Milano, 03/12/2024.
Torna dal 4 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025 la grande mostra di Natale a Palazzo Marino, l’appuntamento ormai tradizionale con la grande arte italiana e internazionale che ogni anno regala ai milanesi un’esposizione straordinaria, gratuita e allestita in Sala Alessi, il grande e storico salone di rappresentanza del Comune di Milano.
Per tutte le feste milanesi e turisti possono ammirare gratuitamente un grande capolavoro del Rinascimento italiano ed europeo: La Madonna con il bambino e i santi Simone e Giuda, nota come La Madonna di San Simone di Federico Barocci, una grande pala d’altare proveniente dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino. La mostra è a ingresso libero ed è aperta tutti i giorni in orario 9.30-20.00 (aperture in orario ridotto solo nelle seguenti date: 7 dicembre, 9.30-12.00; 24 e 31 dicembre, 9.30-18.00; 25 dicembre, 14.30-18.30), con ultimo ingresso 30 minuti prima dell'orario di chiusura. I visitatori vengono accolti da storici dell’arte, coordinati da Civita, che li accompagnano in gruppi con visite guidate gratuite.
«L’appuntamento natalizio con l’arte a Palazzo Marino è ormai un momento tradizionale per la città di Milano, un'occasione per avvicinarsi alla bellezza e alla devozione durante le festività», commenta l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi: «quest’anno, con La Madonna di San Simone di Federico Barocci, offriamo alla città un’opera straordinaria, che celebra la grande tradizione rinascimentale italiana, ammirata in ogni epoca da tutto il mondo. Grazie alla preziosa collaborazione con Intesa Sanpaolo, Rinascente e tutte le realtà che ci sostengono, questa mostra donata alla città diventa anche il simbolo dell'arte come strumento capace di unire risorse e comunità. Lo stesso spirito si ritrova nell’iniziativa Natale nei borghi, che propone la medesima esperienza anche nei quartieri milanesi, valorizzando il patrimonio artistico diffuso e accompagnando i cittadini e le cittadine in una riscoperta delle nostre radici».
Realizzata tra il 1566 e il 1567 dal grande pittore urbinate Federico Barocci, la pala monumentale (realizzata in olio su tela e su carta, cm 283 x 190) è stata una dei protagonisti della grande retrospettiva dedicata all'artista al Palazzo Ducale di Urbino, dal 19 giugno al 6 ottobre 2024, e costituisce uno dei capolavori della Collezione della Galleria Nazionale delle Marche.
Federico Barocci (Urbino, 1533-1612) è erede diretto del classicismo di Raffaello (Urbino, 1483-Roma, 1520) e la sua opera chiude idealmente la grande stagione rinascimentale e, allo stesso tempo, quella altrettanto straordinaria del ducato di Montefeltro, dominata artisticamente da nomi che hanno fatto la storia dell’arte come Piero della Francesca e Donato Bramante. Definito dal Vasari giovane di grande aspettazione, fin da subito Barocci viene presentato come il nuovo Sanzio, tornato a riportare la gloria alla città ducale; ma, mentre Raffaello imbocca giovanissimo la via per Roma, Federico Barocci a trent’anni, dopo importanti soggiorni e commissioni a Roma, compie la scelta, inconsueta all’epoca, di restare nella sua città natale, lontana dai grandi centri culturali. Ciò nonostante, Barocci diviene interlocutore di papi, sovrani e imperatori, anche grazie alla mediazione del suo signore e amico, il duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere. Diviene anche uno dei pittori prediletti da Federico Borromeo, cardinale e arcivescovo di Milano dal 1595, la cui passione per l’arte lo porta a rivolgersi a numerosi artisti stranieri per arricchire la sua collezione, contribuendo a fare di Milano una città inclusiva e aperta all’arte internazionale: ecco il motivo dell'acquisto, all’inizio del Seicento, di una splendida Natività di Barocci, che si può ammirare alla Pinacoteca Ambrosiana.
Il percorso artistico di Federico Barocci viene definito, attraverso quasi sei decenni di attività, dalle sue pale d’altare. Per il periodo storico, il numero delle pale realizzate da Barocci è assolutamente eccezionale, considerando anche il fatto che esse rappresentano la stragrande maggioranza della sua produzione artistica. Barocci ha in realtà eseguito anche affreschi, opere religiose, alcuni splendidi ritratti e un unico dipinto profano, ma è la trentina di pale d’altare a definire il profilo del suo lavoro.
Realizzata intorno al 1567, la Madonna di San Simone sovrastava l’altare della settima cappella della chiesa urbinate di San Francesco. La tela rappresenta San Giuda Taddeo, identificato con l’alabarda del suo martirio, alla destra della Madonna; San Simone, riconoscibile grazie alla sega usata dai suoi aguzzini per ucciderlo; e alla sinistra del gruppo principale la Vergine col Bambino. Straordinaria è la capacità di Barocci di evocare la tenerezza umana, appresa soprattutto da Correggio, in particolar modo nella figura della Vergine che insegna a suo figlio a leggere. Oltre ai soggetti sacri, appaiono in fondo a destra anche i ritratti dei committenti, donatori dell’opera alla Chiesa, i quali esprimono una grande vivida partecipazione alla scena sacra, simbolo di una devozione personale e collettiva.
L'esposizione è curata da Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari (gli stessi curatori della grande monografica organizzata dal Palazzo Ducale di Urbino) ed è arricchita da un prezioso disegno autografo di Barocci, proveniente dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco, preparatorio per una figura di devota nella pala della Madonna del Popolo, dipinto oggi conservato agli Uffizi. Realizzato tra il 1575 e il 1579, il foglio offre la possibilità di immergersi nel processo creativo di Barocci, scoprendo le tecniche e i segreti dietro la realizzazione di uno dei suoi capolavori più ammirati. Si tratta infatti del frammento di un grande cartone, disegnato a carboncino e a gessetto bianco, dove i contorni della figura sono incisi con uno stilo per il ricalco della composizione direttamente sulla pala. Ora il disegno viene esposto a Palazzo Marino, a pochi passi dal Palazzo Belgioioso, dove era conservato dalla fine del Settecento e fino al 1943, anno in cui fu donato alle collezioni civiche milanesi.
L’allestimento scenografico, concepito dall'architetto Franco Achilli e arricchito dalle illustrazioni di Carlo Stanga, offre ai visitatori un’immersione nel complesso intreccio di relazioni e associazioni che caratterizzavano la città di Urbino all’epoca di Barocci. Questo intreccio include il profondo legame culturale e artistico della città con l’artista marchigiano, così come il suo rapporto con Milano e l’influenza esercitata su di lui da Bramante. Barocci, infatti, riconosceva pienamente il valore simbolico e civile dell’architettura, inserendo nei suoi lavori i manufatti più iconici di Urbino, distintivi della città, come ambientazioni o scorci, all’interno delle sue opere. Il progetto grafico è stato curato da Paola Pellizzi.
Dal 10 dicembre 2024, in Sala Arazzi, accanto al tradizionale video che conclude la mostra natalizia di Palazzo Marino, quest’anno i visitatori possono ammirare anche un prezioso Presepe napoletano del Settecento. Questa straordinaria opera, testimonianza dell’arte partenopea iniziata nel XVIII da Giuseppe Sanmartino, proviene dal Castello Sforzesco di Milano. Il presepe è composto da statuine, animali e accessori di varie dimensioni, disposti su una scenografia classico-popolare nota come scoglio. Un meticoloso restauro eseguito nel 1999 ha permesso di identificare la mano di celebri plasticatori dell’epoca, tra cui Lorenzo Vaccano, Matteo Bottigliani, Giovanni Battista Polidoro, oltre ai seguaci di Sanmartino e Francesco Celebrano.
Quest’anno la grande mostra di Natale di Palazzo Marino si arricchisce con l’iniziativa Natale nei borghi, realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano e l’Associazione Antichi Borghi Milanesi. L’obiettivo è non solo valorizzare i borghi come nuclei urbani, ma anche far scoprire, attraverso percorsi culturali, opere d’arte figurativa custodite negli edifici religiosi che caratterizzano i diversi quartieri della città: chiese, santuari, abbazie e oratori, con particolare attenzione ai soggetti relativi alla Natività, all’adorazione dei Magi e alle figure della Sacra Famiglia dal Medioevo a tutto il Novecento.
Dal 14 dicembre 2024 al 5 gennaio 2025 è possibile partecipare a visite guidate gratuite organizzate in 18 luoghi individuati all’interno dei nove Municipi di Milano, un’occasione per valorizzare i borghi e rivelare i tesori artistici che rappresentano una parte significativa del patrimonio culturale cittadino. Tra questi, una copia della Circoncisione di Gesù, la pala d’altare realizzata proprio da Federico Barocci nel 1590 per l’altare maggiore della chiesa del Nome di Dio a Pesaro, la cui versione originale è conservata al Louvre di Parigi: il dipinto è custodito nel civico Tempio di San Sebastiano, in via Torino 28, la chiesa di proprietà del Comune di Milano, unica in città nella sua forma perfettamente cilindrica a cupola, progettata nel 1576 da Pellegrino Tibaldi e di cui sono appena terminati i lavori di restauro degli affreschi della cupola e degli interni, realizzati sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio Comunale.