L’ossario è luogo di culto e meditazione, ma poteva mancare di un retroterra paranormale, del suo mistero? Da secoli vi aleggia una leggenda che prende corpo dalla probabile presenza dei resti di bambini defunti prematuramente a causa delle malattie e delle dure condizioni di vita.
Si narra che ogni anno, il 2 novembre, Giorno dei Morti, il fantasma di una infante appaia a fianco dell’altare muovendo i passi in una sorta di danza assieme ad altri spiriti pronti a seguirla. Secondo alcuni in quelle ore sarebbe possibile percepire scalpiccii e risate innocenti fino sul sagrato della Chiesa, come se gli scheletri trovassero per qualche istante la libertà di tornare in vita.
San Bernardino alle Ossa nei secoli è diventato un simbolo sui generis di Milano, influenzando l’arte e la cultura della città: ha ispirato artisti, poeti e scrittori, molti dei quali ne hanno descritto il fascino oscuro nelle loro opere. Anche i visitatori internazionali rimangono ammaliati dalla singolarità di questo luogo, che per certi versi ricorda le catacombe di Parigi o i celebri ossari europei pur conservando un’aura e una storia senza paragoni.
La chiesa di San Bernardino alle Ossa è aperta al pubblico e ogni anno migliaia di visitatori varcano la soglia della cappella per percepirne l’intreccio di macabro e sacro: un promemoria crudo e tangibile del valore della vita, ma anche dell’ineluttabilità della sua fine.
Di Enrico Pietra