Dal 21 febbraio al 2 marzo 2025, presso gli spazi espositivi di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, a Milano in via Sant'Andrea 6, si tiene una mostra monografica - la prima in Italia - dedicata al genio di Cristóbal Balenciaga. Il progetto, promosso dalla Federazione delle Industrie Calzaturiere Spagnole (Fice) e curato da Javier Echeverría Sola , consente di ammirare l’opera del maestro couturier attraverso gli occhi di oggi, con uno sguardo rivolto al futuro.
La mostra Balanciaga: Shoes from Spain Tribute presenta al pubblico una selezione di abiti tra i più rappresentativi provenienti da collezioni museali e private: a questi sono abbinate una serie di calzature realizzate appositamente da 25 aziende calzaturiere spagnole. Allestita da Elisa Ossino Studio, occupa sia la grande area del piano terra dedicata alle esposizioni temporanee, sia il salottino dorato al primo piano dal delicato pavimento ad affresco, dove viene svelato l'ultimo abito di Balenciaga della mostra.
Cristóbal Balenciaga è noto per il suo approccio rivoluzionario alla silhouette femminile. Partendo proprio da questo presupposto, la Fice ha pensato di creare un percorso espositivo che unisse in dialogo due realtà dal dna spagnolo: il mito del grande couturier e i più brillanti esponenti dell’industria calzaturiera spagnola di oggi. La mostra vuole essere dunque il ponte per presentare a Milano, prestigiosa capitale mondiale della moda nonché simbolo del Made in Italy, la tradizione di Marca España.
Venticinque sono i modelli di Cristóbal Balenciaga proposti, in esposizione inedita: a questi sono abbinate una serie di calzature realizzate da altrettanti marchi spagnoli, attentamente selezionate da una giuria di professionisti italiani e spagnoli. In questo contesto, esemplare è inoltre il materiale d’archivio, che comprende giornali e fotografie risalenti ai decenni di attività del couturier. I capi giungono dai Musei Cristóbal Balenciaga di Getaria, del Traje di Madrid, del Disseny di Barcelona e dalle Collezioni Sonsoles Diez de Rivera y de Icaza, Antoni de Montpalau, Alventosa-Talamantes, Teresa Berganza, e Swarovski Heritage Collection. Hanno contribuito all’esposizione anche due collezioni private specializzate in documenti di moda, la Collezione Tere Garasa e la Collezione López-Trabado.
Le calzature, realizzate esclusivamente per quest’evento, sono state prodotte dalle seguenti venticinque aziende spagnole: Alhamas, Alohas, Casteller, Chie Mihara, Creaciones S. W., De Flores Y Floreros, Flabelus, Gaimo, Hispanitas, Kanna, Lottusse, Magnanni, Magrit, Martinelli, Mascaró, Pedro Garcia, Pedro Miralles, Pertini, Pikolinos, Pitillos, Pons Quintana, Pretty Ballerinas, Ras, Ria Menorca e Zinda. Queste fanno parte delle oltre 400 aziende rappresentate dalla Federazione delle Industrie Calzaturiere Spagnole (Fice), che riunisce circa il 90% della produzione nazionale di calzature. Fondata nel 1977, la Fice svolge un ruolo fondamentale nella promozione e nell'internazionalizzazione del settore calzaturiero spagnolo, supportando le imprese nell'accesso a nuovi mercati, organizzando fiere internazionali e sviluppando strategie per consolidare la presenza globale del marchio Shoes from Spain. Per questo progetto, nello specifico, ha coinvolto per la realizzazione delle calzature anche selezionati artigiani del ricamo e delle arti applicate, quali Francisco Carrera Iglesias, Ángeles Espinar, Jesús Rosado, Encarnita Berrio, Corina Roselló, Mariana Barturen e Teresa de la Pisa.
La vetrina delle mostre temporanee, che affaccia su via Sant’Andrea, rappresenta una prima finestra sul progetto. L’abito a palloncino in seta nera degli anni Sessanta in essa esposto può essere scoperto anche dall’interno della mostra attraverso uno spioncino: per sentirsi Balenciaga stesso che, da dietro i tendaggi del suo atelier parigino, osservava i modelli sfilare davanti alle clienti estasiate. La mostra, suddivisa in otto aree tra il piano terreno e il salottino dorato al piano superiore, vede narrare gli abiti come opere d’arte trattandoli come sculture senza tempo. L’allestimento, che si sviluppa in stanze o scatole monocromatiche, prende ispirazione dai codici di Cristóbal Balenciaga: il bianco-burro del suo atelier parigino e il nero profondo che esalta l’architettura delle sue opere.
L’entrata della mostra, caratterizzata da lunghi tendaggi bianchi, prepara il visitatore all’immersione nella prima area, From Tradition to Innovation. Qui trovano spazio due modelli dalla storia affascinante: l’abito infanta con colletto camicia, tra i più antichi, risale al 1939; il completo da sera, composto da un abito lungo avorio e una cappa color lampone, venne indossato dalla Contessa di Torroella de Montgrí nel 1962, in occasione del matrimonio tra Juan Carlos e Sofia, i futuri monarchi di Spagna. La Principessa Grace di Monaco, dopo averlo visto, ne ordinò un duplicato in blu. Recentemente, la Regina Letizia è stata fotografata da Annie Leibovitz con la cappa color lampone originale per i nuovi ritratti ufficiali, commissionati dalla Banca di Spagna.
Nella seconda sezione, denominata The Most Spanish Wardrobe, sono presenti tre capi selezionati direttamente dal guardaroba di Sonsoles Diez de Rivera e di sua madre, la Marchesa di Llanzol, entrambe clienti e amiche personali di Cristóbal Balenciaga. Uno di questi è l’abito da cocktail in taffetà di seta fucsia a palloncino con cui Sonsoles venne presentata da Cristóbal Balenciaga a Hubert de Givenchy nel 1955: fu lo stesso couturier che le suggerì di indossare proprio quel modello in questa circostanza. Lo stesso abito venne indossato, sempre nel 1955, da Claudia Heard de Osborne al Teatro alla Scala. La sala successiva è dedicata agli abiti da sera, che da sempre rappresentano la massima espressione stilistica di un couturier. Così, ben cinque modelli sono protagonisti della sezione La Robe de Soir. Tra questi, un pezzo unico: dopo 60 anni torna a Milano il vestito sari in broccato di seta argento indossato dal celebre mezzosoprano Teresa Berganza in occasione del suo concerto al Conservatorio di Milano, tenutosi il 22 aprile 1965. Risalta anche l’abito da gran sera a sirena nero con grande volant ventaglio color tabacco fotografato da Richard Avedon per la cover del numero di novembre 1952 di Harper’s Bazaar. Segue la sezione Immersive Balenciaga, un vero e proprio tuffo nel mondo di Cristóbal che esplora un altro suo volto creativo. Ed ecco, oltre all’abito in vetrina da scoprire attraverso uno spioncino, tre coppie di pezzi - tra cui due raffinati coprispalla - in una sala oscura dalla geometria inattesa.
Nero, colore non colore, simbolo di Cristóbal Balenciaga. Una teoria che rende di forte impatto la sequenza di abiti, ispirati al mondo clericale, denominata Balenciaga's Black / Spanish Black. Velluto, ricami, e seta: tutto rigorosamente nero. Cinque look che conducono il visitatore al The Bride, uno strepitoso abito da sposa in shantung di seta avorio, l’unico esemplare Balenciaga ricamato interamente in filo d’argento: realizzato espressamente per Sonsoles Diez de Rivera, si ispira ai mantelli delle vergini di Siviglia, la cui carnagione candida e i capelli neri gli ricordavano la stessa Sonsoles.
Nuclei a parte sono quelli dedicati rispettivamente a due esclusivi abiti da sera. Il primo, creato nel 1951 e appartenente alla Swarovski Heritage Collection, è interamente ricamato con perline e cristalli. L’altro, esposto nel salottino al piano nobile normalmente non accessibile al pubblico per tutelare il preziosissimo pavimento affrescato, è il gran finale: si tratta di un abito da sera in seta rosa pallido impreziosito da paillettes e perline dorate, abbinato ad un cappotto in raso di seta ton sur ton.
Gli abiti, esposti su manichini Bonaveri, sono abbinati ai modelli di calzature creati dai designer delle venticinque aziende spagnole. Alcune di queste hanno collaborato, per la realizzazione di tomaie e tacchi, con una serie di storici atelier, valorizzando la tradizionale expertise artigianale spagnola. Figurano i ricami degli scialli di Manila di Ángeles Espinar; Francisco Carrera Iglesias, noto come Paquili, e Jesús Rosado riferimenti per il ricamo d’arte sacra; i preziosi fiori in tessuto di Mariana Barturen; Encarnita Berrio esperta di tecniche tradizionali per veli e mantiglie; i ricami lunéville di Corina Roselló; la scultrice Teresa de la Pisa, con le sue opere floreali in metallo.
Venerdì 21 febbraio, giorno di apertura, la mostra è visitabile dal pubblico a partire dalle 12.00. Negli altri giorni gli orari di apertura sono dalle 10.00 alle 19.30, eccezion fatta per lunedì 24 (dalle 10.00 alle 14.00) e giovedì 27 febbraio (dalle 10.00 alle 19.00). L'ingresso è sempre gratuito senza prenotazione. Per info 02 88465735.