Milano, 11/04/2020.
Come ormai di consueto, anche a seguito dell'ultimo decreto anti Coronavirus del presidente del Consiglio dei Ministri la Regione Lombardia ha emanato un'ordinanza che mette i puntini sulle i, apportando piccole modifiche e integrazioni valide su tutto il territorio regionale.
Nulla cambia, occorre subito dire, sulle date di riferimento del decreto: da martedì 14 aprile a domenica 3 maggio 2020 anche in Lombardia proseguono le misure restrittive per contenere e combattere il Coronavirus. Alcune differenze si ritrovano invece per quanto riguarda le attività che dovrebbero, secondo quanto affermato dal premier Giuseppe Conte, riaprire dopo Pasqua e Pasquetta ma che, stando all'ordinanza firmata sabato 11 aprile dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, a Milano e in tutta la regione continuano a rimanere chiuse: librerie e studi professionali su tutti.
Ma vediamo nel dettaglio il quadro riassuntivo di cosa è aperto e cosa no, di cosa è consentito fare e cosa invece è vietato in questo periodo di emergenza Coronavirus che precede la tanto attesa fase 2, quando cioé è previsto l'inizio del lento e graduale ritorno alla normalità.
Cosa è aperto e cosa è chiuso in Lombardia? Così come nel resto d'Italia da martedì 14 aprile riaprono i negozi di abbigliamento per bambini (chiusi ormai da diverse settimane), ma non le librerie, le cartolerie e i distributori automatici di bevande e alimenti (eccezion fatta per quelli che di acqua potabile, latte sfuso e generi di monopolio). I libri, gli articoli di cartoleria e le forniture per ufficio possono comunque essere venduti nei supermercati, che continuano ovviamente a rimanere aperti, così come negozi di alimentari, farmacie e parafarmacie (ma anche negozi che vendono attrezzature informatiche ed elettroniche, articoli di ferramenta e per l'illuminazione, apparecchiature fotografiche). Tutti gli esercizi commerciali al dettaglio di cui è consentita l’apertura devono mettere a disposizione dei clienti guanti monouso e soluzioni idroalcoliche per le mani (agli stessi è anche raccomandata la misurazione della temperatura corporea dei clienti, oltre che del personale, prima del loro accesso).
In tutta la Lombardia continuano a rimanere sospesi mercati scoperti e fiere di qualsiasi genere. I mercati coperti possono aprire per la vendita dei prodotti compresi nelle merceologie consentite (ma in questo caso i singoli comuni possono scegliere anche di tenerli chiusi), ed è consentita la spesa a domicilio (purché siano garantiti i requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto, evitando inoltre che al momento della consegna vi siano contatti personali a distanza inferiore a un metro).
Restano chiusi in tutta la Lombardia gli studi professionali, che possono comunque proseguire la propria attività in smart working, mentre i servizi bancari, finanziari e assicurativi devono essere svolti utilizzando modalità di lavoro che favoriscano la prenotazione con appuntamento. Ancora chiuse a tempo indeterminato, inoltre, tutte le altre attività non ritenute essenziali, compresi locali e ristoranti, musei, cinema, teatri, sale da concerto; sospesa anche l'attività didattica in scuole di ogni ordine e grado.
Oltre alle attività aperte e chiuse, la nuova ordinanza anti Coronavirus valida fino a domenica 3 maggio conferma le normative già in vigore in tema di spostamenti, presenza di persone in luoghi pubblici e attività all’aperto e sportive. Innanzitutto permane il divieto di uscire di casa se non per motivi lavorativi, di salute o di estrema necessità, così come quello di spostarsi da un comune all'altro senza ragione: chi esce di casa deve in ogni caso indossare una mascherina protettiva (o in alternativa una sciarpa o foulard) che garantisca la copertura di naso e bocca, avere in tasca l'ormai consolidata autocertificazione e mantenere sempre la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Resta consentito svolgere individualmente attività motoria e portare a passeggio il proprio animale da compagnia per le sue necessità fisiologiche, purché nelle immediate vicinanze di casa (sia essa residenza o domicilio) e nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. Cosa significa nelle immediate vicinanze? L'ordinanza della Regione Lombardia indica a tal proposito una distanza non superiore ai 200 metri dall'abitazione in cui si ha dimora. Non si fa cenno, invece, alla tanto chiaccherata passeggiata con i bambini che resta dunque vietata.
Più in generale, sono vietati gli assembramenti di più di 2 persone nei luoghi pubblici o aperti al pubblico. E non possono uscire di casa (e devono inoltre limitare al massimo i contatti sociali) tutti coloro che sono affetti da tosse e la cui temperatura corporea è superiore ai 37,5°.
Di Luca Giarola