Milano, 05/12/2019.
Sabato 7 dicembre 2019, giorno di Sant'Ambrogio, come da tradizione inaugura la stagione del Teatro alla Scala di Milano. La prima della stagione 2019/2020 è l'opera lirica in tre atti Tosca di Giacomo Puccini che - dopo Giovanna d’Arco, Madama Butterfly, Andrea Chénier e Attila - conferma l’impegno del Piemarini a riscoprire il repertorio italiano nella sua interezza.
Sul podio il direttore musicale Riccardo Chailly, mentre la regia è affidata a Davide Livermore. Con lui la squadra formata da Giò Forma per le scene, arricchite dai video di D-Wok e illuminate da Antonio Castro, e da Gianluca Falaschi per i costumi. Protagonisti in palcoscenico Anna Netrebko (nei panni di Floria Tosca; Saioa Hernández il 2, 5 e 8 gennaio), Francesco Meli (Mario Cavaradossi), Luca Salsi (il barone Scarpia), Carlo Cigni (Cesare Angelotti), Alfonso Antoniozzi (il Sagrestano), Carlo Bosi (Spoletta), Giulio Mastrototaro (Sciarrone) ed Ernesto Panariello (il Carceriere).
Tosca, presentata secondo la partitura della prima assoluta del 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi di Roma come documentata nell’edizione critica a cura di Roger Parker per Ricordi, presenta alcune significative differenze rispetto all’edizione corrente e costituisce uno dei momenti più attesi del progetto pucciniano con cui Riccardo Chailly riporta al Teatro alla Scala di Milano le opere di Giacomo Puccini in letture che tengono conto delle ricerche più aggiornate.
Preceduto dal fitto programma della Prima Diffusa 2019, l'appuntamento con la prima della Scala è dunque per le ore 18.00 di sabato 7 dicembre, con biglietti sold out (i prezzi oscillavano tra i 2500 euro della platea e i più abbordabili 50 della galleria). Non mancano però le occasioni di vederla gratis: oltre alla diretta tv su Rai1, sono ben 38 i luoghi di Milano dove è prevista la proiezione in diretta della prima di Tosca. Dopo la prima, l'opera va in scena in altre 7 repliche fino a mercoledì 8 gennaio 2020 (qui le date di tutte le repliche di Tosca e i prezzi dei biglietti).
Tosca è senza dubbio una delle opere più famose e amate nella storia del melodramma otto-novecentesco: ma di cosa parla? Qual è la trama dell'opera che per la prima volta inaugura la stagione del più celebre teatro di Milano? Vediamo come si sviluppa la trama di Tosca, così come riassunta su Wikipedia. A corredo della trama, in questa pagina pubblichiamo anche foto ufficiali delle prove di Tosca.
Siamo a Roma nell'atmosfera tesa che segue l'eco degli avvenimenti rivoluzionari in Francia, e la caduta della prima Repubblica Romana in una data ben precisa: sabato 14 giugno 1800, giorno della Battaglia di Marengo.
Cesare Angelotti, bonapartista ed ex console della Repubblica Romana, è fuggito dalla prigione di Castel Sant'Angelo e cerca rifugio nella Basilica di Sant'Andrea della Valle, dove sua sorella, la marchesa Attavanti, gli ha fatto trovare un travestimento femminile. La donna è stata ritratta, senza saperlo, in un quadro dipinto dal cavalier Mario Cavaradossi. Quando irrompe nella chiesa un sagrestano, Angelotti si nasconde nella cappella degli Attavanti. Il sagrestano, borbottando, mette in ordine gli attrezzi del pittore che di lì a poco sopraggiunge per continuare a lavorare al suo dipinto. Il sacrestano finalmente si congeda e Cavaradossi scorge nella cappella Angelotti, che conosce da tempo e di cui condivide la fede politica. I due stanno preparando il piano di fuga, ma l'arrivo di Floria Tosca, l'amante di Cavaradossi, costringe Angelotti a rintanarsi di nuovo nella cappella: Mario non può rivelare alla sua amata l'accaduto poiché teme che ella, fervida credente, riveli in confessione la presenza di Angelotti. Tosca espone a Mario il suo progetto amoroso per quella sera. Poi, riconoscendo la marchesa Attavanti nella figura della Maddalena ritratta nel quadro, fa una scenata di gelosia a Mario che, a fatica, riesce a calmarla e a congedarla.
Angelotti esce dal nascondiglio e riprende il dialogo con Mario, che gli offre protezione e lo indirizza nella sua villa in periferia. Un colpo di cannone annuncia la fuga del detenuto da Castel Sant'Angelo; allora Cavaradossi decide di accompagnare Angelotti per coprirlo nella fuga e portano con loro il travestimento femminile, dimenticando però il ventaglio nella cappella.
La falsa notizia della vittoria delle truppe austriache su Napoleone a Marengo fa esplodere la gioia nel sagrestano, che invita l'indisciplinata cantoria di bambini a prepararsi per il Te Deum di ringraziamento. Improvvisamente sopraggiunge con i suoi scagnozzi il barone Scarpia, capo della polizia papalina che, sulle tracce di Angelotti, sospetta fortemente di Mario, anch'egli bonapartista. Per riuscire ad incolparlo ed arrestarlo e poter quindi scovare Angelotti, egli cerca di coinvolgere Tosca, ritornata in chiesa per informare l'amante che il programma era sfumato in quanto ella era stata chiamata a cantare a Palazzo Farnese per festeggiare l'avvenimento militare. Scarpia suscita la morbosa gelosia di Tosca usando il ventaglio dimenticato nella cappella degli Attavanti. La donna, credendo in un furtivo incontro di Mario con la marchesa, giura di ritrovarli.
Mentre al piano nobile di Palazzo Farnese si sta svolgendo una grande festa alla presenza del Re e della Regina di Napoli per celebrare la vittoriosa battaglia, nel suo appartamento Scarpia sta consumando la cena. Spoletta e gli altri gendarmi hanno seguito la furente Tosca fino alla villetta di Mario, dalla quale la donna è tuttavia uscita poco dopo, avendo compreso il grave errore causato dalla sua gelosia. Gli sbirri hanno perquisito a fondo la dimora ma non sono stati in grado di localizzare Angelotti, così arrestano Mario e lo conducono al cospetto di Scarpia. Il pittore, interrogato, si rifiuta di rivelargli il nascondiglio di Angelotti e viene quindi condotto in una stanza dove viene torturato.
Tosca, che poco prima aveva eseguito una cantata al piano superiore, viene convocata da Scarpia, il quale fa in modo che ella possa udire le urla di Mario. Stremata dalle grida dell'uomo amato, la cantante rivela a Scarpia il nascondiglio dell'evaso: il pozzo nel giardino della villa di Cavaradossi. Mario, condotto alla presenza di Scarpia, apprende del tradimento di Tosca e si rifiuta di abbracciarla. Proprio in quel momento arriva un messo ad annunciare che la notizia della vittoria delle truppe austriache era falsa, e che invece è stato Napoleone a sconfiggere gli austriaci a Marengo. Mario inneggia ad alta voce alla vittoria e Scarpia lo condanna immediatamente a morte mediante impiccagione, facendolo condurre via. Più tardi arriva anche la notizia che Angelotti si sia suicidato all'arrivo degli sbirri: Scarpia ordina che il suo cadavere sia impiccato accanto a Cavaradossi.
Disperata, Tosca chiede a Scarpia di accordare la grazia a Mario: il barone acconsente solo a patto che lei gli si conceda. Inorridita, la cantante implora il capo della polizia e si rivolge in accorato rimprovero a Dio, ma invano: Scarpia è irremovibile e Tosca è costretta a cedere. Scarpia convoca quindi Spoletta e, con un gesto d'intesa, fa credere a Tosca che la fucilazione sarà simulata e i fucili caricati a salve. Dopo aver scritto il salvacondotto che permetterà agli amanti di raggiungere Civitavecchia, Scarpia si avvicina a Tosca per riscuotere quanto pattuito, ma questa lo colpisce a morte con un coltello trovato sul tavolo. Quindi prende il salvacondotto dalle mani del cadavere, poi, in uno slancio di religiosa pietà, pone due candelabri accanto al corpo di Scarpia, un crocifisso sul suo petto, e finalmente scappa via.
È l'alba: sui bastioni di Castel Sant'Angelo, Mario è ormai pronto a morire e inizia a scrivere un'ultima lettera d'amore a Tosca, ma, sopraffatto dai ricordi, non riesce a terminarla. La donna arriva inaspettatamente e spiega a Mario di essere stata costretta ad uccidere Scarpia, mostrandogli il salvacondotto e lo informa quindi della fucilazione simulata. Scherzando, gli raccomanda di fingere bene la morte. Mario però viene fucilato veramente: Tosca, sconvolta e inseguita dagli sbirri che hanno trovato il cadavere di Scarpia, grida O Scarpia, avanti a Dio! e si getta dagli spalti del castello.