Milano, 11/03/2019.
Palazzo Reale di Milano ospita dal 12 marzo al 23 giugno 2019 la mostra Jean Auguste Dominique Ingres; la vita artistica ai tempi di Napoleone a cura di Florence Viguier-Dutheil, direttrice del Musée Ingres di Montauban.
La mostra comprende oltre 150 opere di cui più di 60 dipinti e disegni di Ingres, riunite grazie a prestiti internazionali da alcune delle più grandi collezioni di tutto il mondo. I prestiti delle opere di Ingres sono in gran parte garantiti dalla chiusura per ristrutturazione del Museo Ingres di Montauban, dove l'artista nacque, ma ne sono arrivate anche dal Metropolitan Museum of Art di New York, dal Columbus Museum of Art dell’Ohio, dal Victoria and Albert Museum di Londra, dal Louvre, dal Musée d'Orsay, dalla Pinacoteca di Brera e dalla Gam di Milano
Nella sua Francia, Ingres (1780-1867) non ebbe il giusto riconoscimento, per la preferenza in campo artistico rivolta ai romantici: ancora nel 1856 veniva definito «pittore cinese sperduto nell'Ottocento» in quanto ritenuto incomprensibile e strano dai suoi contemporanei. Soltanto all'età di 44 anni Parigi lo incoronò della fama che gli spettava. Nel frattempo visse in Italia dal 1804 al 1824, dove studiò a lungo i grandi maestri del Rinascimento, prediligendo su tutti Raffaello, in mostra ritratto nella Copia di Autoritratto del maestro d'Urbino, prestato dagli Uffizi. Il ritratto di Jean-Auguste in mostra è invece riprodotto da Julie Forestier, compagna di Ingres, che lo conobbe quando entrambi erano allievi di Jacques-Louis David.
Sono tanti i ritratti in mostra. Tanti nudi alla maniera classica. Quello di Napoleone Bonaparte ad opera di Andrea Appiani probabilmente risale all'indomani della battaglia di Lodi e unisce pace e guerra sotto il generale, avvolgendo intorno alla sciabola un albero d'alloro.: accanto all'olio su tela, nel tratteggio in matita nera e gessetto bianco su cartoncino, vediamo il meraviglioso disegno preparatorio. I disegni di solito sono guardati di sfuggita in mostra, ma in questa hanno un valore particolarmente importante, perché diceva Ingres: «Il disegno è la probità dell'arte». Ingres ritrae Bonaparte già imperatore, sovraccaricando la nota minutezza di Napoleone con i simboli del potere. Il neoclassicismo era percepito come un freddo ritorno all'antico e ai modelli del passato, mentre è in atto la rivoluzione.
Per questo, Ingres non ebbe presa sui suoi contemporanei, ma influì su innumerevoli altri artisti: Degas, Renoir, Manet, Dalì e persino Picasso, come dimostrano i debiti che Les Demoiselles d'Avignon hanno nei confronti del Bagno turco. E Dormeuse nell'ultima sala non è gemella della prostituta della Colazione sull'erba di Manet? Bellissima e lasciva affonda dentro un mantello-antro di velluto, reso in maniera tattile, color rosso Valentino. Lo stesso colore che incappuccia lo Studio d'uomo seduto di profilo. Ed è la rappresentazione frontale della vicina Grande Odalisque. E se la precedente è di una sensualità dirompente, l'odalisca da tergo è tutta raffinatezza muliebre. A fine mostra un tributo del pittore francese va a Leonardo, di cui quest'anno si celebrano i 500 anni dell'anniversario della morte: il dipinto in questione rappresenta, appunto, la Morte di Leonardo da Vinci.
Promossa dal Comune di Milano | Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei, in collaborazione con StArt e il Museo Ingres di Montauban, la mostra è aperta in questi orari di visita: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30.
I biglietti di ingresso hanno i seguenti prezzi: intero 14 euro (open 16 euro); ridotto 12 euro per under 26, over 65, disabili gruppi di almeno 15 persone, tesserati Fai e Touring Club; ridotto speciale 10 euro per tesserati Abbonamento Musei Lombardia, soci Orticola e abbonati annuali Atm; ridotto speciale 6 euro per scolaresche di ogni ordine e grado. Previsti anche biglietti famiglia al prezzo di 10 euro a persona per uno o due adulti e 6 euro per i bambini dai 6 ai 14 anni. L'ingresso è sempre gratuito per i bambini minori di 6 anni di età.
Di Laura Cusmà Piccione