Al Museo del Novecento un nuovo percorso dagli anni '60 agli anni '90: inaugurata la Galleria Gesti e Processi

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Milano, 10/10/2024.

Al Museo del Novecento di Milano è stata inaugurata la nuova Galleria Gesti e Processi, l’ala delle Collezioni Permanenti dedicata agli ultimi decenni del secolo scorso, dagli anni Sessanta ai Novanta.

«I musei sono un corpo vivo, che si rinnova continuamente grazie a un’incessante attività di conservazione, ricerca e studio», commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi: «è proprio grazie a queste attività e a una serie cospicua di importanti donazioni e comodati, che il Museo del Novecento ha già visto nel 2021 il riallestimento della Galleria del Futurismo, diventata così la più importante collezione di opere futuriste al mondo; che ora viene aperta la Galleria Gesti e Processi, che non solo inaugura un dialogo architettonico tra il Museo e il Duomo di Milano, ma crea anche un diverso racconto del secondo Novecento, quello che va dagli anni Sessanta agli anni Novanta; e che la Galleria Segno e Materia, al quinto piano, è in corso di riallestimento e proporrà a breve una nuova narrazione degli anni Cinquanta e Sessanta».

Sono molte le novità rispetto al precedente allestimento, a partire dall’allargamento del periodo storico preso in considerazione che giunge così fino all’ultimo decennio del Novecento anche grazie a importanti donazioni ricevute dal museo riguardanti fondamentali lavori degli artisti Maurizio Cattelan, Liliana Moro, Stefano Arienti e Grazia Toderi. A queste si aggiungono altre donazioni come quella di Grazia Varisco (protagonista dell’Arte Cinetica) e il prossimo arrivo di opere di grande rilevanza come I funerali dell’Anarchico Pinelli di Enrico Baj attualmente esposta nella mostra monografica Baj Chez Baj dedicatagli al Palazzo Reale di Milano.

Nuova l’interpretazione degli spazi che ospitano le opere perché tutte le finestre e gli affacci della Galleria Gesti e Processi, al quarto piano del Museo del Novecento e corrispondente all’intero secondo piano di Palazzo Reale, sono state aperte consentendo una vista panoramica sul Duomo di Milano e sull’omonima piazza. Tale concezione di un edificio come soglia, con la possibilità di uno sguardo che anche dall’esterno consenta di scorgere gli interni del museo come già avviene per Sala Fontana, realizza un intendimento già previsto dal progettista Italo Rota nel concepire un museo in un simile contesto urbano, e troverà ulteriore continuità nel prossimo sviluppo del Museo del Novecento nell’adiacente seconda torre dell’Arengario completando una spettacolare connessione architettonica nel cuore di Milano.

Proprio la città di Milano ispira le scelte del percorso espositivo del Museo del Novecento, privilegiando momenti della storia dell’arte italiana che proprio nel capoluogo lombardo ha visto avvenimenti di importanza culturale e sociale di primissimo piano. Da qui, l’inserimento in collezione di celebri scatti di Ugo Mulas, che entra permanentemente in museo non solo come un omaggio alla sua autorialità, ma anche come contrappunto fotografico nell’interpretazione di eventi come I funerali del Nouveau Réalisme (1970) o la vita e l’opera di Piero Manzoni e dei protagonisti della scena artistica presso il celebre Bar Jamaica.

A Piero Manzoni è dedicata l’intera sala introduttiva del percorso, con le sue opere accompagnate dalle fotografie di Mulas e da un filmato d’epoca che sottolineano la dimensione comportamentale e istrionica della sua pioneristica visione di un’arte che va ben oltre il perimetro del quadro o la forma compiuta della scultura. Proprio questa sua attitudine è emblematica del periodo che si va a rappresentare nella Galleria Gesti e Processi, dove lo strappo linguistico e creativo degli artisti ha portato l’arte moderna a superare la convenzionalità dell’oggetto. Ecco che l’happening dei protagonisti del Nouveau Réalisme o il movimento meccanico ed elettrico nei dispositivi o nella proposta di interazione con il pubblico nell’Arte Programmata e Cinetica aprono a nuovi rituali e modi di esperienza. Ugualmente, le installazioni non sono contenute in un ambiente ma occupano e determinano gli spazi espositivi, costruendo nuovi rapporti con i visitatori. L’opera d’arte concettuale invita a riflessioni che vengono proposte in un ampio percorso concretizzato in un centinaio di lavori, dai protagonisti della Pop Italiana all’Arte Povera, dalla Pittura Analitica alla Transavanguardia, fino alle sperimentazioni video e all’adozione di svariati materiali effimeri o mutevoli in cui il visitatore potrà imbattersi negli ampi spazi ritrovati della galleria.

Il percorso del Museo del Novecento, che si apre con il desiderio di trasformazione del mondo proposto dall’ottimismo programmatico del Futurismo, si conclude ora con un’opera emblematica di Maurizio Cattelan, quel Lullaby che è quasi una dichiarata espressione di fine dell’utopia nella drammatica e disillusa raccolta e riproposizione delle macerie del Pac distrutto dall’attentato del 1993.

Il percorso rinnovato della Galleria Gesti e Processi prevede anche tre ambienti, affacciati sul lato interno del palazzo, destinati a ospitare, a rotazione, focus dedicati a diversi artisti o temi. Attualmente, uno è dedicato a Grazia Varisco (protagonista dell’Arte Cinetica), uno a Gabriele Devecchi e un terzo, tematico, dedicato all’Arte Concettuale con opere di Giulio Paolini, Emilio Tadini, Omar Galliani, Salvo e altri ancora.

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