Milano, 30/10/2024.
La Chiesa di San Bernardino alle Ossa sta nel cuore antico di Milano, in piazza Santo Stefano, a pochi passi dal Duomo e dalle edonistiche vie dello shopping. Edificio suggestivo, macabro. Una serie di giganteschi affreschi di ossa accoglie il visitatore, tra tibie e crani umani: altari consacrati alla morte stagliati contro il fondo nero dei muri.
Le origini dell'ossario risalgono al XIII secolo, quando a Milano iniziò a sorgere un primo cimitero in prossimità dell'antico Ospedale di San Barnaba in Brolo, oggi scomparso. La mancanza di spazio per le sepolture produsse l'idea di costruire una cappella accanto all’ospedale in cui conservare i resti esumati, per fare spazio ai nuovi defunti. L’ossario venne eretto come un vero e proprio santuario della morte, anche se con finalità devozionali e sacre.
Nel 1642 un terremoto fece crollare il campanile di Santo Stefano sulla cappella sottostante. La chiesa e l'ossario di San Bernardino furono ricostruiti nel 1679 conservando lo scopo primigenio ma assumendo negli anni l'aspetto che conosciamo oggi. Ecco allora che le ossa umane cominciarono a disporsi sulle nuove pareti, definendo lugubri raffigurazioni della M di Maria, del monogramma di Cristo e delle croci, in un’atmosfera che è al contempo sacra e funerea, spettrale e spirituale: un forte richiamo al memento mori. Entrando nella cappella l'impatto visivo è potente e sovrasta il visitatore con un’angosciante opulenza di morte appena stemperata dal Trionfo di anime in un volo di angeli di Sebastiano Ricci (del 1695), che affresca la volta.
L’ossario è luogo di culto e meditazione, ma poteva mancare di un retroterra paranormale, del suo mistero? Da secoli vi aleggia una leggenda che prende corpo dalla probabile presenza dei resti di bambini defunti prematuramente a causa delle malattie e delle dure condizioni di vita.
Si narra che ogni anno, il 2 novembre, Giorno dei Morti, il fantasma di una infante appaia a fianco dell’altare muovendo i passi in una sorta di danza assieme ad altri spiriti pronti a seguirla. Secondo alcuni in quelle ore sarebbe possibile percepire scalpiccii e risate innocenti fino sul sagrato della Chiesa, come se gli scheletri trovassero per qualche istante la libertà di tornare in vita.
San Bernardino alle Ossa nei secoli è diventato un simbolo sui generis di Milano, influenzando l’arte e la cultura della città: ha ispirato artisti, poeti e scrittori, molti dei quali ne hanno descritto il fascino oscuro nelle loro opere. Anche i visitatori internazionali rimangono ammaliati dalla singolarità di questo luogo, che per certi versi ricorda le catacombe di Parigi o i celebri ossari europei pur conservando un’aura e una storia senza paragoni.
La chiesa di San Bernardino alle Ossa è aperta al pubblico e ogni anno migliaia di visitatori varcano la soglia della cappella per percepirne l’intreccio di macabro e sacro: un promemoria crudo e tangibile del valore della vita, ma anche dell’ineluttabilità della sua fine.