Casorati a Milano dopo 35 anni, a Palazzo Reale la grande mostra con oltre 100 opere: orari e biglietti

Ritratto di Cesarina Gurgo Salice o Ritratto di signora, 1922 © Andrea Guermani / Felice Casorati by Siae

Milano, 14/02/2025.

Dal 15 febbraio al 29 giugno 2025, dopo 35 anni dall’ultima mostra datata 1990, Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963) torna a Palazzo Reale (piazza del Duomo 14, Milano), protagonista di una grande mostra promossa da Comune di Milano (Cultura) e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte in collaborazione con l’Archivio Casorati.

Casorati - questo il titolo della mostra - propone una rilettura complessiva del lavoro dell’artista, ripercorrendo in ordine cronologico attraverso 14 sale le diverse stagioni della sua produzione, dagli esordi nei primi anni del Novecento fino agli anni Cinquanta. Sono oltre 100 le opere presentate per l’occasione, tra dipinti su tela e tavola, sculture, opere grafiche della stagione simbolista, bozzetti per scenografie di opere realizzate per il Teatro alla Scala, tutte di assoluto rilievo e raffinata qualità, selezionate per la loro esemplare storia espositiva.

«Dopo 35 anni, Milano torna a celebrare l'originalità di Felice Casorati con una grande antologica a Palazzo Reale, in cui accogliamo anche numerosi capolavori già esposti alla Biennale di Venezia del 1952», osserva l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi: «un’esposizione che offre l’opportunità di riscoprire un artista unico, indipendente e poliedrico, che si è avvicinato all'arte inizialmente con la musica, poi attivo come scultore, scenografo e costumista per il teatro d’opera. Un percorso affascinante che invita il pubblico a immergersi nell’arte di un maestro capace di attraversare generi e tecniche con ineguagliabile sensibilità e profondità espressiva».

Il legame storico tra Felice Casorati e la città di Milano è uno dei temi che attraversano la mostra ed è approfondito tra le pagine del catalogo edito da Marsilio Arte. Nel corso della sua lunga carriera, Casorati ha attribuito una funzione strategica a Milano, prima città in Italia a dotarsi di un moderno sistema e mercato dell’arte, riconoscendo alle sue rassegne degli anni Venti lo spazio strategico per un confronto diretto con le ricerche artistiche più aggiornate.

Come osservano i curatori della mostra Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, tra i maggiori studiosi dell’opera casoratiana, «la retrospettiva è stata pensata per trasportare i visitatori all’interno dell’universo poetico di Casorati, invitandoli a immergersi nei suoi ambienti (gli interni e lo studio, teatro concettuale della sua intera poetica), conducendoli tra le figure pensose e malinconiche, emblemi riflessivi di un’umanità partecipe e di una profonda filosofia esistenziale. Le sale di Palazzo Reale costituiscono il contesto aulico perfetto per ricostruire la dimensione silenziosa, fatta di pause, contrappunti e vuoti, emanata dalle opere stesse».

La narrazione segue l’intera cronologia dell’arte di Felice Casorati, documentando l’avvicendarsi delle fonti di ispirazione e degli stili, dal verismo al simbolismo, dal neoclassicismo al realismo magico, dalla fase più espressionista orientata dalle deformazioni picassiane sino al ritorno al sintetismo e alle stesure à plat, caratteristiche della produzione di fine carriera.

Il percorso si apre con le prime opere connotate da uno spiccato realismo, tra le quali il celebre Ritratto della sorella Elvira del 1907 (collezione privata) o Le ereditiere del Mart di Rovereto del 1910. Un focus importante è dedicato agli anni trascorsi a Verona, dove l’artista si trasferisce con la famiglia nel 1911. In questa città inizia la sua stagione simbolista e secessionista, alimentata dal confronto con la vicina Venezia, dove Casorati frequenta Ca’ Pesaro, allestisce la sua prima mostra personale nel 1913 e conosce Gino Rossi, Arturo Martini, Ubaldo Oppi, Teodoro Wolf Ferrari. La mostra propone alcuni dei maggiori capolavori dell’autore con il ciclo delle Grandi tempere e registra l’evoluzione dello stile e del linguaggio dopo il definitivo trasferimento a Torino, a seguito della tragica morte del padre. Qui, nel 1919, Felice Casorati si stabilisce nella casa-studio dove vivrà per tutta la vita. Per la prima volta dal 1964, vengono accostati in un trittico ideale tre importanti dipinti caratterizzati da una dimensione spaziale nuda e desolata e un senso metafisico di inquietante solitudine, tutti risalenti agli anni 1919 e 1920: Una Donna (o l’Attesa, collezione privata), Un uomo (o Uomo delle botti, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino) e Bambina (o Ragazza con scodella, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino). La sezione è completata dall’imponente e maestosa Colazione (dalla collezione Cerruti, Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea), che ritrae una famiglia di sole donne, forse orfane o vedove di guerra, a riassumere lo stato emotivo e psicologico di Casorati, intonato al senso di lutto che pervade i primi anni del dopoguerra.

Aprono gli anni Venti i capolavori La donna e l’armatura del 1921 (Gam Torino) e Silvana Cenni del 1922 (collezione privata), icona metafisica ispirata alla misura classica quattrocentesca e alle pale d’altare di Piero della Francesca.
Risale a questo periodo la collaborazione di Casorati con Riccardo Gualino, collezionista, mecenate e imprenditore, per il quale l’artista dipinge i ritratti di famiglia e progetta, insieme all’architetto Alberto Sartoris, il piccolo teatro privato nella loro residenza torinese. Il sodalizio è ricostruito in mostra dai tre ritratti Gualino, dal ritratto di Alfredo Casella (collezione privata), compositore e pianista, direttore di alcuni concerti nel teatrino torinese, e delle danzatrici Raja e Bella Markman, protagoniste con Cesarina Gualino, delle esibizioni di danza libera sotto i fregi casoratiani del teatrino, documentati dai bassorilievi Donna con arco, L’incontro con la musica e Donna seduta con scodella (collezione privata).

Nel 1924 Casorati partecipa con una mostra personale alla Biennale di Venezia, un importante momento di riconoscimento e celebrità: delle 14 opere esposte allora, 7 sono riproposte in mostra. Oltre ai tre ritratti Gualino, sono esposti, nella sala dedicata: Meriggio del 1923 (Museo Revoltella, Galleria d’Arte Moderna, Trieste), Natura morta con manichini del 1924 (Museo Novecento, Milano), Ritratto di Hena Rigotti (Gam Torino) e Duplice ritratto (collezione privata). A partire dalla metà degli anni Venti, Casorati sviluppa il tema delle Conversazioni, un ciclo ideale inaugurato dalla celeberrima e tuttora intrigante Conversazione platonica del 1925 (collezione privata): il dipinto, nel quale accanto a un sensuale nudo femminile disteso, siede un uomo con un cappello nero (è l’architetto e amico Alberto Sartoris), fu protagonista di un lungo tour espositivo con l’esordio alla Prima mostra del Novecento italiano a Milano nel 1926 e tappe a Dresda (1926), a Ginevra, Zurigo e Pittsburgh (1927), a New York (1928) e all’Expo di Barcellona (1929), dove fu premiato con una medaglia d’oro.

In mostra si può ammirare dopo molti anni lo straordinario dipinto Annunciazione del 1927, proveniente da una collezione privata: scelto dall’artista per le esposizioni d’arte italiana del 1927 al Musée Rath di Ginevra e poi alla Kunsthaus di Zurigo, torna oggi visibile al grande pubblico. Nell’atmosfera rarefatta e sospesa di un interno, Casorati costruisce una scena intima in cui il divino traspare dalla specularità e dalle simmetrie attraverso l'inconciliabilità degli opposti: la luce naturalissima e la geometria complessa ed enigmatica dello spazio. Reinserito per la prima volta in un’antologica, il dipinto segna un episodio essenziale entro l’arco dell’itinerario casoratiano. Sul finire del decennio, l’arte di Casorati è segnata da una svolta in chiave anticlassica, testimoniata in mostra dalle composizioni di una serie di meravigliose nature morte. La pittura si apre al paesaggio, accostato nel dialogo tra interno ed esterno nella poetica Daphne a Pavarolo del 1934 (Gam Torino). Nasce ora il ciclo di dipinti di fanciulle degli anni Trenta e Quaranta, tra i quali Donne in barca del 1933 (Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza) e Le sorelle Pontorno del 1937 (Unicredit ArtCollection), entrambi caratterizzati da una donna che allatta, immersa in atmosfere sospese e intime.

Gli ultimi anni sono documentati da nature morte, nelle quali torna il tema antico delle uova (insegna di quel Numerus, Mensura, Pondus che è il motto araldico dell’arte casoratiana) e del cimiero - con Natura morta con l'elmo del 1947 (Gam Torino), Uova e limoni (1950, Gam Torino) e Uova su fondo rosso (1953, collezione privata) - e nuovi soggetti come Eclissi di luna (1949, collezione privata) e Paralleli (1949, Collezione Regione Autonoma Valle d’Aosta).
 
Da sempre appassionato di musica, Felice Casorati non fu solo un eccezionale pittore e un appassionato pianista ma anche scenografo, al lavoro, tra gli anni Trenta e i Cinquanta, per il Maggio Musicale Fiorentino, l’Opera di Roma e la Scala di Milano. Proprio dagli Archivi storici della Scala provengono numerosi dei suoi bozzetti realizzati per opere come Le Baccanti e Fidelio o per balletti su musiche di Petrassi o de Falla: un nucleo che, a chiusura della mostra, consente di conoscere anche questo versante dell’attività di un artista rigoroso e poliedrico.

La mostra Casorati è visitabile dal martedì alla domenica nei seguenti orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, 10.00-19.30; giovedì 10.00-22.30. Aperture straordinarie domenica 20 aprile 2025 (Pasqua), lunedì 21 aprile 2025 (Lunedì dell’Angelo), venerdì 25 aprile 2025 (Festa della Liberazione), e lunedì 2 giugno 2025 (Festa della Repubblica), sempre in orario 10.00-19.30.

Biglietti: intero 15 euro (open 17 euro); ridotto 13 euro per bambini e ragazzi da 6 a 26 anni, over 65, soci Fai e Touring Club; ridotto 12 euro per possessori della Milano Museo Card; ridotto 10 euro per studenti (età massima 25 anni), disabili con invalità inferiore al 100%, possessori dell'abbonamento Card Musei Lombardia, soci Orticola e abbonati Atm; ridotto 6 euro per scolaresche e gruppi organizzati da Fai e Touring Club; ingresso gratuito per bambini minori di 6 anni, disabili con invalidità pari al 100% e un accompagnatore per disabili che ne presentino la necessità. Disponibili anche biglietti famiglia (1 o 2 adulti + bambini da 6 a 14 anni) al costo di 10 euro per gli adulti e 6 euro per i bambini.

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