Milano, 27/01/2025.
In occasione del Giorno della Memoria 2025 e in occasione dell’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz, a Milano è apparso il nuovo murale dell’artista contemporaneo AleXsandro Palombo che ha voluto rendere omaggio a Edith Bruck, una degli ultimi testimoni della Shoah sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti.
Nata in Ungheria nel 1931, la scrittrice e poetessa ebrea nel 1944, all’età di 13 anni, venne deportata ad Auschwitz e poi in altri campi tedeschi. Fu liberata insieme alla sorella nell'aprile del 1945. Dal 1954 vive a Roma. Nell'oprea di Palombo dedicata a Edith Bruck appare la scritta Arbeit macht frei (il motto posto all'ingresso di Auschwitz e di altri campi di sterminio), parole che rappresentano il più grande inganno della storia, un forte richiamo all’attenzione verso le nuove generazioni, sempre più vulnerabili alla propaganda negazionista. In un momento storico in cui l'antisemitismo dilaga ovunque, l’arte diventa un potente veicolo di memoria.
Nell’opera Edith Bruck appare sotto grandi finestre con vetri rotti e inferriate arrugginite da cui si scorge un vecchio muro di mattoni. La scrittrice indossa la divisa a righe dei lager mentre con tenacia stringe tra le mani la bandiera d’Israele che le copre le spalle con la grande stella blu di David.
AleXsandro Palombo non ha rivelato dove si trova esattamente il nuovo murale dedicato a Edith Bruck. Negli ultimi mesi l’artista aveva celebrato con un murale a Milano altri due grandi testimoni della Shoah, Liliana Segre e Sami Modiano: l’opera Anti-Semitism, History Repeating era stata ripetutamente deturpata con azioni antisemite e poi del tutto rimossa. Nelle scorse settimane è stata acquisita ed è entrata nella collezione della Fondazione Museo della Shoah di Roma ed è stata collocata davanti al complesso monumentale del Portico d’Ottavia nello storico ghetto ebraico, sotto la targa che ricorda il rastrellamento degli ebrei del 16 ottobre 1943.
Artista pop contemporaneo, schivo e riservato, AleXandro Palombo è noto per le sue opere riflessive, coraggiose e irriverenti che da trent'anni si concentrano sulla cultura pop, la società, le disuguaglianze, l’inclusione e la diversità, l’etica e i diritti umani. Nel 2021 la serie di opere apparsa sui muri di Milano Just Because I am A Woman con le donne più potenti della politica mondiale vittime di violenza, da Angela Merkel a Hillary Clinton fino a Michelle Obama, è stata acquisita nella collezione nazionale del Museo delle Arti Decorative di Parigi situato nei palazzi del Louvre. Tra le sue opere più famose dedicate alla Shoah c’è l’iconica serie I Simpson deportati ad Auschwitz.