Dal 19 al 24 novembre 2024 la Sala Grande del Teatro Franco Parenti di Milano (via Pier Lombardo 14) ospita lo spettacolo Il misantropo di Molière (traduzione di Valerio Magrelli), interpretato da Fausto Cabra con Matteo Delespaul, Pietro De Pascalis, Angelo Di Genio, Filippo Lai, Margherita Laterza, Francesco Maisetti, Marina Occhionero, Guglielmo Poggi, Andrea Soffiantini, Maria Luisa Zaltron e la partecipazione di Corrado D’Elia; la regia è di Andrée Ruth Shammah.
Questa edizione vivace del Misantropo, rispettosa del testo e delle sue intenzioni ancora così vive, prosegue la ricerca di Shammah su Molière nella volontà non solo di portare lui verso di noi, ma soprattutto di avvicinare noi a lui. Un omaggio a uno dei più grandi uomini di teatro di tutti i tempi.
Nel 1666 Molière debutta con il suo Misantropo: una commedia amara e filosofica, anomala e profetica, secondo molti il suo capolavoro. Definito uno dei testi più crudeli di Molière, l’opera è uno spaccato impietoso della società barocca, nato dalla sua solitudine e dalla crisi per la censura di Don Giovanni e Tartufo, nonché dalla separazione dalla moglie Armande. Il misantropo rinuncia alla comicità dirompente tipica dell’autore francese: è un lavoro totalmente al presente, violento, potente, perturbante; una commedia tragica, venata di una forma di umorismo instabile e pericolante, che porta in sé, appena al di sotto della superficie comica, le vive ferite e il prezzo altissimo costato al suo autore.
In essa emergono le nevrosi, i tradimenti, i dolori di un personaggio capace di trasformare tutto il proprio disagio e la propria rabbia in una formidabile macchina filosofica, esistenziale e politica, che interroga e distrugge qualunque cosa incontri nel suo percorso. Ma questa commedia è allo stesso tempo anche il dramma di un essere inadeguato alla realtà, l'allucinata tragedia di un uomo che si scontra con il femminile.
Il protagonista, Alceste, interpretato da Fausto Cabra, è un giovane rabbioso di sincerità, calato in un mondo ipocrita e ciarliero, il mondo che permette il nascere di chi come Tartufo prospera in un clima di ipocrisia. Ha una sua dirittura morale, un suo rigore intransigente, pretende di dire sempre la verità, anche quando è scomoda. Alceste è un isolato, che scava intorno a sé un abisso incolmabile, nel quale finisce con lo sprofondare anche il suo amore per Célimène, la civettuola per antonomasia, interpretata da Marina Occhionero, leggiadra e superficiale, che accetta le lusinghe di tutti. Una signora dei salotti attorniata da una corte mondana. Il personaggio di Célimène non vuole rinunciare a niente, né all’amore esclusivo di Alceste, né al gioco seduttivo della sua schiera di pretendenti. Alceste, d’altra parte, s’impegna in una lotta che combatte nella solitudine del suo orgoglio, sorretto da una fede cieca nella bontà delle sue idee. Tappa per tappa, finiscecon lo scoprire che non c'è posto per lui in quel mondo; è la fine dell'utopia della verità, il naufragio di un'idea, piuttosto che un volontario isolamento.
Orari: martedì alle 20.00; mercoledì, venerdì e sabato alle 19.45; giovedì alle 10.00 e alle 21.00; domenica alle 16.15. Biglietti (esclusi diritti di prevendita): settore A 38 euro (ridotto 28 euro per under 26 e over 65); settore B 28 euro (ridotto 20,50 euro per under 26, over 65 e convenzioni); settore C 20,50 euro (ridotto 18 euro per under 26, over 65 e convenzioni). Per info 02 89731800.