Milano, 29/11/2017.
Dal 30 novembre 2017 all'8 aprile 2018 alle Gallerie d'Italia di Milano è allestita la mostra L'ultimo Caravaggio, ideale proseguimento dell'esposizione Dentro Caravaggio, a Palazzo Reale fino a fine gennaio. Cosa è stato dopo il Merisi si può dunque scoprire al polo museale di piazza della Scala, dove con L'ultimo Caravaggio ci sono anche i suoi eredi e nuovi maestri, come recita il sottotitolo: Napoli, Genova e Milano a confronto (1610-1640).
La stretta connessione tra la mostra a Palazzo Reale e questa è sottolineata dal ritorno alle Gallerie d'Italia del Martirio di Sant'Orsola, principale opera della collezione di Intesa Sanpaolo, che finora concludeva il percorso espositivo della mostra Dentro Caravaggio. È questo l'ultimo lavoro di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, realizzato nel 1610 poco prima della sua morte. Lo dipinse in gran velocità, al punto che l'opera venne fatta incautamente asciugare al sole dai servitori, dovendo il pittore partire per Porto Ercole. Dell'errore ci racconta una lettera di Lanfranco Massa che prende tempo con il committente Marco Antonio Doria, di cui è agente a Napoli per non poter spedire il dipinto, non prima di aver posto rimedio ai danni subiti. La martire protettrice della famiglia Doria è livida in un volto che guarda triste quella punta che le ha trapassato il ventre e che Orsola cerca di togliere. C'è tristezza e malinconia a dover lasciare una vita che, tutto sommato, alla santa doveva piacere.
Diverso è il sentimento che traspare dallo stesso soggetto dipinto da Bernardo Strozzi ed esposto di fronte: il genovese in una festa di colori fa accettare religiosamente ed estaticamente la morte alla sua Orsola, anche lei, come gli esecutori a mezzo busto, per concentrare l'attenzione soltanto sul martirio e rinunciare ad altri dettagli.
Lo spazio espositivo delle Gallerie d'Italia, essendo a pianta centrale, perde un po' di linearità del percorso, motivo per cui il curatore Alessandro Morandotti pensa allo spazio espositivo come a una scacchiera, composta da sette sessioni. La prima appunto dedicata a Sant'Orsola nonché al vecchio e al nuovo modo di dipingere. Nella seconda sessione vediamo quanto avviene dal punto di vista artistico a Napoli, dove Caravaggio dipinse il martirio e dove soggiornò due volte. Marcantonio Doria qui si interessò anche a Jusepe de Ribera, da cui acquistò alcune opere. In mostra del pittore spagnolo ci sono un Cristo alla colonna oramai esanime e un Sant'Andrea che interroga il cielo. Il Battistello accoglie la lezione di Caravaggio in due grandi oli su tela nei quali Cristo in uno porta la croce, nell'altro è crocifisso. Justus Suttermans ritrae il mecenate Marco Antonio Doria.
La terza sessione si concentra su Milano, ai tempi strettamente connessa a Genova. Qui emerge la figura di Giulio Cesare Procaccini, coprotagonista della mostra, che conta molti lavori del pittore di Bologna (tra cui la Trasfigurazione della pinacoteca di Brera) grazie alla presenza dell'Ultima cena proveniente dalla chiesa della santissima Annunziata del Vastato a Genova. Si tratta di un olio su tela di dimensioni gigantesche (40 metri quadrati) e straordinaria bellezza. Procaccini omaggia il Cenacolo vinciano, scegliendo di rappresentare lo stesso momento, quello in cui Cristo dice «uno di voi mi tradirà» e si scatenano le reazioni degli apostoli. Qui molto più teatrali di quelle di Leonardo. Che quasi siamo dinnanzi a uno spettacolo, lo confermano le due figure che fanno da quinte laterali. L'apostolo di destra persino solleva il tendone-sipario. Sotto la figura di Cristo la carcassa dell'agnello prefigura il prossimo destino del figlio di Dio. L'Ultima cena di Procaccini è un'occasione unica per i visitatori in quanto è in prestito dopo la fine dei lavori di restauro e visibile, dal basso e non a 16 mt di altezza dove è collocata. Dietro, dall'apertura, si intravede lo sfumato leonardesco: il paesaggio troppo lontano appare azzurro. Nelle sale accanto, figure di santi.
La quarta sessione è ambientata alla corte di Giovan Carlo Doria: siamo in pieno Barocco con Pieter Paul Rubens e Anton van Dyck che inizia a entrare in scena. L'ultima sezione si apre con il Martirio di Sant'Alessandro del Genovesino, maestro estroso attivo tra Genova, Piacenza e Cremona. Il canto del cigno a Caravaggio spetta a Matthias Stom di cui si percepisce l'interesse particolare per i lumi notturni.
La mostra L'ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri è vistabile alle Gallerie d'Italia di Milano nei seguenti orari: da martedì a domenica, 9.30-19.30; giovedì 9.30-22.30 (ultimo ingresso un'ora prima della chiusura; lunedì chiuso). In occasione delle festività le Gallerie d'Italia prevedono una serie di aperture straordinarie: la mostra e le collezioni permanenti si possono visitare il 7 dicembre (ultimo ingresso ore 13.30), l'8 e il 26 dicembre 2017; il 6 gennaio 2018, l'1 e il 2 aprile 2018; solo la mostra L'ultimo Caravaggio, invece, il 24 e il 31 dicembre 2017 (ultimo ingresso 17.00), l'1 gennaio 2018 (ore 14.30-19.30). Prevista chiusura il 25 dicembre 2017.
I biglietti hanno i seguenti prezzi: intero 10 euro; ridotto 8 euro; ridottissimo 5 euro per i clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo; ridotto speciale 5 euro per i possessori del biglietto della mostra Dentro Caravaggio di Palazzo Reale di Milano; gratuito per le scuole e i minori di 18 anni; gratuito per tutti la prima domenica del mese in occasione dell'iniziativa Una Domenica al Museo. Per info 800 167619.
Di Laura Cusmà Piccione