Dal 21 novembre al 20 dicembre 2024 la galleria domestica al 25° piano della Torre GalFa a Milano (via Alfredo Campanini 12, interno 253) ospita la mostra Aldiqua: storia dall’alba degli uomini, a cura di Luca Cantore D’Amore e dedicata a Dario Ballantini.
Si tratta del nuovo appuntamento di Gad - Galleria d’Arte Domestica, il ciclo di mostre organizzate da Crudemon, in cui le opere vengono esposte in modo informale alle pareti di una casa, proprio dove ogni appassionato o collezionista vorrebbe vederle, con vista a 360 gradi sulla città di Milano.
Ballantini indaga temi universali e senza tempo, immergendo lo spettatori in un viaggio tra le incertezze, i vuoti e le inquietudini dell’essere umano: l’esposizione è un invito a esplorare il mistero dell’esistenza attraverso opere che colpiscono per il loro potere evocativo. Gli occhi dei suoi personaggi - spenti, profondi, e al tempo stesso inquietanti - raccontano le domande cosmiche che ogni uomo si pone, mentre ogni pennellata sembra catturare frammenti di un vuoto universale che appartiene a tutti noi.
Le opere di Dario Ballantini esplorano il senso enigmatico dell'esistenza, trasmettendo inquietudini e riflessioni senza ricorrere a rappresentazioni esplicite. Sulla tela, i suoi lavori evocano un movimento fluido e indefinito, caratterizzato da forme irregolari e da un uso del colore che emerge come elemento primario, spesso in contrasto con una tonalità cupa e corrosiva.
Ballantini pone al centro della sua arte l'imperfezione umana. Non ricerca la grazia estetica convenzionale: nelle sue opere anche l'asimmetria e la deformità possiedono un'armonia intrinseca, riflettendo la complessità e il caos della vita stessa. Questo equilibrio tra tensione e bellezza è frutto del suo talento, capace di trasformare scenari complessi e sgraziati in esperienze visive intense e significative.
L'inaugurazione è fissata per le ore 19.00 di giovedì 21 novembre. La mostra è poi aperta al pubblico fino a venerdì 20 dicembre dal lunedì al venerdì su appuntamento in orario 10.00-17.00. L'ingresso è gratuito, per info 02 91320473.
Dario Ballantini nasce a Livorno nel 1964, ha i primi incontri con la pittura ed il teatro già tra le mura di casa con un padre che dipinge in stile neorealista, uno zio post macchiaiolo, un nonno attore di compagnie filodrammatiche ed un altro zio, tenore mancato. È colpito dalle riproduzioni delle opere di Renato Guttuso, Pablo Picasso ed Ennio Calabria, ammirate nei volumi degli Editori Riuniti distribuiti dal padre. Si appassiona ai fumetti (Jacovitti e gli autori Marvel) tentando di realizzarne alcuni. Frequenta un corso di tratteggio tenuto da Giulio Guiggi (1912-1993). All'età di 16 anni visita al museo d'arte moderna di Parigi la grande mostra su Amedeo Modigliani le cui opere influenzeranno in parte la sua formazione. Si diploma nel 1984, conseguendo la maturità artistica, iniziando ad esporre le sue opere in Toscana già dal 1985 ed alternando, fin dall'inizio, la carriera di trasformista a quella di pittore per circa 10 anni. Nel 1989 frequenta un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Leonardo Baglioni e nello stesso anno espone alla Galleria Teorema di Firenze. Questa mostra determinerà un momento di crisi. Realizza ritratti di alcuni personaggi come Erminio Macario, Bice Valori e Fred Buscaglione.
Nel corso della sua carriera inizia a distinguersi anche come abile trasformista, cominciando ad impersonificare personaggi dello spettacolo, curando personalmente trucco e costumi con i quali si esibisce in varie messe in scena, per le quali tra l'altro era già approdato sorprendentemente, nel 1983, ad un programma tv di giovani talenti, condotto da Corrado Mantoni su Canale 5. Negli anni gli spettacoli di cabaret si vanno perfezionando, con spiccato taglio trasformistico-artigianale fino ad arrivare all'incontro con Antonio Ricci che gli consentirà di approdare, in seguito, al tg satirico Striscia La Notizia con molteplici imitazioni e performance che lo vedono tuttora in attività.
Dario Ballantini alterna la carriera televisiva a quella artistica, rinnovando costantemente il suo stile. Nel 2002 torna alla pittura con una mostra curata da Giancarlo Vigorelli, mentre nel 2007 ottiene il prestigioso premio A.B.O. per la pittura. Realizza scenografie per il tour di Ivano Fossati e pubblica una monografia sulla sua arte. Espone in luoghi prestigiosi come Castel dell’Ovo a Napoli, la Triennale Bovisa a Milano e la Biennale di Venezia, collaborando con critici come Achille Bonito Oliva e Vittorio Sgarbi. Nel tempo amplia il suo repertorio con sculture, loghi e performance teatrali, come Da Balla a Dalla, e opere murali in spazi iconici, tra cui Wynwood Walls a Miami. Affronta tematiche come l’identità e la psicologia, ricevendo premi e riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Flaiano e il Golden Alley.