Milano, 11/10/2019.
Traffico sempre più inteso, impianti di riscaldamento e di raffreddamento sempre accesi, e qualità dell’aria sempre più scadente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 92% della popolazione vive in luoghi dove la qualità dell’aria è oltre i limiti di sicurezza per la salute. I dati più allarmanti sono concentrati nelle aree metropolitane.
Le città devono cambiare, re-inventarsi e progettarsi seguendo modelli sempre più ecologici e sostenibili. Diventare una green city oggi è l’obiettivo di molti centri urbani e una realtà che si sta concretizzando in tante città d’Europa e del mondo. Realtà virtuose da prendere ad esempio, dove la mobilità sostenibile è un obiettivo primario.
Per mobilità sostenibile si intende un sistema di trasporti che riduce al minimo l’impatto ambientale, massimizzando l’efficienza, l’intelligenza e la rapidità degli spostamenti. Il goal è quello di arrivare ad una rete, sia pubblica che privata, che rispetti l’ambiente, abbatta i consumi e non produca emissioni nocive.
Secondo l’ultimo report di Legambiente, Milano è la metropoli più green d'Italia per minor numero di auto circolanti: il 58% degli spostamenti in città avviene con i mezzi pubblici. Oggi solo un milanese su due utilizza la macchina per spostarsi, gran bel risultato data la popolazione, ma decisamente ancora troppo poco. Per questo, nel 2019, è stato approvato dal Consiglio Comunale di Milano il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums), un documento che guida le strategie della mobilità della città metropolitana di Milano per i prossimi dieci anni. L’obbiettivo è fare in modo che gli abitanti non abbiano più bisogno di utilizzare la propria auto e riuscire quindi a ridurre di quasi un terzo le emissioni di carburante organico.
Milano si prepara quindi a riorganizzare il traffico cittadino. Dopo l'introduzione dell'Area B che chiude l’accesso alla Città Metropolitana di Milano per i veicoli benzina e i diesel classe Euro 4, è anche previsto un incremento delle zone 30, l'attivazione di nuove linee metropolitane e il potenziamento delle tratte di tram e bus. Anche i mezzi stessi saranno sempre più verdi, grazie al piano di Atm di sostituire tutti i 1200 autobus, per una flotta full electric entro il 2030.
Ma non solo, al fine di migliorare la qualità della vita urbana, Milano sta investendo sempre più nella sharing mobility, o mobilità condivisa. Mobilità condivisa sono tutte quelle soluzioni che permettono di spostarsi in modo individuale ed autonomo ma con mezzi in condivisione con altre persone. Le parole magiche sono car sharing e bike sharing ma recentemente i servizi in città si sono allargati anche a motorini e monopattini, con l’idea di sperimentare anche con veicoli come segway, hoverboard e monoruote.
Con le flotte più consistenti a livello nazionale, Milano vanta un’ampia possibilità di scelta nel campo della mobilità condivisa, sia per le auto che per i mezzi più leggeri. Inoltre, sta guadagnando sempre più terreno la scelta green dell’elettrico che permette al cittadino di muoversi senza inquinare.
I numeri del mondo electric sono infatti molto promettenti: nella mappa di Milano Green City appaiono, sparse per il territorio, 93 colonnine di ricarica per veicoli elettrici (che diventeranno 1000 nel 2020), 290 postazioni di bike-sharing BikeMi con 3650 biciclette e 1150 a pedalata assistita e 218 km di piste ciclabili, destinati ad aumentare grazie al Pums. Si confermano poi 3 mila passaggi all’anno sui vari car sharing elettrici, 16 mila sulle bike e 500 sulle moto. Grazie ai numerosi progetti di mobilità sostenibile ad oggi un cittadino su 10 ha rinunciato alla propria auto per rivolgersi ai servizi di sharing. È previsto che per il 2021 diventino due su 10. L’obbiettivo è una metropoli con almeno il 25% di traffico in meno e con i mezzi pubblici più veloci che, secondo le previsioni, raggiungeranno il 42% di persone in più.
I servizi sharing, dalla macchina al monopattino, sono tutti utilizzabili per brevi periodi dietro un corrispettivo a tempo e/o chilometrico. Il pagamento del servizio è a consumo, previa iscrizione annuale. Per usufruirne basta avere l’apposita app da cui, grazie alla geo-localizzazione, si può trovare il mezzo più vicino. I servizi possono essere station-based (da lasciare in zone dedicate) o free-floating (da parcheggiare liberamente).
Tra tutti i servizi proposti, è difficile decidere a chi rivolgersi per essere sicuri che i nostri spostamenti in città siano effettivamente ad emissioni zero. Così, noi di mentelocale.it abbiamo pensato di regalarvi una lista di tutti i servizi di sharing mobility elettrici disponibili a Milano.
Dal primo gennaio 2020 i servizi di sharing per gli scooter potranno essere solo elettrici. Ad oggi le flotte di scooter esistenti contano circa 1470 veicoli, suddivisi fra 5 operatori, tutti free-floating e tutti dotati di mezzi elettrici.
La bici, si sa, è il mezzo green per eccellenza. A Milano, il servizio pubblico di condivisione delle biciclette è BikeMi, dell’azienda Atm, che offre un servizio station-based con quasi 5 mila biciclette, incluse quelle con pedalata assistita, spalmato su tutto il centro di Milano con la prospettiva di ampliarsi a tutta la città metropolitana.
Fino a poco tempo fa il panorama della micro-mobilità milanese comprendeva anche il colosso cinese Mobike che però ha abbandonato la città a causa dei numerosi furti e atti vandalici. Ofo invece, altro servizio di biciclette free-floating non ha visto il suo contratto rinnovato. Causa anche la negligenza dei clienti nel parcheggiare le bici in mezzo a strade e marciapiedi, creando disagio sia per i pedoni che per i vari mezzi, pubblici e privati. Il Comune di Milano sta pian piano recuperandone la flotta tra le strade della città.
Novità assoluta invece riguarda i servizi di monopattini recentemente introdotti in città quali Helbiz, Circ e Lime, anch’essi entrati nell’arena della sharing mobility non senza polemiche, dovute soprattutto al loro utilizzo e velocità di crociera in zone dedicate esclusivamente ai pedoni.
Il Comune è però riuscito a stabilire delle linee guida per spronare le aziende che si occupano di sharing mobility ad investire su campagne di educazione civica tra i loro consumatori. Da oggi, per ogni monopattino o bicicletta in strada i gestori dovranno investire 10 euro all’anno in comunicazione e informazione agli utenti sulle regole di utilizzo e del codice della strada, anche in forma condivisa con l’amministrazione e gli altri gestori e 100 euro annui per ogni scooter.
Tante dunque le opzioni quindi per muoversi senza inquiare a Milano, città che sempre più sta investendo nel suo futuro e vivibilità. Infatti, implementare la mobilita sostenibile è un percorso in cui tutti, dai cittadini alle aziende, passando per le pubbliche amministrazioni, scegliamo di condividere un nuovo modo di muoversi consumando meno, un altro piccolo grande gesto per contrastare i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo e per vivere in modo più sicuro le nostre città.
Di Angelica Pansa