Proprio la città di Milano ispira le scelte del percorso espositivo del Museo del Novecento, privilegiando momenti della storia dell’arte italiana che proprio nel capoluogo lombardo ha visto avvenimenti di importanza culturale e sociale di primissimo piano. Da qui, l’inserimento in collezione di celebri scatti di Ugo Mulas, che entra permanentemente in museo non solo come un omaggio alla sua autorialità, ma anche come contrappunto fotografico nell’interpretazione di eventi come I funerali del Nouveau Réalisme (1970) o la vita e l’opera di Piero Manzoni e dei protagonisti della scena artistica presso il celebre Bar Jamaica.
A Piero Manzoni è dedicata l’intera sala introduttiva del percorso, con le sue opere accompagnate dalle fotografie di Mulas e da un filmato d’epoca che sottolineano la dimensione comportamentale e istrionica della sua pioneristica visione di un’arte che va ben oltre il perimetro del quadro o la forma compiuta della scultura. Proprio questa sua attitudine è emblematica del periodo che si va a rappresentare nella Galleria Gesti e Processi, dove lo strappo linguistico e creativo degli artisti ha portato l’arte moderna a superare la convenzionalità dell’oggetto. Ecco che l’happening dei protagonisti del Nouveau Réalisme o il movimento meccanico ed elettrico nei dispositivi o nella proposta di interazione con il pubblico nell’Arte Programmata e Cinetica aprono a nuovi rituali e modi di esperienza. Ugualmente, le installazioni non sono contenute in un ambiente ma occupano e determinano gli spazi espositivi, costruendo nuovi rapporti con i visitatori. L’opera d’arte concettuale invita a riflessioni che vengono proposte in un ampio percorso concretizzato in un centinaio di lavori, dai protagonisti della Pop Italiana all’Arte Povera, dalla Pittura Analitica alla Transavanguardia, fino alle sperimentazioni video e all’adozione di svariati materiali effimeri o mutevoli in cui il visitatore potrà imbattersi negli ampi spazi ritrovati della galleria.
Il percorso del Museo del Novecento, che si apre con il desiderio di trasformazione del mondo proposto dall’ottimismo programmatico del Futurismo, si conclude ora con un’opera emblematica di Maurizio Cattelan, quel Lullaby che è quasi una dichiarata espressione di fine dell’utopia nella drammatica e disillusa raccolta e riproposizione delle macerie del Pac distrutto dall’attentato del 1993.
Il percorso rinnovato della Galleria Gesti e Processi prevede anche tre ambienti, affacciati sul lato interno del palazzo, destinati a ospitare, a rotazione, focus dedicati a diversi artisti o temi. Attualmente, uno è dedicato a Grazia Varisco (protagonista dell’Arte Cinetica), uno a Gabriele Devecchi e un terzo, tematico, dedicato all’Arte Concettuale con opere di Giulio Paolini, Emilio Tadini, Omar Galliani, Salvo e altri ancora.