Dal 21 al 30 marzo 2025 si svolge a Milano la trentaquattresima edizione del Festival del Cinema Africano d'Asia e America Latina: 10 giorni di proiezioni, 44 film di cui 25 prime italiane e una prima mondiale, tavole rotonde, incontri con gli autori, eventi speciali sul cinema e le culture dei 3 continenti.
Il festival si svolge nei seguenti luoghi di Milano: Cinema Godard della Fondazione Prada (largo Isarco 2), Cineteca Milano Arlecchino (via San Pietro all'Orto 9) e Auditorium San Fedele (via Hoepli 3b) e non solo.
Il programma prende il via venerdì 21 marzo con la cerimonia d’apertura presso il Cinema Godard della Fondazione Prada: a inaugurare il festival è l’anteprima nazionale del film La cocina (Messico/Usa), quarto lungometraggio di Alonso Ruizpalacios, tra i registi più acclamati del cinema messicano contemporaneo, ospite dell'evento inaugurale. Adattamento dell'opera teatrale The Kitchen di Arnold Wesker, il film trascina il pubblico dietro le frenetiche quinte di un ristorante di Manhattan, animato da personale multietnico proveniente da ogni angolo del mondo. Quando alla cassa mancano dei soldi, tutto lo staff - in gran parte migranti senza documenti - finisce sotto indagine e Pedro, sognatore e testa calda, è il principale sospettato. Follemente innamorato di Julia, una cameriera americana, desidera costruire con lei un legame più solido. Ma una rivelazione sconvolgente da parte di Julia lo spingerà a gesti estremi proprio nel momento più caotico e delirante della giornata.
Il palinsesto del festival è articolato in 7 sezioni: il concorso lungometraggi Finestre sul Mondo (fiction e documentari), il concorso Cortometraggi Africani, il concorso Extr'A riservato a film italiani che si confrontano con altre culture; la sezione Flash con anteprime e film evento; la sezione E tutti ridono… riservata alle migliori commedie dai tre continenti,; la sezione Fuoriconcorso; e Omaggio a Alonso Ruizpalacios.
Il concorso lungometraggi Finestre sul Mondo propone un’accurata selezione di 10 film selezionati tra le ultime produzioni di fiction e documentari provenienti dai 3 continenti (tutti i film sono anteprime nazionali). Dalla Berlinale 2025 vengono presentati tre titoli: Yunan del regista Ameer Fakher Eldin, sulla crisi esistenziale di uno scrittore arabo in esilio su una remota isola della Germania e l’incontro con un'anziana donna; The Settlement, esordio alla regia dell’egiziano Mohamed Rashad, un intenso dramma che racconta la dura realtà di due fratelli, entrambi impiegati nella stessa fabbrica fatiscente dove, in circostanze sospette, il padre ha tragicamente perso la vita; Khartoum, opera collettiva di quattro registi sudanesi Anas Saeed, Rawia Alhag, Ibrahim Snoopy, Timeea M Ahmed e del regista e sceneggiatore britannico Phil Cox, che hanno filmato la vita quotidiana e i sogni di cinque abitanti di Khartoum, prima dello scoppio della guerra e dopo l’esilio forzato, dando forma ai loro ricordi e alle loro esperienze attraverso animazioni, ricostruzioni con green screen e sequenze oniriche.
Quattro film in anteprima da Cannes 2024: il vincitore della Semaine de la critique Simón de la montaña del regista argentino Federico Luis Tachella, coming of age anomalo di un giovane poco più che ventenne alla ricerca di un proprio equilibrio all’interno di un gruppo di adolescenti disabili; e poi Locust di Keff, da Taiwan, sulla doppia vita di un giovane muto di Taipei che lavora di giorno nel ristorante di famiglia e di notte si unisce alle scorribande di una gang locale; Santosh, della indiana-britannica Sandhya Suri, che racconta di una donna che eredita il lavoro del marito come agente di polizia nell'India rurale e si trova coinvolta nell’indagine per l’omicidio di una ragazza; Ma: Cry of Silence, terzo film del rinomato regista birmano The Maw Naing, ispirato alle proteste delle lavoratrici nelle fabbriche birmane, soffocate dalla brutale repressione della giunta militare.
In programma anche Listen to the Voices del regista della diaspora delle Indie Occidentali, Maxime Jean-Baptiste, dal Festival di Locarno 2024: un film intimo tra fiction, documentario e racconto di formazione che segue il percorso di Melrick, un ragazzino francese che ogni estate torna dalla nonna in Guyana per riconnettersi con le proprie origini e con le profonde tradizioni musicali legate al carnevale, mentre sulla sua famiglia incombe il peso di un passato tragico.
Dal continente latinoamericano, altri due titoli arricchiscono la selezione di quest’anno: In the Summers della regista colombiano-americana Alessandra Lacorazza, un viaggio molto personale tra i ricordi d’infanzia e il difficile rapporto con un padre instabile; e dal Cile, Oro amargo, di Juan Francisco Olea, che flirta con il western e vede come protagonista l’adolescente Carola che si ritrova a gestire da sola la squadra di operai del padre in una miniera artigianale nel cuore del deserto dell’Atacama.
La sezione Cortometraggi Africani ospita cortometraggi di finzione e documentari realizzati da registi provenienti da tutta l’Africa e dalla diaspora, con l’obiettivo di valorizzare le nuove voci del cinema africano e mettere in luce le tendenze emergenti e le sperimentazioni artistiche. Tra i 9 cortometraggi selezionati (tutti in prima italiana): il sudafricano The Last Ranger di Cindy Lee, nella top five delle nomination agli Oscar 2025, in cui la bellezza dei parchi nazionali si scontra con la violenza dei bracconieri; due film dal Festival di Clermont Ferrand 2025, Généalogie de la violence del regista e artista visivo Mohamed Bourouissa, che esplora l’umiliazione e la spossessione del corpo attraverso tecniche innovative come la scansione 3D e l’intelligenza artificiale, e l’animazione egiziana My Brother, My Brother di Saad e Abdelrahman Dnewar, che narra i ricordi condivisi dei due registi gemelli fino alla tragica separazione; dal Senegal, Alicia Mendy con The Dawn spinge il linguaggio verso forme più sperimentali immaginando un mondo distopico in cui un parassita conduce alla follia, mentre Yoro Mbaye con Lees Waxul racconta, con uno stile realistico più tradizionale, un episodio di conflitto di genere tra due membri della stessa famiglia che si contendono la vendita del pane nel villaggio. Dalla diaspora caraibica, Sirènes di Sarah Malléon, favola moderna sull’immigrazione tra realtà e magia, e dall’isola di Mauritius Pie dan lo di Kim Yip Tong, un documentario animato che racconta con toni poetici il disastro ecologico che ha colpito l’isola e il ruolo fondamentale della solidarietà della popolazione nel contenerne gli effetti. Nell'animazione egiziana Homesick di Yasmin Moll viaggia nel passato per raccontare l’esodo nubiano dopo la costruzione della diga di Assuan, mentre il capoverdiano Nuno Boaventura Miranda in The Last Harvest racconta i portali attraverso cui la sua comunità a Lisbona si riconnette con le proprie radici.
Il concorso Extr'a è dedicato ai film di registi italiani (o stranieri residenti in Italia) con l’intento di raccontare un’Italia che si fa interprete della diversità culturale. La selezione include opere girate nei tre continenti o film che esplorano le tematiche dell’Italia multiculturale, offrendo uno sguardo inedito e autentico sulle trasformazioni della società contemporanea. Tra i 9 film in concorso (tutti in prima milanese): due film dalle Giornate degli autori di Venezia, A Man Fell, l’ultima opera di Giovanni C. Lorusso in cui un uomo che cade, un palestinese ignoto, diventa il simbolo della tragedia di un popolo; e Vakhim di Francesca Pirani, cronaca di un’adozione, seguita nell’arco di 12 anni, di un bambino proveniente da un villaggio cambogiano; dall’Idfa di Amsterdam arrivano Personale di Carmen Trocker, un’immersione nelle dinamiche, relazioni e gerarchie che scandiscono la vita del personale dietro le quinte di un lussuoso hotel spa italiano, e L’era d’oro, di Camilla Iannetti, che racconta il difficile percorso di una ragazza italiana nel tentativo di costruire una famiglia con un giovane gambiano; Voyage à Gaza di Piero Usberti, in cui il regista ha incontrato, prima della guerra, alcuni giovani palestinesi per comprendere Gaza, una città che oggi non esiste più.
Tra i cortometraggi selezionati, la rabbia di due ragazzi italiani di seconda generazione in Fellini di Hleb Papou, determinati a vendicarsi dopo essere stati brutalmente respinti all’ingresso di una discoteca, e la tenerezza di Kaliz di Irene Z'graggen, un racconto delicato sulla leggerezza dell’infanzia negata a una bambina, costretta a crescere troppo in fretta. In Apnea, documentario dallo stile minimalista di Claudia Cataldi, Elena Poggioni e Stefano Poggioni, rivivono le intense testimonianze di 14 migranti sopravvissuti alla violenza e al mare. In prima mondiale, Simone Manetti nel cortometraggio Goodbye Baghdad ripercorre la tragica spedizione di Nicola Calipari che vent’anni perse la vita durante la missione di liberazione della giornalista Giuliana Sgrena.
La sezione Flash raccoglie invece i film/evento del festival: anteprime italiane o milanesi di rilievo che presentano le opere recenti di registi affermati, film acclamati dalla critica o premiati nei maggiori festival internazionali. Dal Kenya, l’anteprima italiana di Searching for Amani di Debra Aroko, un toccante documentario di formazione che segue un giovane aspirante giornalista tredicenne mentre indaga sul misterioso omicidio del padre. Dalla Palestina, l’ultimo film di uno dei maestri del cinema palestinese, Rashid Masharawi, che racconta con humor e delicatezza la storia di un ragazzino alla ricerca del suo piccione viaggiatore passando da Betlemme, Gerusalemme Vecchia e Haifa. Sempre dalla Palestina, From Ground Zero, un’opera collettiva ideata dallo stesso Masharawi e composta da 22 cortometraggi, un instant movie girato lo scorso anno durante la guerra a Gaza (il film è stato selezionato tra i primi quindici titoli in lizza per l’Oscar al miglior film straniero).
La cerimonia di premiazione del festival, in programma per sabato 29 marzo 2025, si conclude con la proiezione di un altro film palestinese: Happy Holidays di Scandar Copti (membro della giuria ufficiale), vincitore del Premio per la Miglior Sceneggiatura nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2024. Secondo lungometraggio del regista, candidato all’Oscar nel 2009 con Ajami, il film adotta una struttura a mosaico per svelare segreti e bugie di una famiglia araba israeliana, esplorando le pressioni sociali, i pregiudizi e le contraddizioni della società israeliana.
Closing film del festival, domenica 30 marzo, è l’anteprima nazionale di Transamazonia della sudafricana Pia Marais (presidente della giuria internazionale del festival) in collaborazione con la Fondazione Prada: per l'occasione è presente al festival anche la giovane protagonista, Helena Zengel, bambina prodigio del cinema tedesco, ora diciasettenne, già candidata ai Golden Globe nel 2021. Transamazonia è un'opera dal grande impatto visivo, immersa in un’atmosfera sospesa tra realtà e misticismo, che trasporta nel cuore della giungla amazzonica, tra miracoli e violenti scontri tra le comunità indigene e i taglialegna abusivi.
La sezione più pop del festival E tutti ridono... è dedicata alle commedie provenienti dai 3 continenti e presenta quest’anno dalla Cina, in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano e il Far East Film Festival l’anteprima della commedia cinese Clash di Jiang Jia-chen, recentemente presentato in prima mondiale al Festival di Rotterdam: basato sull'incredibile storia vera dei Chongqing Dockers, il divertente dramma sportivo racconta l’improbabile avventura di una squadra di calcio maldestra e la sua ascesa alla gloria sportiva.
C'è poi la sezione che presenta alcuni film fuori concorso, tra cui cortometraggi italiani dallo stile più reportagistico, ma incentrati su tematiche di grande rilevanza. Tra questi, Faghan (figlie dell’Afghanistan) della giornalista Emanuela Zuccalà, che offre una serie di intensi ritratti di donne afghane rifugiate in Italia, e Ice Builders di Tommaso Barbaro e Francesco Clerici, un documentario impreziosito da straordinarie immagini della catena dell’Himalaya: ambientato nella remota e arida valle montana dello Zanskar, il film racconta come le popolazioni locali stiano imparando ad affrontare la scarsità d’acqua causata dai cambiamenti climatici.
Il regista messicano Alonso Ruizpalacios, tra i maggiori esponenti della nuova generazione, è presente all’inaugurazione del festival con il suo ultimo film La cocina. In collaborazione con la Fondazione Prada, è prevista una sezione a lui dedicata, che comprende altri tre lungometraggi: l’esordio di successo Güeros, vincitore di oltre 40 premi internazionali, tra cui il Miglior Opera Prima alla Berlinale 2014; Museo: folle rapina a Città del Messico che si è aggiudicato l’Orso d’Argento per la sceneggiatura alla Berlinale 2018; e Una película de policías (Cop Movie) vincitore del Premio per il montaggio alla Berlinale 2021.
Tutti i film sono presentati in lingua originale con sottotitoli in italiano. Tutti i registi ospiti del festival incontrano il pubblico dopo le proiezioni e i registi del concorso principale che non partecipano in presenza si connetteranno on line con la sala.
Da sabato 22 a domenica 30 marzo viene inoltre organizzata nel bar Girevole del San Fedele l’Ora del té con i registi e gli ospiti del festival per un incontro con il pubblico.
Il programma del festival prevede inoltre una serie di eventi collaterali. Torna per l’ottavo anno consecutivo Africa Talks, un appuntamento che l’Associazione Centro Orientamento Educativo Ets organizza nell’ambito del festival in collaborazione con Fondazione Edu: lunedì 24 marzo alla Cineteca Milano Arlecchino si parla di attivismo giovanile in Africa, dall'ecologia alla scena artistica militante, dalla critica alla politica fino alle mobilitazioni nate dal digitale; a seguire viene proiettato Khartoum, un film realizzato da un collettivo di registi sudanesi - Anas Saeed, Rawia Alhag, Ibrahim Snoopy, Timeea M. Ahmed - in collaborazione con il regista e sceneggiatore britannico Phil Cox.
In collaborazione con Aics e Terre des Hommes Italia martedì 25 marzo presso la Cineteca Milano Arlecchino, si tiene l'incontro Italia e Africa: Cultura, Formazione, Cooperazione e Prospettive Future che riunisce produttori e registi per approfondire il valore della formazione e dell’empowerment come strumenti di sviluppo e per esplorare modelli di collaborazione sostenibile tra Italia e paesi africani; a seguire la proiezione gratuita, alla presenza del regista Christian Carmosino Mereu, del film Une Famille. Ingresso libero.
Giovedì 27 marzo, in collaborazione con il Consolato Generale di Svizzera a Milano, si tiene la tavola rotonda Svizzera: Piattaforma di Incontri, Culture e Cinema seguita dalla proiezione gratuita del cortometraggio svizzero-senegalese The Dawn.
Infine, il 34° Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina quest’anno si diffonde a macchia d’olio per raggiungere il pubblico direttamente nei quartieri di Milano, nella città metropolitana e nelle università, con eventi, incontri e proiezioni che si inseriscono nell’ambito di Fuori per Festival (Diversità e inclusione in prima fila nella città del cinema di prossimità), un progetto finanziato da Fondazione Cariplo che intende contribuire al rilancio del comparto cinematografico per contrastare lo spopolamento delle sale.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti consultare il sito del Festival del Cinema Africano d'Asia e America Latina.