Attenzione, la mostra è prorogata a martedì 10 dicembre 2024 quando, alle ore 18.00, è previsto il finissage alla presenza di Alessandro Bergonzoni e del curatore Davide Di Maggio.
Dal 29 ottobre al 6 dicembre 2024 presso la Fondazione Mudima di Milano (via Tadino 26) è aperta al pubblico la mostra Vite sospese di Alessandro Bergonzoni e Bill Viola. L’idea di mettere insieme questi due artisti è venuta al curatore Davide Di Maggio perché entrambi, seppure di formazione e provenienza diverse, si sono sempre occupati della condizione umana, dell’incertezza e del rischio che caratterizzano l’avventura dell’uomo nel cosmo. Entrambi hanno avvertito l’angoscia che immancabilmente sale dalle profondità dell’essere e le hanno dato voce e immaginazione.
L’uomo è una creatura che nasce debole, fragile, nuda, priva di difese naturali e bisognosa, più di qualsiasi essere, dell’aiuto dell’altro da sé. Neppure l’istinto gli viene in soccorso, non avendo l’uomo la sicura determinazione degli animali, dal momento che l’intelligenza parrebbe fatta apposta per confonderlo nel dubitare incerto.
La mostra si svolge in tre momenti e spazi differenti. Le installazioni di Alessandro Bergonzoni (Bologna, 1958) occupano i primi due piani ed è solo alla fine che avviene l'incontro con Bill Viola (New York, 1951), in quella destinazione metaforica e metafisica che è soglia tra invisibile inviso e visibile.
Il percorso si apre con l’installazione di Bergonzoni dal titolo Attenzione! Incarichi sospesi che è un avviso a tutti i naviganti sulla terra, come a dire: Occhio, guardatevi dall’alto!. Qualcosa pende sulle anime, incombe non solo sulla testa di tutti, vicini o lontani: accorgersene racconta come non si è curato il tetto del mondo, per salvarsi e salvare, proteggere e
proteggersi, lì sul nascere, prima di smettere di farlo. Da questo apparente altrove, proibito ai più, si passa a un altro piano, il primo in tanti sensi, quando ci si trova a varcare un limite dell’immaginario. Il pubblico è chiamato a effettuare un attraversamento dello spazio, facendo attenzione, questa volta, a dove puntare i piedi e non i cannoni. L’installazione dal titolo La culla dell’inciviltà crea d’impatto un moto surreale e paradossale.
Solo dopo essersi incamminati, con cautela e circospezione massima, in questo calpestamento (metafora del fatto e del non-fatto dall’uomo), si giunge davanti al video The Reflecting Pool (videotape, 1977-1979) di Viola. L’opera descrive la morte e la rinascita dell’individuo nel mondo naturale, un battesimo in un mondo di immagini virtuali e percezioni indirette. Un uomo emerge dalla foresta e si trova davanti a uno specchio d’acqua. Si tuffa e il tempo si ferma improvvisamente. Il tempo diventa esteso e scandito da una serie di eventi visti solo come riflessi nell’acqua.
Le tematiche di vita, morte e rinascita, del salvare, avere e dare cura, senza vendette antropologiche né crudeltà collaterali, in nome della ragione o del torto, sono sempre state alla base dell’opera dei due artisti. La percezione concreta della morte aiuta a renderci conto della nostra (im)permanenza, a percepire come stiamo abitando e arredando la nostra vita, e magari a captare e tradurre tutto quello che ci circonda, nell’avvertire ogni universo.
L'inaugurazione è fissata per le ore 18.00 di martedì 29 ottobre. La mostra è poi visitabile a ingresso gratuito fino a venerdì 6 dicembre nei seguenti orari di apertura: da lunedì a venerdì dalle ore 11.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00: chiuso sabato e domenica (tranne sabato 23 novembre aperto). L'ingresso è libero e gratuita. Per maggiori info: 02 29409633.