PlayLab, la nuova area per bambini del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano

PlayLab è organizzato in 5 stanze e propone 2 diverse modalità di fruizione: 4 caratterizzate da installazioni artistiche e attività di esplorazione, costruzione e storytelling, dove i bambini e le bambine insieme ai loro adulti accompagnatori possono muoversi in modo libero. L’ultima - l’Atelier - è dedicata a percorsi strutturati, seguendo la tradizione dei laboratori interattivi del museo, e invita ad approfondire, sperimentare, condividere idee e riflettere sulle proprie esperienze. Le stanze incoraggiano le piccole visitatrici e i piccoli visitatori a non separare le tante dimensioni dell’esperienza di apprendimento, né a semplificarla; cercano piuttosto di renderla più ricca attraverso linguaggi e strumenti di esplorazione e scoperta molto diversi fra loro. Per questo motivo ogni stanza ha una sua caratteristica e nasce dal dialogo e dalla progettazione condivisa tra lo staff educativo e altre figure, interne al museo (designer, curatori e conservatori) ed esterne (artisti, insegnanti e pedagogisti).

La prima stanza è un bosco di quinte e sagome che ricordano alberi con chiome di foglie in equilibrio: nidi dove dondolare e nascondersi, un paesaggio sonoro fatto di canti di uccellini, rumori e fruscii del bosco che circonda e invita a prendere tempo e ad ascoltare. Qui, il tatto e l’ascolto fanno da guida per la scoperta degli stimoli. La stanza accoglie Where We Find Ourselves, un’installazione che nasce dalla collaborazione con Andrew Amondson, artista e film-maker statunitense che vive a Berlino; e i Nidi di Andrea Salvetti, insieme sculture e oggetti di design, creati dalla volontà di conoscere, maneggiare e interpretare le proprietà dei materiali dando vita a cose nuove che uniscono le discipline.

La seconda stanza accoglie Le Beau Chantier, un’installazione site-specific che nasce dalla collaborazione con due scultori, performer e coreografi francesi, Yvan Clédat e Coco Petitpierre. Si tratta di un grande spazio popolato da strutture semplici, tutto da inventare: cerchi, triangoli, forme in gommapiuma morbide e colorate che bambine, bambini e adulti accompagnatori possono usare, combinare e indossare per immaginare e costruire il proprio ambiente-paesaggio.

La terza stanza propone tante attività che cambiano in base alla programmazione. Ad esempio, si disegna con fasci di luce e materiali trasparenti e si esplorano i riflessi per riempire di animali un immaginifico bosco digitale; si gioca con la luce, il corpo e gli oggetti di scena come sul palco di un grande teatro d'ombre trasformando la nostra sagoma in chimere e figure fantastiche. Lo spazio mette in dialogo l’analogico con il digitale con il bosco di Luceun’installazione di arte digitale nata dalla collaborazione con il Collettivo AuroraMeccanica. Ospita anche Luminis, creata dallo studio di progettazione MioCugino.

Infine, la quarta stanza è quella delle storie e degli oggetti, che aspira a creare connessioni con le collezioni del museo attraverso lo storytelling e il gioco simbolico. Insieme, ci sono anche oggetti della vita quotidiana e l’opera d’arte LdV/P.90 creata da Tristan Blondeau in un tentativo di ampliare ancora di più il modo di esplorare il mondo. Adulti, bambine e bambini sono incoraggiati a osservare gli oggetti esposti da punti di vista insoliti, a conoscere le loro storie e quelle di chi ha scelto di collezionarli e, allo stesso tempo a creare una propria storia attraverso la quale cercare e costruire identità, senso e significato.

L’ultimo ambiente, l’Atelier, è uno spazio in cui lo staff educativo del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, affiancato talvolta da ospiti speciali quali artisti, musicisti, attori o storyteller, propone un programma di attività facilitate per il pubblico scolastico e per le famiglie dando modo alle piccole visitatrici e ai piccoli visitatori di dedicare del tempo ad un lavoro più approfondito. La proposta educativa, progettata in modo da non orientare verso un’unica soluzione, consente lo sviluppo di percorsi personali, mettendo al centro dell’esperienza chi apprende. Ambiente, materiali e strumenti integrano diversi linguaggi: parole, immagini, suoni, oggetti tecnologici e analogici sono stati scelti nel tentativo di rompere degli schemi tradizionali e generare nuovi punti di vista e modi di apprendimento aperti e inclusivi.

«PlayLab è, oggi, l’espressione della nostra più avanzata riflessione pedagogica e il risultato di una lunga ricerca in temi, approcci e linguaggi che vogliono valorizzare la natura complessa e meravigliosa dell’infanzia. Lo staff educativo ha lavorato per 3 anni in stretta collaborazione con lo staff della Divisione Creativa del museo, con artisti internazionali e con esperte ed esperti dell’ambito per realizzare uno spazio educativo, un programma di attività e dar vita a un’esperienza che possano essere il più possibile speciali e allo stesso tempo accoglienti, contribuendo a far diventare i musei un luogo di appartenenza e a costruire un rapporto positivo con la scienza fin dalla più giovane età», afferma Maria Xanthoudaki, direttrice Education del museo.

L’accesso a PlayLab è consentito solo su prenotazione ed è incluso nel biglietto di ingresso del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci (intero 10 euro, ridotto 7,50 euro per bambini e giovani da 3 a 26 anni e over 65). I bambini e le bambine devono essere accompagnati da un adulto per tutta la permanenza nell'area; è consentito accedere solo senza scarpe e i percorsi nell’atelier non danno accesso agli altri ambienti di PlayLab. Ulteriori informazioni e prenotazioni via email o telefonando allo 02 48555558.

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