Danae Festival 2024, spettacoli di danza e performance sul tema del giardino

The Second Body © Maria Baranova - Suzuki, Watermill Center
DA Venerdì18Ottobre2024
A Domenica03Novembre2024

Dal 18 ottobre al 3 novembre 2024 si svolge a Milano la ventiseiesima edizione del Danae Festival: il tema della rassegna è una riflessione sul tema del giardino, che si sviluppa in 17 giorni in diversi luoghi della città di Milano: Teatro Out Off (via Mac Mahon 16), Fabbrica del Vapore (via Procaccini 4), Parco Nord (via Ornato 7119), Zona K (via Spalato 11), Villa Mirabello (via Villa Mirabello 6) e LachesiLab (via Porpora 43/47). In programma 19 spettacoli, 23 repliche, 4 coproduzioni, 2 workshop, 7 incontri con il pubblico e un audioracconto online.

Il giardino è l'ultimo rifugio della spiritualità e della poesia, è l’ultima frontiera al di qua della barbarie. Il giardino è l’ultima utopia, un'utopia pratica e tangibile. Seguendo questa metafora e forma di resistenza il Danae Festival propone diverse e interessanti fioriture, sia dalla scena internazionale sia nazionale.

La danza: l’inclusione, i corpi politici, il confronto tra generazioni, il femminile

Il Danae Festival 2024 accoglie i progetti a opera di performer i cui corpi e presenze sono già un discorso. Chiara Bersani (sabato 26 alle 20.00 e domenica 27 ottobre alle 18.30, Teatro Out Off), performer, autrice, regista/coreografa, Premio Ubu nel 2018 come migliore nuova attrice/performer under 35, presenta per la prima volta a Milano Sottobosco, un lavoro che riflette su come alcuni corpi vivono la relazione con la natura, creando un ambiente misterioso ed evocativo, dove suoni e gesti si evolvono gradualmente in un nuovo linguaggio. Diana Anselmo (venerdì 25 ottobre alle 19.30, Zona K), giovane performer sordo, presidente di Al.Di.Qua.Artists, prima associazione europea di e per artisti con disabilità, insieme all’interprete Lis Sara Pranovi, presenta lo spettacolo Je Vous Aimedove si fondono il teatro, la conferenza e l’attivismo.

Si aggiungono a loro importanti ritorni di artiste e compagnie che Danae ha ospitato e accompagnato negli anni. Paola Bianchi (mercoledì 23 ottobre alle 20.00, Fabbrica del Vapore), coreografa e danzatrice, attiva sulla scena a partire dalla fine degli anni ’80, vincitrice del Premio Rete critica 2020 con il progetto Elp,  presenta  in prima nazionale Fabrica 20100  [ Milano ] che prosegue il suo studio sui corpi del lavoroAlessandra Cristiani (martedì 22 ottobre alle 20.00, Teatro Out Off) performer e danzatrice, che da più di vent’anni indaga il pensiero e la pratica dell’Ankoku Buto con esiti coreografici che includono l’installazione e il dialogo con altre discipline. Accompagnata dal suono live di Ivan Macera porta in scena Lingua_da Claude Cahun dedicata all’artista, fotografa e scrittrice francese Claude Cahun, donna impegnata politicamente e presenza fondamentale nella Parigi surrealista. La coreografa premio Ubu 2018 Silvia Rampelli dirige per il progetto di ricerca performativa indipendente Habillé d’eau, presenta Chamber Music (venerdì 18 ottobre alle 21.15, Fabbrica del Vapore), lavoro concepito come azione per spazi non teatrali, nell’ambito della ricerca della compagnia sulle condizioni percettive in grado di manifestare la presenza in figura e in danza.

Infine, riguardo al sostegno e accompagnamento delle nuove generazioni della scena nazionale, il Danae Festival ospita la danzatrice e coreografa Olimpia Fortuni (giovedì 24 ottobre alle 20.00, Teatro Out Off). Fortuni presenta in prima nazionale il progetto Fine, da una parte indagine sulla relazione con la propria madre biologica, spirituale, artistica e simbolica, dall’altro una forma di riconoscimento e riconoscenza che l’autrice rivolge alle sue madri artistiche, Milena Costanzo e Raffaella Giordano, donne che le hanno fatto da guida nel suo cammino artistico.

Dedicato a Masaki Iwana

Un tributo di tre giorni (da venerdì 18 a domenica 20 ottobre, Fabbrica del Vapore) dedicato a Masaki Iwana, grande maestro di danza Butoh scomparso nel novembre del 2020 e che, nel 2019, è andato in scena e ha realizzato un suo laboratorio per l’ultima volta proprio al Danae Festival. Masaki Iwana, uomo dalle radici ben piantate nella sua cultura e al tempo stesso dall’apertura mentale e culturale verso ogni orizzonte è stato artista eclettico che ha esplorato molte arti tra la scrittura, il cinema e ovviamente la danza. Attraverso il suo insegnamento, rigoroso e profondo, Masaki ha trasmesso un’immensa eredità ai corpi che ha incontrato in tutto il mondo.

In programma tre giorni di laboratori, proiezioni video, condivisione di pensieri e performance da parte di artisti e artiste nazionali e internazionali che hanno studiato e/o collaborato con lui, che gli sono stati vicini, molti dei quali e delle quali hanno fatto parte negli anni della comunità artistica di Danae Festival: la coreografa, scrittrice e maestra di yoga Francesca Proia (domenica 20 alle 20.30), la danzatrice, performer, formatrice Cristina Negro (domenica 20 alle 20.45), la coreografa Silvia Rampelli (sabato 19 alle 20.15), la danzatrice e coreografa Alessandra Cristiani (domenica 20 alle 21.10), la danzatrice/performer e musicista Moeno Wakamatsu, moglie di Masaki Iwana e custode della sua eredità artistica (sabato 19 alle 20.30), i due grandi sperimentatori sonori Michel Doneda e Lê Quan Ninh (domenica 20 alle 20.00).

Il teatro: una pluralità di linguaggi

Nell'edizione 2024 del Danae Festival i progetti che si possano ascrivere come linguaggio al teatro, sono più che mai la dimostrazione dell’interesse a presentare realtà che propongono slittamenti e spostamenti, in funzione di nuove forme performative.

Teatringestazione (giovedì 31 ottobre alle 20.00 e venerdì primo novembre alle 18.30, Fabbrica del Vapore), compagnia fondata nel 2006 da Anna Gesualdi e Giovanni Trono, ideatori del festival AltoFest, presentano in prima nazionale Monàs: la reale sostanza delle cose, un’opera a metà tra installazione partecipata, composizione coreografica e live cinema, un tentativo di mettere a fuoco lo statuto dell’immagine e la sua valenza politica e sociale.

Paola Tintinelli (sabato 2 novembre alle 20.00 e domenica 3 novembre alle 18.30, Fabbrica del Vapore), tra le attrici più interessanti del panorama italiano, anche autrice e performer, ha una passione per suoni, voci e rumori che registra da anni. Per questa edizione del festival ha deciso di mettere in gioco questo ingente archivio realizzando in prima nazionale Cosa son’ora fuorilegge: un concerto, una narrazione sonora, surreale e a tratti allucinata. 

La drammaturga, attrice, regista Rita Frongia (sabato 2 novembre alle 18.30 e domenica 3 novembre alle 20.00, Zona K) presenta in prima nazionale Anna Ghiaccio, ispirato a La Regina delle nevi, simbolo di un femminile gelido, via dell’intelligenza fredda, del controllo, e parte di un dittico preceduto da un lavoro dedicato alla figura archetipica del demone Lilith.

La sperimentazione sonora

Con questa sezione ci si inoltra nell’inudibile e in mondi a cui la percezione non può avere accesso se non in determinate condizioni. Piccoli spazi di verde che sorprendentemente rivelano l’inaspettato.

Fabrizio Saiu (domenica 27 ottobre alle 11.00, Parco Nord), mover, performer e percussionista attivo nel campo della musica sperimentale e in quello della performance, propone Peripatetiche dell’ascolto: itinerari di ascolto attivo e d’intervento sonoro collettivo e focalizza la sua ricerca su azioni organizzate che ibridano tra loro pratiche di movimento corporeo come l’art du déplacement e il free running.

Attila FaravelliEnrico Malatesta e Juan Lopez (domenica 3 novembre alle 16.00, Villa Mirabello) portano in scena Ònfalo, progetto creato appositamente per il Danae Festival che ha aperto la loro ricerca sonora al campo della biotremologia, una branca emergente dell’entomologia che usa tecnologie d’avanguardia per studiare il paesaggio sonoro naturale dal punto di vista delle vibrazioni in esso presenti. 

La scena internazionale tra danza, performing art e sperimentazione sonora

La sezione internazionale del Danae Festival 2024 si sofferma in modo particolare sull’intreccio tra suono, danza e performing art e vede la compresenza di differenti generazioni. Per l'inaugurazione della kermesse, Ola Maciejewska (venerdì 18 ottobre alle 20.00, Fabbrica del Vapore), coreografa e danzatrice, nata in Polonia, attualmente residente a Parigi, dopo la sua esplorazione delle danze serpentine di Loïe Fuller, presenta The Second Body, un lavoro che affida alla danzatrice e performer Leah Marojević, artista queer indipendente, la cui pratica spazia dalla drammaturgia, alla coreografia sconfinando nella performing art. Si assiste a un corpo a corpo tra la performer e una scultura di ghiaccio: un duetto che accentua tutte le sfumature del tocco, e colloca la percezione sulla linea divisoria tra freddo e caldo, liquido e solido, figurativo e astratto. 

Pierre Piton (mercoledì 30 ottobre alle 20.00, Fabbrica del Vapore), giovane danzatore e coreografo basato in Svizzera, astro nascente dalla forte presenza scenica, presenta Open/Closed in cui tra posture tese, equilibri precari e tremori, in un rapporto fluido con le pareti e il pavimento, il performer sfida l'orizzontalità e la verticalità dei piani, l'interno e l'esterno del corpo.

Inoltre, nell’ambito dell’omaggio al maestro di danza butoh Masaki Iwana sono ospiti la danzatrice/performer e musicista Moeno Wakamatsu con gli sperimentatori sonori, Michel Doneda e Lê Quan Ninh (sabato 19 ottobre alle 20.30).

Laterale

La sezione Laterale del festival - creata nel 2018 e dedicata ad artisti/e che immaginano oggetti di formato innovativo che abbiano a che vedere con la prassi, con lo studio, col pensiero, con le loro ossessioni o che siano la narrazione di singolari esperienze di vita in dialogo con l’arte - vede quest'anno tra i protagonisti Antonio Tagliarini, attore, danzatore, autore e regista da sempre appassionato al verde, che porta in scena Pairadaëza: sogni e racconti di un giovane giardiniere (domenica 3 novembre alle 15.00, Villa Mirabello): come fosse il giardiniere della villa, il performer racconta il suo giardino, il suo paradiso, dove realtà e immaginazione coesistono, si sovrappongono, si sostanziano a vicenda.

Titta C. Raccagni (venerdì primo novembre alle 20.00, Fabbrica del Vapore), artista multidisciplinare dal lungo percorso di ricerca tra cinema, video, performance e installazioni, presenta Cara Milano io provo ad amarti ma tu, una ricerca in divenire sulla città di Milano, un lavoro che mette in relazione il racconto autobiografico, tra famiglia, impegno politico e cultura underground, con materiali d’archivio video e sonori relativi alla città.

Biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro, Laterale 5 euro. Ulteriori informazioni via email.

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