Metal Panic, mostra di Marcello Maloberti

© Andrea Rossetti
Pac - Padiglione d'Arte Contemporanea Cerca sulla mappa
DA Mercoledì27Novembre2024
A Domenica09Febbraio2025

Dal 27 novembre 2024 al 9 febbraio 2025 presso il Pac - Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano (via Palestro 14) è aperta al pubblico la mostra Metal Panic, la più ampia e completa esposizione mai dedicata all’opera di Marcello Maloberti. La mostra - promossa dal Comune di Milano (Cultura) e prodotta dal Pac e Silvana Editoriale - rappresenta una dichiarazione d’amore alla città di Milano, che fin dagli esordi ha accompagnato l’artista nella costruzione della sua pratica.

Curata da Diego Sileo, l’esposizione è pensata come un libro d’artista che raccoglie e intreccia tutti i temi fondanti della ricerca di Maloberti, come l’elevazione della parola scritta nella sua dimensione poetica, la sacralità del quotidiano, l’attenzione ai cambiamenti e alle trasformazioni del paesaggio urbano, attraverso un nucleo di lavori degli anni Novanta, opere più recenti e produzioni inedite. L’idea di lavori in corso pervade l’intero percorso espositivo e si concretizza nella scelta di usare attrezzatura e materiali da cantiere per la creazione delle opere. Molte di queste, infatti, sono pensate appositamente per gli spazi del Padiglione, come se si trovassero ancora dietro le quinte o in progress, prendendo forma in mezzo al pubblico ed evocando in esso una sensazione di stare tra le cose.

L’artista invita lo spettatore ad abbandonare i propri preconcetti visivi già all’esterno del Pac, su cui si staglia Cielo (2024), un’installazione performativa costituita da una scritta ribaltata al neon posta a venti metri d’altezza e sorretta dal braccio meccanico di un camion. Ispirandosi a uno dei suoi grandi maestri, Piero Manzoni, l’artista capovolge il punto di vista dell’osservatore creando un monumento/anti-monumento, una colonna infinita, una fuga verso l’alto. Immaginando l’intera mostra come un cantiere contemporaneo in continua trasformazione, dove tutto pare sospeso e in potenza, Maloberti modifica lo spazio fisico alterando l’estetica dell’edificio con l’installazione site-specific Ultimatum (2024), che ricopre parzialmente la facciata con elementi in acciaio zincato.

Nella costruzione della mostra rappresentano un elemento cardine le didascalie, costituite da due lastre in acciaio zincato incise ricalcando la grafia dell’artista. Collocate all’altezza dello sguardo, non si limitano a fornire informazioni allo spettatore, ma si stagliano come una linea dell’orizzonte in un alternarsi di pieni e vuoti che ricorda le righe di un quaderno. Maloberti pensa alle didascalie anche come a una nuova opera, Incipit (2024), nella quale ciascun titolo rappresenta il principio di un libro mai scritto.

L’atto di ribaltare, frequente nella poetica dell’artista, caratterizza l’opera M (2024) in cui il gesto assume una specifica valenza politica. Il titolo è, infatti, un rimando alla M di Mussolini mentre la sua posizione capovolta emula il corpo del dittatore esibito in piazzale Loreto il 29 aprile 1945. Il cartello stradale che segna l’ingresso nella città di Milano riveste simbolicamente la funzione di porta, una soglia rovesciata e, dunque, inaccessibile al pubblico. Nella stessa sala, un insolito fregio decora la parete d’ingresso: Chance di un capolavoro (2024), titolo che riprende un’opera di Marco Mazzucconi del 1989. Qui l’artista neutralizza la pericolosità delle forbici - altro elemento ricorrente della sua pratica - con delicate piume d’oca bianche in un gesto di iperdecorativismo.

Maloberti interviene nuovamente sull’architettura dello spazio con l’opera Tilt (2024), dove un guardrail, che solitamente funge da dispositivo di sicurezza stradale, è qui incastonato su basamenti in marmo Bianco Altissimo Henraux, disegnando una curva dal profilo tagliente che obbliga lo spettatore a compiere un percorso prestabilito dall’artista. Spaventi sonori improvvisi, che evocano un passato primordiale, si propagano come un canto per tutti gli ambienti del Pac: una musica mai sentita prima è prodotta da uno strumento particolare, le canne di un fucile sono diventate flauti. L’opera video Metal Panic (2024) mostra come l’arte è in grado di trasformare la funzione originaria degli oggetti.

Nel parterre otto neon di diverse dimensioni danno forma a Martellate (2024), un progetto che Marcello Maloberti porta avanti da più di trent’anni e che racchiude alcuni degli slogan filosofici, degli aforismi e delle poesie più celebri dell’artista. Nella Project Room del Pac, l'artista torna alle proprie radici presentando una selezione di lavori particolarmente significativi per il suo percorso artistico, per gran parte realizzati negli anni Novanta. Tra questi, Famiglia Metafisica (1990) ritrae l’artista insieme alla madre e alla nonna al centro del suo salotto a Casalpusterlengo (Lodi): l’immagine racconta di una realtà domestica e di provincia, con un forte richiamo al Neorealismo.

In una fotografia scattata nel 2006, Maloberti è, invece, appeso al cartello stradale di Casalpusterlengo. Il cartello è stato conservato per diventare più di dieci anni dopo una performance presso la Triennale di Milano. In occasione della mostra è collocato negli spazi del Padiglione con l’installazione Kasalpusterlengo (2015): il segnale stradale appare a terra, come un reperto archeologico, un frammento dal quale l’artista non si è mai voluto separare.

Durante il periodo di apertura della mostra, ogni sabato e domenica viene proposta al pubblico la performance La Suggeritrice (2024) che coinvolge direttamente i visitatori. In occasione dell’ultimo weekend di mostra, viene inoltre realizzata la performance Baciamano, con protagonista l’attore Ninetto Davoli.
 
La mostra è aperta al pubblico nei seguenti orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30; giovedì dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso. Biglietti 8 euro (ridotto da 4 a 6,50 euro) + diritti di prevendita. Ad accompagnare il pubblico tra le opere una guida gratuita alla mostra a cura di Giulio Dalvit. Per info 02 88446359.

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