Luoghi del Cuore Fai 2024/2025: la classifica provvisoria dei più votati in Lombardia

Tante segnalazioni per il singolare Cuore di roccia, il Museo delle Pietre Coti e dei Coderocc a Pradalunga (Bergamo), che valorizza una tradizione artigiana tipica della Valle Seriana, tramandata sin dall’epoca romana. La pietra cote, utilizzata dai contadini per l’affilatura degli utensili da taglio, come le falci fienaie, è un oggetto umile, di uso quotidiano ma indispensabile. La sua produzione a Pradalunga è documentata negli Statuti di Bergamo del 1248 e già all'epoca le pietre coti si esportavano verso il Nord Europa. Le pietre, dalla particolare forma affusolata, venivano lavorate dopo l’estrazione dalle cave sul monte Misma sovrastante il paese, la cui roccia ha una peculiare composizione minerale che permette di affilare le lame senza rovinarle, né consumarle troppo, consentendo di allungare di molto la loro durata nel tempo. Il Museo Laboratorio, oggi di proprietà comunale, è allestito negli ambienti della ex Ligato Fratelli, gli ultimi di una dinastia di produttori documentata già nel XV secolo. Cessata l’attività nel 2023, i locali trasformati in sede espositiva restituiscono una veritiera rappresentazione delle modalità e delle condizioni di lavoro, poiché gli ambienti, che risalgono a epoche differenti, conservano strumenti di lavoro originali e reperti storici. Il museo viene votato non soltanto per rendere più nota questa tradizione, ma anche perché venga arricchito e valorizzato, insieme ai suoi spazi.

Molti voti anche per il Villaggio Saffa a Magenta (Milano). La Saffa è nata nel 1932 dalla fusione delle fabbriche italiane dell'industria fiammiferaia, con a capo la più grande, la De Medici di Magenta. Lo stabilimento Saffa arrivò a produrre 45 miliardi di fiammiferi all’anno, ricavati soprattutto da tronchi di pioppo. Negli anni Sessanta l’ingegner Pietro Molla, direttore generale e marito della futura santa Gianna Beretta, che risiedeva con la famiglia nel villaggio, visto il ridursi del consumo di fiammiferi e cerini, convertì l’azienda alla produzione di accendini a gas, senza tuttavia riuscire a risollevarne le sorti; nel 2002 si arrivò alla chiusura definitiva. Come il più famoso Villaggio Crespi a Crespi d’Adda, il Villaggio Saffa si configura come una vera e propria frazione a se stante ed è costituita da un complesso di edifici distinti, costruiti tra gli inizi del ‘900 e il 1962. Il villaggio era destinato ad accogliere le famiglie dei lavoratori dello stabilimento di Ponte Nuovo e a ospitare funzioni sociali ed educative a servizio della comunità, dalla chiesa alla scuola fino alla mensa. Diverse strutture ebbero tra gli anni ’50 e ‘60 un progettista di eccezione, l’architetto milanese Giovanni Muzio, autore della chiesa, della scuola primaria e del cinema-teatro, ora in disuso, in mattoni pieni rivestiti da piccole piastrelle di cotto. Il villaggio viene votato per auspicarne il pieno recupero e la valorizzazione.

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