema in chiave astratta e geometrica, ma anche morbida e fluida al tempo stesso, come nell’opera in mostra Qualcosa in più̀ (1959). Dalla metà degli anni Ottanta, con Un luogo e un mito (1988) e Ingresso (1992), l’artista utilizza l’architettura come simbolo di solitudine esistenziale e onirismo, parte della sua poetica sin dalla metà degli anni Sessanta. Le stanze della Galleria Milano sono state teatro di diversi momenti espositivi, sin dal 1965, un anno dopo la sua apertura in via della Spiga.  L’attrazione verso la luce e il suo uso nella grammatica compositiva, porta Somarè a sintetizzare ancora di più il suo linguaggio, come si nota nelle opere Morte nel cubo / Autoritratto in un tempo e in uno spazio particolari (1965), oppure Fuori si muore (1966) e Attesa (1966), ma anche Muri, deserto, immagine, ombra di un ritorno (trittico, 1967), dove le campiture di colore sono omogenee, con una palette  ridotta ai colori del grigio, sabbia, azzurro, mentre compare il nero sullo sfondo. Gli organismi diventano figura umana, nella solitudine di un paesaggio desolato. Le suggestioni sono metafisiche, mentre il rigore geometrico ricorda il Cubismo analitico, ma anche le sperimentazioni surrealiste di Yves Tanguy.

Con le opere Porta Nuova (1969) e Piazza Conciliazione (1970), Somarè rende omaggio alla città di Milano, parte fondamentale per la sua vita e formazione. Dalla seconda metà degli anni Settanta, infatti, l’artista si dedica a rappresentare gli ingressi e gli interni delle case in stile Liberty del centro cittadino, inserendoli così un racconto sofisticato e malinconico. Quasi metafisiche anche altre due opere dello stesso periodo: Impossible de changer d'endroit (1972) e Senza titolo (1973). Testimoniano la fase finale della produzione astratta ed essenziale di Somarè cinque opere della serie Hölderlin (2000-2005). La scala cromatica della serie è basata ancora una volta su colori tenui, come tipico dell’artista, ma anche dall’utilizzo di un blu intenso che rispecchia la sua prospettiva esistenziale.

L'inaugurazione è fissata per mercoledì 25 settembre 2024 dalle 18.00 alle 21.00. La mostra è poi visitabile fino a sabato 16 novembre 2024 nei seguenti orari di apertura: da giovedì a sabato, dalle ore 12.00 alle ore 19.00, o su appuntamento. Ulteriori informazioni via email.

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