Milano, 24/09/2019.
A distanza di quasi cinquant’anni dalla personale del 1970, le sale di Palazzo Reale a Milano tornano ad ospitare le opere di Giorgio De Chirico. Dal 25 settembre 2019 al 19 gennaio 2020 è aperta al pubblico la mostra De Chirico, a cura di Luca Massimo Barbero, che offre una precisa chiave di lettura della sua esposizione: «tutti hanno una propria opinione su Giorgio De Chirico, ma lo hanno guardato e visto troppo poco».
La mostra mette insieme 100 capolavori dell'artista, di provenienza milanese (dalla Pinacoteca di Brera, dall'attiguo Museo del Novecento, dalla Casa Museo Boschi-Di Stefano e da Villa Necchi Campiglio), nazionale e internazionale (dalla Tate Modern di Londra al Metropolitan Museum di New York, dal Centre Pompidou di Parigi alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia) e celebra i 40 anni dalla morte del maestro della metafisica. «Nel Novecento si distinguono Pablo Picasso e De Chirico», prosegue Barbero, «ma il primo non esce dalla realtà, la ridipinge, mentre il secondo lavora con le visioni e, quindi, bisogna guardare tutto con massima attenzione: bisogna trovare l'errore, indagare questa pittura magica dove il corpo si sta congelando o scongelando».
Il percorso espositivo è fatto di accostamenti inediti e confronti originali che svelano il fantasmico mondo di Giorgio De Chirico (Volos, 1888 - Roma, 1978): la mostra vuole offrire la chiave d’accesso a una pittura ermetica che affondale sue radici nella Grecia dell’infanzia, matura nella Parigi delle avanguardie, dà vita alla metafisica che strega i surrealisti e conquista Andy Warhol e, infine, getta scompiglio con le sue irriverenti quanto ironiche rivisitazioni del Barocco.
Nel Ritorno del figliol prodigo l'abbraccio è mortale, seppure tra un manichino e una statua di marmo bianco eccezionalmente scesa dal suo basamento. È bastato questo per fare gradualmente tornare umani le due esistenze extra-umane. De Chirico non è mai didascalico, ma è borderline: c'è sempre uno sbaglio, una mano mal rifinita, teste classiche sbilenche, intrusi, nuvole che magicamente mozzano le teste. Teste ritratto che arredano fittamente la prima delle otto sale in cui è suddivisa la mostra.
Numerosi gli autoritratti in mostra. In quello del Metropolitan al posto dell'occhio vi è un foro, che stranisce. Nella prima sala, la madre, una donna dal carattere forte, vicina alla formazione e agli spostamenti dei due figli, è la fotocopia di Giorgio, come ben dimostra anche il doppio ritratto alla finestra. Non manca un omaggio a Friedrich Nietzsche, di cui l'artista copia la posa ed evoca la speculazione filosofica scrivendo in calce al dipinto in latino E cosa amerò se non l'enigma?.
La pittura di genere torna nelle ultime sale, stavolta di paesaggi con ville: ci sono vapori, colori e accostamenti, talora bizzarri. Ottobrata mette insieme elementi tra loro non collimanti: cavalieri rinascimentali, raffaellesche figure e, nel cielo uggioso, una creatura in volo. Tante sono le creature misteriose del pittore. I gladiatori, i bagnanti tra onde a zigzag di Bagni che non possono che essere misteriosi. E le sue creature fantastiche non hanno mai genere.
Ma quanto è femminile l'Arianna del Metropolitan che nella sua posa cita sdraindola l'Endimione dormiente di età classica? E c'è anche l'omaggio a Caravaggio nella Lotta con i centauri, autografato col sangue.
I biglietti per la mostra De Chirico a Palazzo Reale hanno i seguenti prezzi: intero 14 euro (open 16 euro); ridotto 12 euro; ridotto speciale 6 euro; biglietto famiglia 10 euro per 1 o 2 adulti e 6 euro per bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni; ingresso gratuito per i bambini fino a 5 anni compiuti. La mostra è aperta al pubblico in orario 14.20-19.30 il lunedì, in orario 9.30-19.30 il martedì, il mercoledì, il venerdì e la domenica, in orario 9.30-22.30 il giovedì e il sabato (ultimo ingresso sempre un’ora prima della chiusura). Per ulteriori informazioni è possibile telefonare al numero 02 92897740.
Di Laura Cusmà Piccione