Teatro alla Scala, via i ponteggi dalla facciata: il restauro svelato per la prima del 7 dicembre 2024

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Milano, 21/11/2024.

La facciata, restaurata, del Teatro alla Scala di Milano torna visibile per la Prima del 7 dicembre 2024 e, grazie all’opera di recupero avviata e finanziata dall’Amministrazione comunale, si mostra con i colori cancellati dal tempo. È in fase di rimozione il ponteggio in piazza della Scala e alla sua conclusione il restauro che, a vent’anni dal precedente, per dieci mesi ha interessato il fronte principale del tempio della lirica. Lo smontaggio viene ultimato in vista dell’inaugurazione della stagione scaligera ma è già in parte visibile l’esito dell’opera di conservazione, avviata nel febbraio 2024.

Dopo 240 giorni di interventi di pulitura, consolidamento e protezione delle superfici, gli elementi architettonici hanno ritrovato le cromie cancellate dall’azione dell’inquinamento e degli agenti atmosferici, sia negli stucchi rosati sia negli intonaci di fondo. Ad emergere, in particolare, sono i colori del timpano, che sovrasta la facciata ed ospita il bassorilievo del Carro di Apollo: la raffigurazione del mito di Fetonte si staglia ora su uno sfondo color cielo.

L’intervento di restauro proseguirà sul basamento e, nei prossimi mesi, sulle altre facciate monumentali di via Verdi, largo Ghiringhelli e via Filodrammatici.

La facciata principale è la parte del Teatro alla Scala che, dal 1778 ad oggi, ha subito meno modifiche rispetto al progetto originario. Il teatro fu fatto edificare da Maria Teresa d’Austria sull’area della chiesa trecentesca di Santa Maria della Scala, su progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini e inaugurato il 3 agosto 1778 con un’opera di Antonio Salieri, l’Europa Riconosciuta. Nel 1807 venne rinnovato con decorazioni sulla volta e nei palchi, che si affacciano sui saloni ancora oggi, e nel 1813 il palcoscenico fu allargato a spese di alcuni edifici demoliti nell'attuale via Verdi. Nel 1835 furono aggiunti i due piccoli corpi laterali alla facciata, mentre nel 1858 vennero demolite tutte le costruzioni tra il Teatro alla Scala e Palazzo Marino e aperta la piazza. Due anni dopo la Scala si accese di illuminazione a gas, mentre l’energia elettrica fece il suo ingresso in teatro nel 1883.

Il 16 agosto 1943 nel bombardamento che colpì Milano vennero distrutti il tetto, la volta, lunghi tratti dei quattro ordini dei palchi, i magazzini dei costumi, i camerini, le sale di studio, del coro e di ballo e i laboratori scenici. Dal 1945 al 1946, la ricostruzione e il ritorno di Toscanini. L’opera inaugurale, La gazza ladra, l'11 maggio 1946 fu lo spettacolo simbolo della rinascita della città di Milano: 5 mila persone erano presenti all'interno del teatro e diverse migliaia in piazza della Scala e nelle vie adiacenti attrezzate con altoparlanti.

Nell'ultimo restauro tra il 2002 e il 2004 sono state recuperate pitture alle pareti e intarsi dorati e, su progetto dell'architetto Mario Botta, sono state create una torre scenica e una ovale.

Progettato dagli specialisti della Direzione tecnica e arredo urbano - Area edilizia culturale, in coordinamento con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano, l’intervento iniziato nel febbraio 2024 ha interessato sia le superfici lapidee sia intonacate della facciata principale del Teatro alla Scala ed è stato sviluppato sulla base della documentazione storica e di una campagna di rilievi e di analisi stratigrafiche. Le operazioni di pulitura, consolidamento e protezione hanno riguardato materiali ed elementi architettonici diversi: il basamento grigio-rosa in granito di Baveno, le lesene, le colonne, i timpani di tutte le finestre, la trabeazione e la cornice del grande timpano, in pietra di Viggiù (un’arenaria di colore grigio-paglierino) e pietra di Saltrio, infine gli stucchi e gli intonaci del timpano superiore, le balaustre e orifiamma alla sommità.

Gli interventi hanno permesso di rimuovere i depositi costituiti dall’inquinamento atmosferico e dalle particelle di ferro provenienti dalla linea tranviaria davanti al teatro, che avevano ingrigito le superfici lapidee e formato una patina rosso-arancio per la naturale ossidazione del ferro, alterando l’aspetto dei vari componenti, mentre agenti atmosferici corrosivi avevano consumato la pellicola pittorica sulle superfici intonacate.

In particolare, grazie ai rilievi e alla rilettura di lacerti di intonaco preesistenti, è stato riportato alla luce il colore del timpano che corona il prospetto, con il bassorilievo in stucco realizzato dallo scultore Giuseppe Franchi su disegno del Piermarini. Il soggetto è l’allegoria del Carro del Sole inseguito dalla Notte (o Carro di Apollo o di Fetonte), stagliato su uno sfondo celeste.

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