Milano, 13/02/2025.
Il Museo Leonardo3 di Milano rischia seriamente di chiudere per sempre i battenti. Il motivo? Un contenzioso con il Comune che avrebbe deciso di non rinnovare la concessione dei prestigiosi spazi situati in galleria Vittorio Emanuele II, a un passo da piazza della Scala. I numerosi appelli da parte sia del direttore del museo Massimiliano Lisa, sia del professor Martin Kemp, il più grande studioso di Leonardo al mondo, sono caduti nel vuoto, e ora il destino del museo è appeso a un filo.
«Il primo marzo 2025, in occasione del dodicesimo anniversario dall’apertura del Museo Leonardo3, se la politica sarà rimasta sorda al nostro appello, in segno di protesta civile e non violenta contro la possibilità che un’attività culturale di grande importanza venga chiusa per disinteresse, inizierò lo sciopero della fame», ha è arrivato ad affermare il direttore Massimiliano Lisa. Ma come si è giunti a questo punto?
Tutto è iniziato il 13 novembre 2024, quando l’Amministrazione Comunale ha comunicato l’annullamento di una Determina del dicembre 2023, che garantiva la continuità dell'attività museale. Pochi giorni dopo un'ordinanza del Tar aveva affermato la necessità di garantire la continuità dell’apertura del museo: una soluzione, però, solo temporanea. «Mi appello al sindaco di Milano e al Consiglio Comunale perché dichiarino il Museo Leonardo3 d’interesse pubblico e lo preservino come merita», aveva allora commentato il direttore Lia: «parliamo di un’attività che dà lavoro a 25 famiglie e di un museo che con 250 mila visitatori nel 2023 e 280 mila nel 2024 è il sesto a Milano e tra i primi 30 in Italia. Un museo privato che non prende alcun contributo pubblico. Un centro studi che da 20 anni analizza direttamente Leonardo in modo inedito ed è riconosciuto in tutto il mondo come una realtà culturale di valore. Sono fiducioso del fatto che il sindaco e gli assessori di questa città interverranno per difendere la nostra realtà».
E invece distanza fisica tra il museo e Palazzo Marino, pur essendo minima, si è trasformata in un abisso: gli spazi in galleria generano circa 90 milioni di euro di affitti annui per il Comune di Milano e sono sempre più destinati a marchi di lusso e grandi nomi della ristorazione. «Pare peraltro che qualche concessionario si sia lamentato con il Comune di Milano dichiarando che noi occupiamo gli spazi gratuitamente», aveva anche spiegato Massimiliano Lisa: «lo smentisco categoricamente. È un’affermazione grave e diffamatoria: fino a oggi abbiamo versato direttamente nelle casse del Comune 367 mila euro per l’ingresso in Galleria e 4,9 milioni ai concessionari con cui collaboriamo e che hanno il contratto col Comune. Di manutenzione e adeguamenti abbiamo impiegato circa 1 milione di euro, anche rimediando a carenze altrui. Per quel che riguarda la collaborazione tra noi e il Comune c’è stata, ma risale alla Pec del 21 dicembre 2023 del Demanio, che ci svincolava dai destini dell’hotel, che però è stata cancellata il 13 novembre 2024, quando ci è stato negato persino lo spazio in Galleria per il nostro ingresso».
Aperto nel 2013 e insignito del Premio di Rappresentanza conferito dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Museo Leonardo3 di Milano è nato per offrire a scuole, famiglie e turisti un viaggio interattivo tra i modelli funzionanti delle macchine di Leonardo Da Vinci e il restauro digitale dei suoi dipinti, frutto del lavoro di ricerca del suo laboratorio. Ora a sua chiusura, oltre a rischiare di lasciare senza lavoro 25 famiglie, segnerebbe la fine di un importante centro di ricerca, rappresentando una perdita culturale per la città.
Ora l’appello del museo si rivolge ora al presidente Mattarella, alla premier Meloni, al ministro della Cultura Giuli, ai vicepresidenti del Consiglio, e al presidente Fontana, e a qualsiasi esponente politico voglia accoglierlo: «invitiamo le istituzioni a visitare il nostro museo e ad aiutare ad aprire un dialogo con l’Amministrazione Comunale che si rifiuta di dialogare».
Puntuale è arrivata il 12 febbraio 2025 la replica del Comune di Milano. «L’Amministrazione non ha né l’intento né la facoltà di interrompere l’attività espositiva che è collocata negli spazi in galleria Vittorio Emanuele 11-12, regolati da un contratto sottoscritto con il Comune di Milano da un altro soggetto concessionario, anzi ha inteso salvaguardare la prosecuzione dell’attività museale quantomeno fino alla definizione del contenzioso con il concessionario. Nonostante Leonardo 3 non avesse alcun rapporto di natura concessoria e, più in generale, contrattuale con l’Amministrazione comunale, quest’ultima ha cercato di tenere un atteggiamento il più possibile conservativo e tutelante della continuità della mostra, pur ribadendo in più occasioni che le sorti della permanenza della mostra fossero collegate al procedimento di decadenza avviato nei confronti del concessionario. L’Amministrazione inoltre precisa che, al momento della scadenza del contratto in essere con il concessionario, l’assegnazione di tali spazi seguirà l’iter della procedura ad evidenza pubblica, strumento che la legislazione europea e nazionale ha individuato per una reale e trasparente difesa dell’interesse pubblico, e che il Comune sotto questa consigliatura sta applicando con rafforzata convinzione, sia nelle regole sia nelle deroghe previste, per rendere conto ai cittadini di Milano di una corretta ed efficiente gestione del suo patrimonio».