Milano, 16/01/2025.
Lumières éteintes / luci spente. Ultimi battiti de Le Trottoir, cuore d’arte cultura e divertimento. Con l'annuncio via social di un ultimo grande evento per salutare i suoi affezionati avventori, finisce un'era: lo storico locale della Darsena di Milano sta per chiudere definitivamente i battenti. Tre giorni di eventi culturali non stop da venerdì 24 a domenica 26 gennaio 2025, poi le serrande si abbasseranno per sempre.
Iconico e mitologico locale situato nel dazio est di piazza XXIV Maggio, con la sua atmosfera bohémienne Le Trottoir dal 2003 rappresentava un punto di riferimento e di incontro per artisti e intellettuali, ospitando innumerevoli serate musicali e culturali, attirando un pubblico affezionatissimo e contribuendo anche alla rinascita della zona della Darsena milanese.
L'attività tuttavia era già stata avviata nel 1992: prima di sportarsi in Darsena, la prima sede era in corso Garibaldi. Tra gli scrittori illustri che il locale ha ospitato in questi 32 anni spicca sicuramente la figura di Andrea G. Pinketts, per il quale Le Trottoir era una sorta di seconda casa: all'autore milanese, scomparso nel 2018, era stata anche dedicata una sala personale, dove si rintanava a scrivere i suoi romanzi e a chiacchierare con i suoi ammiratori. Per due volte Pinketts si incatenò davanti al locale, costretto a chiudere per alcuni giorni per motivi burocratici, nel 1997 in corso Garibaldi e nel 2013 in piazza XXIV Maggio: «è come se a Manzoni avessero asfaltato il Lago di Como».
Chiuso Le Trottoir, nei 335 metri quadri su tre livelli dell’ex sede della dogana sulla Darsena aprirà un nuovo ristorante. Il dazio est di piazza XXIV Maggio era infatti stato messo al bando dal Comune di Milano nell'agosto 2023 (insieme ai due ex caselli di piazza Cinque Giornate) e pochi mesi dopo ad aggiudicarselo era stata l'azienda Taboga Sas, che già dirige l’Osteria del Binari in via Tortona. I nuovi gestori verseranno al Comune - proprietario dell'ex casello daziario - un canone di 97 mila euro all’anno, più che raddoppiando la cifra a base d’asta di 44.987 euro. I motivi del cambio di gestione? «Continuiamo a perseguire un obiettivo di gestione degli immobili dinamica e coerente con i cambiamenti sociali, economici ed urbanistici della città», aveva a suo tempo dichiarato l’assessore al Patrimonio, Emmanuel Conte: «il piano di valorizzazione degli ex caselli doganali è non solo una ricerca di messa a reddito, se pur necessaria considerando la stretta sulle finanze degli enti locali, ma tende a ricollegarli alla vita quotidiana della città, rendendoli spazi attrattivi e accessibili».
La «definitiva forzata chiusura del locale per decisione del Comune di Milano» a molti non è andata giù, a partire dai gestori: «in tal modo viene sottratto alla città uno degli ultimi baluardi della cultura dove Andrea G. Pinketts scriveva i suoi romanzi e Philippe Daverio elaborava i suoi documentari e dove, tra gli innumerevoli gruppi musicali, hanno avuto i loro natali stelle come Malika Ayane, The Kolors e altri. Nonostante le lettere di protesta di artisti, docenti e intellettuali, il Comune ha ignorato sia il ruolo di riqualificazione della zona avuto da Le Trottoir, sia la storia epica di un locale entrato in film, quadri e romanzi, sia il vuoto di socialità che si verrà a creare depauperando ulteriormente la città».
«Le luci stanno per spegnersi», afferma la proprietaria Michelle Vasseur: «prima però di dirci addio e dirvi grazie - nello stile vivo, vulcanico, gioioso de Le Trottoir - ci sarà una tre giorni no-stop di musica, performance, film, talk; con tutte le persone che si sono avvicendate e hanno trovato rifugio, ascolto, ispirazione nel cafè, come ai tempi delle avanguardie nelle quali idee, amori, incontri e complicità nascevano davanti a un bicchiere di assenzio, a un tè o davanti a una pinta di birra».
Di Luca Giarola