Milano, 15/06/2017.
Per raccontare la stagione 2017/2018 al Teatro Elfo Puccini un corto propone le voci degli interpreti che ne saranno protagonisti. Sotto scorrono i nomi di chi cura le regie, di autori e autrici, di compagnie e interpreti. Non però le immagini degli spettacoli, bensì una campionatura sul «lavoro di chi lavora nel dietro le quinte del teatro» afferma Elio De Capitani, delegato alla direzione artistica insieme a Ferdinando Bruni seduto sul palco accanto al direttore Fiorenzo Grassi e all'assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno.
A sintetizzare una stagione fatta di oltre 50 titoli di cui circa 18 produzioni, un'immagine regalata dall'artista Antony Gormley, esponente della New British Sculpture: «un'impronta umana, traccia dell'umano che incontra l'umano» dal titolo Breath, da cui il titolo della stagione: Respira il teatro. «Come già l'anno scorso, questa idea di collaborare con artisti è riuscita anche grazie al critico d'arte e amico Flavio Arensi, già tramite tra noi e Mimmo Paladino. Il nostro teatro d'arte contemporanea sta diventando anche un museo di arte contemporanea con opere che abitano i vari spazi». Al terzo piano ha trovato dunque posto anche «una parte del grande fondale per una delle nostre produzioni, Il trionfo della morte, di Sergio Battarola, uno dei cinque artisti testoriani, in quello che è stato uno dei primi momenti d'incontro tra pittura e teatro per noi dell'Elfo».
Il Teatro dell'Elfo è dunque rivolto a «creare una casa degli artisti, per generare percorsi di ibridazione, di simbiosi mutualistica che diventa sempre più accentuata». Un intento che si manifesta in un cartellone ricco di co-produzioni e ospitalità a giovani gruppi per una «pluralità generazionale dei linguaggi teatrali», come chiosa l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno.
Sono di casa all'Elfo: Carozzeria Orfeo, Biancofango e Invisibile Kollettivo. In scena a dicembre 2017 (dal 12 al 31) «Cous Cous Klan è una nuova drammaturgia di Gabriele Di Luca (Carrozzeria Orfeo) e ancora uno sguardo alle dinamiche della vita tra gli ultimi, tra chi vive ai margini - spiega Alessandro Tedeschi (interprete e regista insieme a Di Luca e Massimiliano Setti). In un parcheggio abbandonato due nuclei familiari, un prete e il fratello sordomuto e xenofobo che càmpano di attività illecite, e quello della sorella convertita all'Islam, che nonostante il suo odio per l'occidente, cova il desiderio di una gravidanza. Accanto a loro Aldo, un pubblicitario scacciato dalla sua famiglia per un piccolo errore e costretto a vivere in un cassonetto. Sarà Nina, una ragazza che arriva all'improvviso nella storia, a proporre un piano assurdo per un possibile riscatto».
Io non ho mani che mi accarezzino il viso (dal 21 novembre al 3 dicembre 2017) è la nuova scrittura di Francesca Macrì e Andrea Trapani (Biancofango) che riprende il titolo di una poesia di David Maria Turoldo e una sequenza di fotografie di Mario Giacomelli, «ma solo il titolo», afferma Francesca Macrì: «in realtà siamo partiti da una domanda rivolta ai tre interpreti, Federica Santoro, Aida Talliente e Andrea Trapani. Quale personaggio della letteratura teatrale ha usato le parole che sentite vicine sulla fragilità? Sulle tre risposte si base la scrittura. Andrea ha scelto il Woyzeck, Aida l'Arkadina, e Federica Santa Giovanna dei Macelli di Brecht. Questi interpreti e questi personaggi si ritroveranno sul palco non per riscriverli ma per continuare a scriverli come sempre sulla base della nostra drammaturgia che è attoriale».
Sarà proseguendo il lavoro iniziato grazie a una residenza al Teatro delle Moline, sul romanzo d'inchiesta L'avversario (1999) di Emmanuel Carrère, che andrà in scena Invisibile Kollettivo (dal 18 al 29 aprile 2018). «L'autore lo ha scritto turbato da una storia di cronaca in cui un uomo, che ha ucciso tutta la sua famiglia e cercato di suicidarsi senza riuscirci, si rivela aver condotto una vita completamente falsa. Sarà un grande lavoro intorno al l'identità». Quindi un lavoro dedicato ai bambini: Leonardo che genio! (dal 19 al 25 marzo e dal 4 all'8 aprile 2018) «su un personaggio che è un mito, un genio, un'incredibile figura doveva affiancarlo, la Gioconda, ma il personaggio femminile che voglio affiancargli si sta trasformando».
Ferdinando Bruni e Elio De Capitani saranno rispettivamente impegnati su un progetto dedicato a Oscar Wilde il primo e sulla lettura di Frankestein, di Mary Shelley, a due secoli dall'ideazione, l'altro. «Ho iniziato a lavorare sul racconto del mostro che ci dice tanto del nostro rapporto con l'altro, del rapporto con la bruttezza, la diversità, l'alterità. Niente di più contemporaneo», spiega De Capitani a proposito di Frankenstein (dal 24 ottobre al 5 novembre 2017).
Il progetto su Oscar Wilde, al di là dei temi attualissimi che si rintracciano tra le pieghe dei testi, rappresenta anche la prosecuzione di un percorso: «il primo Wilde - afferma Bruni - ce l'aveva prodotto l'Ert, poi c'è stata La Ballata del carcere di Reading, quindi con Francesco Frongia abbiamo montato la nostra Salomè, poi ho fatto Il fantasma di Canterville, sui rapporti tra cultura americana e europea. Quest'anno mettiamo in scena Atti osceni. I tre processi di Oscar Wilde (dal 20 ottobre al 12 novembre 2017) da un testo dell'americano Moises Kaufman che offre l'occasione per trattare temi come il rapporto tra morale e opera d'arte, la questione della propria sessualità e libertà. Quello di Kaufman è un teatro neo-brechtiano con un calore più forte della matrice europea. Al centro di questo lavoro Giovanni Franzoni, con cui avevamo già lavorato: mi ha convinto molto quando l'ho rivisto in Caro George».
«Con alcuni del cast riprenderemo, con Frongia, anche L'importanza di chiamarsi Ernesto (dal 17 novembre al 10 dicembre 2017)», prosegue Bruni, «in un cortocircuito tra il momento più felice e quello più tragico della vita di Wilde. In scena Ernesto diventerà Franco, un nome che ha la stessa ambiguità in italiano rispetto all'idea di onestà contenuta in Ernest». E conclude: «stiamo studiando una maratona Wilde».
Ancora due produzioni: Luca Toracca incontra Alan Bennett con il monologo Una patatina nello zucchero (dal 12 al 31 dicembre 2017) di cui è regista e interprete, mentre Elio De Capitani cura la regia di L'acrobata (dall'8 gennaio al 4 febbraio 2018), un testo della scrittrice e regista fiorentina Laura Forti che Cristina Crippa ha contributo a far trasformare da romanzo, Camminare sulle dita (2009), in testo teatrale: è la storia di una serie di esilii della sua famiglia dall’Italia al Cile per le leggi razziali, e poi dal Cile di nuovo in Europa, in Svezia, in seguito alla dittatura di Pinochet. «Un'avventura molto interessante - aggiunge De Capitani - accanto a un giovane regista video, Paolo Turru, tra documenti d'epoca e narrazione storica».
A proposito di Storia, De Capitani sottolinea: «il prossimo anno, proprio di questi tempi a giugno saremo al Napoli Teatro Festival con Afghanistan. Intorno a questo spettacolo vorremmo aprire altri scenari per far conoscere la cultura afghana al di là della guerra. La storia diventa teatro e crea partecipazione emotiva permettendo di superare l'ignoranza verso il passato e la paura verso l'altro. Giuliana Musso, capace di trasformare i dati per il teatro, ha fatto un lavoro bellissimo con le madri dei soldati morti in Afghanistan, Mio eroe», in scena al Teatro dell'Elfo (dal 13 al 18 febbraio 2018).
Quattro personali per dare un resoconto del lavoro di alcuni artisti: Michele Sinisi con le sue due rivisitazioni di personaggi shakespeariani, Amleto (dal 20 al 22 ottobre 2017) e Riccardo III (dal 24 al 29 ottobre 2017); Jacopo Gassman con il teatro di Chris Thorpe (dal 31 ottobre al 5 novembre 2017); Oscar de Summa con la sua Trilogia della provincia fresco del Premio Melato 2017 e del Premio Hystrio 2016 (dal 6 all'11 marzo 2018). Infine, la compagnia Eco di fondo, nata nel 2009 da Giacomo Ferraù e Giulia Viana, e già ospitata all'Elfo, sarà in scena con tre spettacoli: La sirenetta (6 e 7 febbraio 2018, con la collaborazione di Arturo Cirillo), Orfeo e Euridice (dall'8 al 10 febbraio 208, testo e regia di César Brie) e O.Z. storia di un'emigrazione (11 febbraio 2018).
Alcune altre novità. Nuove Storie (appuntamenti con gli autori, i registi e i gruppi emergenti) cambia formato «da collana interna con cadenza mensile, diventa una rassegna tra aprile e maggio 2018 con un tema: la famiglia», un progetto affidato al coordinamento artistico di Francesco Frongia.
Per la politica delle riprese tornano in scena: Goli Otok (dal 14 al 19 novembre 2017), Road Movie (dal 20 al 25 febbraio 2018) alla terza ripresa, Viva l'Italia (dal 22 febbraio all'8 marzo 2018) in coproduzione con il Teatro di Roma e l'Otello (dal 27 aprile al 20 maggio 2018) di cui Capitani è stato interprete e coregista con Lisa Ferlazzo Natoli. «Mi sono scontrato con quel personaggio che intendo riprendere da capo, riprendendo anche la sfida che pone» commenta De Capitani. Tra le riprese anche Aristofane Show, di Enrico Zaccheo (dal 10 al 22 aprile 2018), «una specie di cabaret che porta in scena i personaggi di Aristofane per parlare dell'oggi». Poi La moglie. Viaggio alla scoperta di un segreto di e con Cinzia Spanò (dal 6 al 18 febbraio 2018) sulla storia della moglie di Fermi che, ignara, era accanto al marito in un bunker mentre lui cercava di costruire la bomba atomica. Torna dopo il successo dello scorso Natale anche Cinemalteatro (dal 10 al 12 novembre 2017), Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata (dall'11 al 17 dicembre 2018) appena premiato con il Premio Hystrio Twister 2017 attribuito dal pubblico; la Banda Osiris con Il maschio inutile (27 e 28 giugno 2018) e Fotofinish di Rezza e Mastrella (dal 4 all'8 giugno 2018).
«Per contrastare la corsa alla produttività che rende troppo presto vecchi alcuni spettacoli, riprendiamo anche produzioni che hanno avuto successo in altri teatri milanesi». È il caso de Il misantropo con la regia di Monica Conti (dal 20 al 25 marzo 2018). Tornano poi Roberto Latini con Amleto + Die Fortinbrasmachine (dal 4 all'8 aprile 2018), un confronto con Heiner Müller, dagli occhi di Fortebraccio, e un adattamento di Qualcuno volò sul nido del cuculo (dal 10 al 15 aprile 2018), spettacolo di Alessandro Gassman ambientato in un ospedale psichiatrico del sud. Prosegue anche la collaborazione con il Teatro Filodrammatici, al Teatro dell'Elfo con Collaborators (dal 21 al 25 marzo 2018): «15 attori sul palco per uno spettacolo ambizioso sulla storia tra Bulgakov, Stalin e gli anni di oppressione della Russia».
Interessanti e vivaci le proposte legate alle ospitalità che ripropongono artisti già spesso ospiti del Teatro dell'Elfo: Milvia Marigliano con Ombretta Calco (dal 7 al 12 novembre 2017); Trattato di economia (dal 13 al 19 novembre 2017), «uno spettacolo esilarante dove Roberto Castello incontra Andrea Cosentino, per una ricapitolazione di tutte le tecniche dei grandi artisti della danza e del teatro: l'abbiamo visto al Teatro della Contraddizione e dovevamo assolutamente riproporlo». Natalino Balasso è interprete con Marta Dalla Via di Delusionist (dal 5 al 10 dicembre 2017), «una commedia con una vera e propria trama, che parla della fatica del vivere nella società contemporanea». Non manca neanche quest'anno il consueto appuntamento con il Teatro delle Albe, «in scena Va pensiero (9, 10 e dal 12 al 14 gennaio 2018), racconto di un'epopea contemporanea della terra di Verdi abitata dal pantano delle mafie». Poi, «Marco Vergani reduce da Il giardino dei ciliegi, in L'eredità dolcissima di Renato Cane (dal 16 al 21 gennaio 2018), un monologo grottesco e ironico di Valentina Diana. Isabella Green (dal 23 al 28 gennaio 2018) è dell'ATIR Teatro Ringhiera a cui diamo ospitalità anche in segno di solidarietà verso un gruppo che dopo dieci anni perde lo spazio e il contatto con il territorio su cui tanto aveva lavorato: un'occasione inoltre per incontrare il drammaturgo Emanuele Aldovrandi. Il nostro Alessandro Averone ha invece creato un Aspettando Godot con degli straordinari interpreti, per una rivisitazione dolcissima e piena di grazia (dal 30 gennaio al 4 febbraio 2018)».
Anche Gabriele Lavia è tra gli ospiti con Il padre di Strindberg (dal 15 al 25 febbraio 2018): ma «il teatro non è il testo, è un'eccedenza da. Tutti i testi sono uguali, sono una caduta, una catabasi che rende possibile la catarsi. La caduta è anche l'inizio della cultura occidentale, sono caduto giù al Pireo dice Platone. La nostra cultura ha a che fare con il truce e la caduta, la caduta nell'incertezza come in Macbeth e cosa vuol dire che sono padre se non lo so con certezza, come Macbeth, come Otello la certezza è nell'uguaglianza. Come al solito il testo sarà mescolato con Autodifesa di un folle, Suonata di fantasmi, La casa bruciata, L'isola dei morti».
Ancora Strindberg con Danza macabra (dal 2 all'11 marzo 2018), nella versione di Luca Ronconi con Giovanni Crippa, Giorgio Ferrara e Adriana Asti «in un percorso di acida ironia». PPP Ultimo inventario prima di liquidazione (dal 13 al 18 marzo 2018) è un omaggio a Pasolini di ricci/forte, «un po' lontano dagli stilemi, forse anche un po' consumati del duo, in cui si fermano e lavorano soprattutto con la parola: cosa dice, come parla le altre lingue e come parla di altre culture Pasolini». E ancora, Walter Leonardi e Carlo G. Gabardini con Coma quando fiori piove (vincitore I Teatri del Sacro 2017, dal 10 al 15 aprile 2018).
«Ospitiamo il Delitto e castigo del giovane russo Konstantin Bogomolov (dal 17 al 24 aprile 2018), che ha suscitato grandi scontri con il pubblico, per una regia che sconcerta e apre il dibattito». E poi Le strategie fatali di Mazzarelli e Musella (dal 3 al 13 marzo 2018): «dovevano già venire lo scorso anno, loro sono tra le figure più interessanti della scena contemporanea italiana. Quest'ultima drammaturgia è curiosa: in parte una rilettura originale dell'Otello con un gioco del teatro nel teatro ma anche un'indagine poliziesca. Il loro La società è stato uno degli spettacoli più belli degli ultimi anni». Donne che sognarono cavalli (dal 16 al 20 maggio 2018) è «una storia di famiglia e bugie nel contesto argentino, Maria Pilar tra gli interpreti e già nel Lear con De Capitani». Così tanta bellezza di Corrado Accordino (dal 4 all'8 giugno 2018), «un atto di resistenza poetica, in cui un uomo normale perde la voce evento che diventa una rivelazione».
La stagione dell'Elfo apre (dal 28 settembre al 29 ottobre 2017) come sempre con la rassegna di danza Milanoltre (trentunesima edizione) e sarà al Teatro dell'Elfo la ventesima stagione di Sentieri selvaggi. «Questo teatro ha un pubblico fantastico cosa che ci concede la nostra libertà. Il pubblico è il nostro azionista principale - chiude De Capitani - ed è curioso».
Effettivamente i dati offerti dal direttore Fiorenzo Grassi, che lui definisce «la verifica sociale dell'arte», parlano chiaro: sono arrivati a 6mila gli abbonati, mentre l'operosità è a quota 752 alzate di sipario, dunque un teatro aperto tutti i giorni e tutto il giorno. «Gli intervenuti totali, nelle varie specie, sono 160mila. Le presenze alle nostre produzioni sono 134mila. In teatro abbiamo realizzato 100mila spettatori, di cui 33mila sono giovani, molti al di sotto dei 26 anni e stiamo parlando solo di quelli che comprano un abbonamento». Fertilissime «le prospettive artistiche, ricche di idee, novità e giovani artisti: da qui al 2020 abbiamo già previsto un progetto produttivo e di ospitalità che ci impegna per 9 milioni. A fronte di nessuna notizia sul contributo ministeriale del 2017, con una proposta del Comune ancora da approvare, nessuna notizia da parte della Regione che avendo dedicato il 2017/2018 alla cultura, non sappiamo se ci darà lo stesso contributo o un incentivo. Questo per dire che poggiamo sulla consuetudine e sulla curiosità dei nostri spettatori e basta».
Il cartellone completo della stagione 2017/2018 all'Elfo Puccini è consultabile sul sito ufficiale del teatro. I biglietti per l'Elfo Puccini sono acquistabili comodamente on line su happyticket.
Di Laura Santini