Nuove pietre d'inciampo a Milano per il Giorno della Memoria 2025: quante sono e dove si trovano

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Milano, 23/01/2025.

Al centro del programma di eventi per il Giorno della Memoria 2025 a Milano ci sono le cerimonie di posa delle nuove pietre di inciampo, i piccoli quadrati di pietra ricoperti di ottone posti davanti alle case di chi, uomo, donna, bambino o anziano fu arrestato, deportato e ucciso perché ebreo o oppositore politico.

Dalla posa della prima pietra nel 2017 dedicata ad Alberto Segre, padre della senatrice Liliana sopravvissuta ad Auschwitz, diventano quest'anno 224 le pietre posate complessivamente a Milano: l'iniziativa, parte del progetto Milano è Memoria, è promossa e gestita dal Comitato Pietre di inciampo di Milano, a cui partecipano numerose associazioni di ebrei ed ex deportati politici.

Giovedì 23 gennaio 2025 le prime nuove pietre sono state posate davanti alle abitazioni di 14 persone: gli antifascisti Carlo Ciocca, Paolo Volpi e Luigi Negroni, militanti della cellula comunista clandestina dello Stadera (via Palmieri 18 e 22); il piccolo Alfredo Winter con la madre Meta Marie Kuh e la nonna Karoline Meyer, ebrei tedeschi che avevano cercato rifugio a Milano prima che le leggi razziali promulgate dal regime fascista li condannassero anche in Italia (via San Felice 2).

Contestualmente vengono ricordati anche Aldo Levi con la moglie Elena Viterbo e i figli Italo ed Emilia Amalia di appena 5 anni, la bambina del treno della morte citata da Primo Levi in Se questo è un uomo (via Donatello 26/a): il papà Aldo era un ingegnere, capo dei servizi elettrici del Comune di Milano; dopo il censimento degli ebrei venne identificato ed espulso, allora - non potendo più lavorare - cercò un primo appoggio a Lodi per fuggire in Svizzera ma a Como vennero arrestati tutti e deportati ad Auschwitz. Altre due pietre sono state posate in memoria di Francesco Basso, uno dei tanti soldati che dopo l'Armistizio rifiutarono di unirsi alle milizie della Repubblica di Salò (via Sant'Antonio 1), e Renato Levi, proprietario di un negozio di musica a Brera e fondatore del primo jazz club di Milano (via Fatebenefratelli 12).

Un'ultima pietra viene posta giovedì 23 gennaio 2025 per ricordare Adriano Poliaghi, morto a soli 22 a Mauthausen (via Zumbini 39): giovane elettricista appartenente al gruppo socialista clandestino, partecipò alle attività di propaganda con lancio di manifestini e distribuzione di giornali. Tra i più attivi durante il grande sciopero del marzo 1944 fu arrestato per aver sabotato con alcuni compagni un tratto della linea tranviaria.
 
Altre 12 pietre di inciampo saranno posate giovedì 13 marzo 2025, anniversario dei grandi scioperi antifascisti del 1944, per ricordare: Angelo Barbaglia (via Caccialepori 4), Giovanni Bergamaschi (via Sidney Sonnino 2), Luigi Bertacchi (via Lodovico il Moro 81), Ezio Bortolotti (via Gadames 119), Luigi Del Monte, Giuseppe Levi e Samuele Levi (via Ariosto 3), Maria Fontanin Fillinich (via del Caravaggio 2), Otello Ghirardelli (via Raffaello Sanzio 4), Sergio Tornaghi (via Coni Zugna 17), Alice Ventura Battaglia (via Gallarate 41) e Danilo Veronesi (via Pedroni 9). 
Tra le persone ricordate c'è Alice, una donna buona e coraggiosa. Viene arrestata e deportata per aver donato la propria tessera annonaria per il cibo ad una giovane incinta ma moglie di un partigiano. Lui come tanti combatte in Piemonte nelle Brigate Moscatelli. Catturato dai fascisti viene impiccato. Nelle tasche gli trovano la lettera della moglie con il racconto della donna che l'aveva aiutata dandole la sua tessera annonaria per poter mangiare. Non ha scritto chi è ma qualcuno al quartiere Gallaratese fa il nome di Alice. La polizia fascista e le SS, che hanno rastrellato il quartiere casa dopo casa, la trovano e l'arrestano. Alice è così deportata ad Auschwitz e muore da prigioniera politica.

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