Essere Donna, mostra con opere di Abramović, Pane, Han, Annette Messager e Neshat

Women of Allah, 1994 ©Shirin Neshat, courtesy Galleria Fumagalli
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DA Mercoledì05Marzo2025
A Venerdì30Maggio2025

Dal 5 marzo al 30 maggio 2025 la Galleria Fumagalli di Milano (via Bonaventura Cavalieri, 6) ospita la mostra Essere Donna (il corpo come strumento di creazione e atto di ribellione) a cura di Maria Vittoria Baravelli e Annamaria Maggi.

Ispirate dalle parole di Oriana Fallaci, le curatrici hanno scelto di esporre opere iconiche di artiste quali Marina Abramovi, Sang A Han, Annette Messager, Shirin Neshat e Gina Pane: ognuna di loro ha trasformato il proprio corpo in un campo di battaglia dove sperimentare tutto, dove la politica, la vita, il sangue, la follia e la fantasia si intrecciano in una lotta continua contro le convenzioni. Essere donna, come scrive Oriana Fallaci, «è un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai».

Nella storia, il corpo delle donne è stato un territorio conteso, un simbolo da controllare, un’idea da normare. Queste artiste, ribelli e disobbedienti, hanno sfidato il manicheismo del canone, rompendo le gabbie imposte dal patriarcato e dalle tradizioni. Hanno rifiutato di essere oggetti passivi e si sono trasformate in soggetti attivi, utilizzando il loro corpo come mezzo di resistenza e di espressione, ridefinendo cosa significhi essere donne.

Il percorso espositivo riunisce iconici esempi di Body Art, come Thomas Lips (1975-2002) di Marina Abramovi(Belgrado, 1946), documentazione di una tra le performance più brutali durante la quale l’artista si incide sull’addome un pentacolo con un rasoio davanti a un pubblico di astanti che metteranno fine al supplizio portandola in ospedale, salvandola, restituendo quell’attenzione e quell’amore espressi dall’artista nell’azione performativa. E ancora Cicatrice de l’action (1974-1975) dell'artista francese Gina Pane (Biarritz, 1939-Parigi, 1990) nella quale l’autolesionismo è un atto di indagine del proprio corpo, anche attraverso il dolore e il segno nella carne, e quindi un atto di apertura, in ultima analisi di amore, nonché un estremo tentativo di introspezione e di spiritualità.

Il corpo femminile come strumento di ricerca di spiritualità è anche quello dipinto e cucito dalla coreana Sang A Han (Seoul, 1987): un corpo capace di essere sensuale e allo stesso tempo delicato e fiabesco, ma anche un corpo - quello di una donna madre - capace di creare la vita. L’esplorazione della femminilità è da sempre perseguita anche dalla francese Annette Messager (Berck, 1943) in opere quali Mes Voeux (1997) che combinando fotografie di varie parti del corpo evoca una pluralità di identità fisiche, psicologiche, sessuali, che sovrapponendosi creano un amalgama di relazioni e di esperienze.

La rappresentazione identitaria è concetto molto caro a Shirin Neshat (Qazvin, 1957), declinata all’ambito geografico e sociale di provenienza: l’Iran. Tra le serie fotografiche più note, Women of Allah indaga attraverso l’autoritratto la figura femminile e il suo ruolo nella società iraniana dopo la rivoluzione islamica: creatura delicata celata dal velo, ma forzatamente combattente (si veda la presenza dei fucili).

L'inaugurazione è fissata per ler ore 17.00 di mercoledì 5 marzo. La mostra è poi visitabile dal lunedì al venerdì dalle 13.00 alle 19.00, a ingresso libero e gratuito. Per info 02 36799285.

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