Echoes: origini e rimandi dell’art rock britannico, mostra

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DA Giovedì17Aprile2025
A Domenica05Ottobre2025

Dal 17 aprile al 5 ottobre 2025 il Padiglione d'Arte della Fondazione Luigi Rovati di Milano ospita la Echoes: origini e rimandi dell’art rock britannico, progetto espositivo articolato in tre mostre distinte, a cura di Francesco Spampinato. Il ciclo indaga le origini e gli echi dell’art rock che ha preso forma nella Gran Bretagna degli anni '60 e '70, mettendo in luce la convergenza tra il mondo delle arti visive e quello della musica rock. Dai Beatles ai Pink Floyd, dagli Yes ai Genesis fino a Peter Gabriel, le mostre presentano dipinti, illustrazioni, fotografie, installazioni, video e memorabilia, testimoni di una stagione storica, in cui le avanguardie artistiche incontrano l’industria culturale.

Il percorso espositivo rivela le fonti di ispirazione artistica dell’art rock, in particolare il Surrealismo, e analizza l’impatto culturale e sociale di questo fenomeno mettendo in luce le connessioni con lo spirito del proprio tempo e la sua influenza duratura sull’immaginario collettivo e sull’arte contemporanea. Dalle avanguardie storiche alla Pop Art inglese, dalla Controcultura al postmodernismo fino alle più recenti correnti artistiche, le opere in esposizione raccontano un legame profondo tra musica e arte, mostrando come l’art rock abbia ridefinito confini e linguaggi, aprendo le porte a forme di ibridazione oggi comunemente perseguite dagli artisti di qualsiasi disciplina. Le opere esposte provengono dalla collezione della Fondazione Luigi Rovati e da prestiti di importanti collezioni pubbliche e private: dipinti, illustrazioni, fotografie, installazioni, video e memorabilia che raccontano alcune delle band e degli artisti più rappresentativi della scena musicale inglese dell’epoca, dal beat alla psichedelia al rock progressivo, le origini del loro immaginario visivo e i rimandi sulle future generazioni di artisti.

 Dal 17 aprile all'8 giugno, la prima mostra in cartellone The Beatles: il mito oltre la celebrità illustra l’effetto dirompente dei quattro ragazzi di Liverpool sul mondo giovanile e sulla società in generale. La rivoluzione portata dai Beatles non si limita alla musica, ma trasforma profondamente la cultura visuale, consolidando le dinamiche dello star system per poi travalicarle, raggiungendo il mito. La mostra approfondisce la creazione della celebre copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, iconico album dei Beatles, attraverso l’intero portfolio fotografico realizzato da Michael Cooper per documentare il celebre diorama di Peter Blake e Jann Haworth, quintessenza della Pop Art inglese. In mostra anche un’opera originale della serie Old Lady di Haworth, la bambola che compare tra i personaggi a grandezza naturale della copertina e i ritratti psichedelici dei Beatles realizzati da Richard Avedon. Mentre il video Smile di Yoko Ono presenta un ritratto intimo di John Lennon, I‘m Not The Girl Who Misses Much di Pipilotti Rist, chiude il percorso con un’eco impertinente, di taglio femminista.

La seconda mostra, dal 14 giugno al 27 luglio 2025, si intitola Pink Floyd, Yes, Genesis: nuove percezioni della realtà e ripercorre l’immaginario psichedelico e surrealista che accompagna le produzioni di queste mitiche band. Il percorso si apre con un’opera del pittore metafisico Alberto Savinio, proseguendo con i dipinti di Roger Dean per le cover degli Yes e le visionarie fotografie di Hipgnosise Storm Thorgerson per i Pink Floyd tra cui il prisma di The Dark Side of the Moon, l’uomo che va a fuoco di Wish You Were Here e il maiale gonfiabile di Jeffrey Shaw per la copertina di Animals. Per i Genesis, in mostra i dipinti di Paul Whitehead per TrespassNursery Cryme e Foxtrot con l’immagine della volpe in abito rosso e gli acquarelli originali di Colin Elgie per le cover di A Trick of the Tail e Wind and Wuthering. A risuonare con questo immaginario surreale, una installazione dell’artista svedese Nathalie Djurberg che mostra un mondo fiabesco fatto di pillole multicolore.

Infine, dal 27 agosto al 5 ottobre 2025, alla poliedrica identità di Peter Gabriel, anima dei Genesis nei loro primi anni di attività e poi diventato celebre per la sua carriera solista, è dedicata la terza e ultima mostra, Peter Gabriel: frammentazione dell’identità, che comprende copie firmate dall’artista degli artwork di Hipgnosis per le copertine dei suoi primi tre album, CarScratch Melt, le fotografie e i videoclip degli iconici travestimenti dell’artista, dalla donna-volpe di Foxtrot  al celebre trucco creato per Shock the Monkey nell’omonimo videoclip e nelle esibizioni dal vivo, come nella foto di Guido Harari a Sanremo del 1983, fino ai progetti multimediali e interattivi in cd-rom degli anni ‘90. Un percorso che esplora il tema della frammentazione dell’Io nella ricerca artistica e che nella mostra prende avvio dalla celebre rappresentazione di Rrose Sélavy, alter ego di Marcel Duchamp, documentato nelle fotografie di Man Ray, e prosegue con opere originali di Keith Haring e Kiki Smith che trattano della crisi dell’identità in epoca postmoderna.

L'ingresso è gratuito nei seguenti orari: da mercoledì a domenica in orario 10.00-20.00 (aperture straordiarie domenica 20 e lunedì 21 aprile, venerdì 25 aprile e giovedì primo maggio, sempre in orario 10.00-18.00). Per info 02 38273001.

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