Gli artisti coinvolti sono Luca Barcellona, noto per la sua arte calligrafica, che esplora il tema Alfabeti come porte privilegiate per entrare in altre culture; Zoer, artista e designer francese che fa del colore il tratto distintivo del suo lavoro, affronta il tema Viaggio nel tempo; invece Viaggio nello spazio è interpretato da Capo.Bianco, artista italiana, classe 1992, dal segno geometrico e labirintico; l’italiano Hitnes, artista noto per le sue opere ispirate alla natura e al mondo animale dal tratto liquido come acquarello, tratta il tema della Migrazione animale; il muralista e incisore messicano Mazatl, mai intervenuto in precedenza in Europa, presenta la suavisione di Viaggio metafisico; mentre Neethi, artista e graphic designer di origine indiana, anch’essa mai intervenuta in Italia, lavora su Pellegrinaggi e devozione; la spagnola Cinta Vidal, rinomata per le sue opere che sfidano la prospettiva e le convenzioni architettoniche, interpreta il Viaggio di leisure; è poi Souvenir il concept su cui ruota l’opera di Agus Rucula, muralista e fotografa argentina nota per i suoi murales relazionali; Aya Tarek, visual artist egiziana dal tratto vibrante efortemente pittorico tratta il tema Viaggio nell’epoca del neocapitalismo; infine Mohammed L’Ghacham, artista marocchino naturalizzato spagnolo dallo stile realistico basato sulla fotografia analogica, si sofferma sul tema del Ricordo e memoria.
Una mostra sull’arte urbana in un museo pubblico non poteva prescindere da una narrazione storica del fenomeno artistico, che è stata affidata a Silvia Bignami, storica dell’arte. Il racconto inizia negli spazi dell’Agorà, la piazza delle culture del Mudec, raccontando un passaggio fondamentale per comprendere la street culture del XXI secolo: la matrice storica del muralismoc ontemporaneo. Bignami traccia l’evoluzione del muralismo nel XX secolo, partendo dal Messico post rivoluzionario passando per l’America del New Deal e l’Italia del Ventennio, fino alleesperienze degli anni '60 tra Cile ed Europa. Si arriva poi alla fine del secolo, con l’esplosione dei graffiti tra Stati Uniti e Italia. Tecniche, linguaggi e scopi delineano il profilo di un'arte inscindibile dall’approccio politico e comunitario, dove proteste, contraddizioni e censure sono parte integrante della dimensione sociale delle opere.
Particolare attenzione è riservata anche al Cile, dalle Brigadas Ramona Parras, alla collaborazione con il pittore cileno Roberto Sebastian Matta e alla Biennale di Venezia del 1974. I focus analizzano tecniche, linguaggi e obbiettivi, mettendo in luce elementi e iconografie comuni. L’epopea messicana dei tres grandes (Diego Rivera, David A. Siqueiros e José C. Orozco) costituisce un punto di partenza fondamentale per capire l’evoluzione del muralismo. Tuttavia, la mostra non si limita a questi capitoli storici, ma racconta anche episodi singoli, altrettanto significativi per descrivere un panorama articolato, come il celebre Wall of Respect di Chicago (1967), i murali di Orgosolo e San Sperate in Sardegna realizzati negli anni '70 o il celebre murale di Keith Haring a Pisa del 1989.
La pittura murale è stata un linguaggio chiave per la scena underground degli anni ’80 e ’90 e il contributo che luoghi di resistenza ed espressività libera quali squat, centri sociali e realtà occupate hanno dato a queste forme espressive è stato determinante per permettere a generazioni di artisti di esprimersi al di fuori dello spazio privato, misurandosi con la pluralità di pratiche condivise, e/o nate da una committenza collettiva. Negli anni Duemila alcuni fattori tecnici e mediatici hanno determinato una esponenziale crescita di esperienze di arte nello spazio pubblico: il diffondersi di strumenti digitali per la produzione di immagini ha ampliato le possibilità espressive degli artisti; quindi internet e poi, soprattutto, i social media hanno rivoluzionato la loro visibilità, consentendo di documentare e diffondere il proprio lavoro a livello globale, semplificando enormemente semplici scambi e contatti un tempo difficili da costruire.
In questo solco si è diffusa la cosiddetta street art, caratterizzata da immagini provocatorie e d'impatto, solitamente di piccole dimensioni, realizzate rapidamente in spazi affollatie visibili con stencil, sticker, poster. Un linguaggio che continua a rappresentare una risposta artistica all’invasione pubblicitaria delle città e che trova spazio anche nel palinsesto degli eventi collaterali alla mostra, con workshop dedicati alle principali tecniche utilizzate sia per gli adulti ma anche per il pubblico dei più piccoli. Tornando al muralismo a pennello e realizzato su committenza, questo linguaggio non si è mai del tutto interrotto subendo tuttavia decenni di stasi, per arrivare, oggi più che mai, a una diffusione esponenziale nel secolo XXI, con la formazione di una scena straordinariamente ricca e diversificata di artisti che grazie all’emergere di nuove committenze (sia pubbliche, sia private) e grazie al fenomeno dei festival di arte urbana, che conta nel mondo esperienze trentennali, hanno potuto sperimentare un forte rilancio.
Il muralismo che è arrivato ai giorni nostri è basato su sistemi di professionalità e su portatori di interesse fondamentali per ogni progetto urbano. Gli artisti rimangono certo i primi protagonisti, ma non si può non considerare l’importanza di associazioni, singoli curatori, case di produzione, tutti quei soggetti chiave per la produzione di opere di arte urbana, impegnati nel dialogo con le istituzioni per promuovere questo linguaggio come collaborativo e non vandalico. Il muralismo è un linguaggio necessariamente inclusivo che ha trovato la sua strada nel tempo e indipendentemente da tante altre espressioni artistiche che sono invece assolutamente esclusive. Il muralismo si distingue così dal mercato dell’arte tradizionale, imponendosi come pratica fortemente basata sull’ascolto delle comunità e sulla collaborazione, al suo massimo con l’arte cosiddetta partecipata. Il video introduttivo curato da Alice Cosmai accompagna il pubblico nella mostra offrendo un inquadramento generale e un’immersione nel mondo della arte urbana contemporanea.
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