Dall'8 ottobre 2024 al 5 febbraio 2025 la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano (piazza del Duomo 12) ospita la mostra Baj chez Baj, la mostra dedicata a uno dei protagonisti della neoavanguardia italiana e internazionale in occasione del centenario della sua nascita.
Enrico Baj (Milano, 31 ottobre 1924 - Vergiate, 16 giugno 2003) torna a Palazzo Reale a cent’anni esatti dalla nascita e a dodici anni dall’esposizione, nella stessa Sala delle Cariatidi, dei Funerali dell’anarchico Pinelli, che per la prima volta sono integrati in un percorso antologico e in un dialogo puntuale con altri lavori del maestro.
Il progetto è curato da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj e conta quasi 50 opere distillate in un arco temporale che dai primi anni Cinquanta giunge all’alba del Duemila, attraversando le fasi di ricerca e di adesione dell'artista a diversi movimenti nel tempo. I suoi personaggi, entrati nell’immaginario comune, le Dame e i Generali, gli Ultracorpi, gli Specchi, i Mobili e i mostri dell’Apocalisse animano una giostra di creature frutto dell’universo surrealista e insieme fantascientifico di un autore che ha fatto dell’ironia e del grottesco un grimaldello per scardinare il conformismo borghese e schierarsi contro ogni forma di potere costituito.
Liberato da una rigida sequenza cronologica o di genere, il percorso della mostra Baj chez Baj si svolge con continui rimandi fra arte e letteratura, colori e parole, seguendo una sorta di sceneggiatura che, anche in sede di allestimento, suggerisce allo spettatore un tempo e uno spazio teatrali.
Ad accogliere i visitatori nella sala del Lucernario a ricostruzione scenografica dell'Apocalisse, un assemblaggio di figure immaginarie e oniriche in un polittico di quasi 100 metri quadrati, allestito in altezza come a evocare un’abside e ispirato idealmente al Giudizio Universale michelangiolesco, qui punteggiato di demoni goffi e beffardi, urlanti e arrampicati fino al soffitto. In Sala delle Cariatidi trovano posto le Opere nucleari, gli Ultracorpi, le Parate, I funerali dell’anarchico Pinelli, i Generali, i Meccano, i Mobili, gli Specchi e le Dame: il percorso si dipana nello spazio in un crescendo di forme e dimensioni fisiche delle opere, fino a quelle più monumentali, con soluzioni progettate a misura.
I funerali dell’anarchico Pinelli (1972) rappresentano un capitolo di svolta fondamentale nel lavoro di Baj, un passaggio formale nella sua ricerca estetica in direzione di una narrazione articolata, sempre più scenografica, con soluzioni ambientali e teatrali. L’opera è per la prima volta integrata in un percorso espositivo grazie a un dialogo puntuale con i Generali e con la Parata a sei che, in particolare, ne è il prodromo, sia come studio ritmico della composizione formale, sia nella critica caustica a ogni forma di sopruso e militarismo.
Il viaggio nel mondo di Enrico Baj è arricchito da una geografia personale, fatta di luoghi, episodi, incontri, prevalentemente ambientati sullo sfondo di una Milano che passa dal boom economico agli anni di piombo, dai capricci della Milano da bere al nuovo millennio. Gli affondi intrecciano vita e arte: dalle strade di casa, in via Teulié e nello studio in via Bertini, agli anni della formazione in Brera, dagli spazi culturali, come il San Fedele che vide la nascita della pittura nucleare, fino alla galleria Marconi, cenacolo fervido di stimoli e relazioni.
Biglietti: intero 15 euro (open 17 euro); ridotto 13 euro. Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00-19.30; giovedì 10.00-22.30; lunedì chiuso. La biglietteria e l'ingresso chiudono un'ora prima.