Milano, 25/02/2020.
L'allarme Coronavirus in Lombardia ha improvvisamente trasformato Milano in una metropoli semideserta. Non c'è traccia, in questi giorni di fine febbraio 2020, della città frenetica e culturalmente ricca a cui siamo abituati: a seguito dell'ordinanza emanata da Ministero della Salute e Regione Lombardia in tema di Coronavirus domenica 23 febbraio, praticamente tutti gli eventi e le attività che prevedono un'aggregazione di persone sono annullati o chiusi.
A partire da lunedì 24 febbraio e (almeno) fino a domenica primo marzo 2020 a Milano e in tutta la Lombardia sono chiuse le scuole e le Università, ma anche i cinema, i teatri, i musei, le fiere. I pub, i bar e le discoteche hanno obbligo di chiusura alle ore 18.00 (da mercoledì 26 febbraio, apertura anche oltre alle 18.00), mentre per ora non sono previste restrizioni agli orari di apertura dei ristoranti. Come comportarsi? Il consiglio è come sempre quello di non farsi prendere dal panico: oltre al Decalogo diffuso dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute vi consigliamo di leggere anche l'altrettanto valido Decalogo della Paura.
Ma cosa è aperto e cosa è chiuso? Quali grandi eventi sono stati annullati? E quali rinviati alle prossime settimane quando - si spera - i giorni del Coronavirus saranno ormai un lontano ricordo? A queste e altre domande ricorrenti proviamo a dare una risposta, mentre i bar di Milano si svuotano e i turisti sono sempre meno.
La più illustre vittima del Coronavirus a Milano è il Carnevale. Quest'anno niente sfilate né feste in maschera all'ombra della Madonnina: tutti gli eventi del Carnevale Ambrosiano 2020 sono annullati. Non solo Carnevale, però, perché ogni tipo di attività aggregativa è momentaneamente sospesa in tutte e nove i Municipi di Milano: centri di aggregazione multifunzionale, centri di aggregazione giovani, centri socio ricreativi culturali e i centri Milano Donna).
Tanti i concerti annullati o rinviati, su tutti quelli dei Pinguini Tattici Nucleari (entrambi rinviati con data ancora da programmare): la band bergamasca reduce dal terzo posto al Festival di Sanremo ha cancellato l'intero tour nei palazzetti posticipandolo ai prossimi mesi. Saltati, in questa prima settimana di emergenza Coronavirus, anche i concerti milanesi della Pfm - Premiata Forneria Marconi (rinviato a data da destinarsi), dei Negrita (rinviato a data da destinarsi), di Francesca Michielin (annullato, ma trasmesso ugualmente in diretta Facebook), di Angelo Branduardi (rimandato al 25 maggio), di Giusy Ferreri (rinviato a data da destinarsi), di Nada (rinviato al 4 maggio) e di Generic Animal (posticipato al 20 marzo),
Tra gli altri eventi saltati spiccano la cancellazione del festival della cultura nordica I Boreali 2020 (annullato) e della fiera dell'ottica Mido Eyewear 2020 (rinviata a luglio); preventivamente annullati - anche se in programma nei weekend successivi - la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili Fa' la cosa giusta! 2020 (rimandata a data da destinarsi), il salone del fumetto Cartoomics 2020 (che si svolgerà da venerdì 2 a domenica 4 ottobre 2020 in sinergia con la Milan Games Week) e il congresso di cucina d'autore Identità golose (posticipato a luglio). Infine, la ciliegina sulla torta: slitta anche il Salone del Mobile 2020, che avrebbe dovuto svolgersi dal 21 al 26 aprile (le nuove date sono dal 16 al 21 giugno).
Tra i tanti settori colpiti dall'ordinanza per arginare il Coronavirus a Milano e in Lombardia c'è quello teatrale: per una settimana - o forse più, se gli attuali provvedimenti dovessero essere prolungati - gli spettacoli nei tanti teatri di Milano - dal Teatro alla Scala all'Elfo Puccini, dal Teatro Nuovo al Manzoni e via dicendo - sono annullati, e lo stesso nel resto della Lombardia. Se si considera che la stessa ordinanza è contemporaneamente in vigore in Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Trentino e Friuli Venezia Giulia, sono migliaia le repliche saltate nei teatri di tutto il Nord Italia.
Anche per questo Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) e Federvivo hanno inviato una lettera al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini chiedendo l'apertura di uno stato di crisi del settore dello spettacolo dal vivo. Pur «condividendo, animati da un grande senso di responsabilità, ogni decisione a tutela della salute dei cittadini», si legge nel documento, «il blocco di ogni attività di spettacolo nelle regioni del Nord Italia sta generando infatti un impatto economico estremamente negativo, tanto per il crollo dei ricavi da bigliettazione quanto per la drastica riduzione delle paghe degli addetti del settore».
Da lunedì 24 febbraio 2020 e fino a cessata emergenza Coronavirus tutti i musei sono chiusi al pubblico e tutte le mostre in corso a Milano sono sospese. Chiusi anche gli spazi espositivi e tutte le biblioteche. Inoltre il primo marzo è stata annullata la Domenica al Museo, a Milano e in tutta Italia: l'iniziativa che consente l'accesso gratuito ai musei statali dovrebbe regolarmente riprendere ad aprile.
Tra i musei e le mostre di Milano che chiudono i battenti fino a nuove comunicazioni da parte delle autorità competenti ci sono Palazzo Reale (con le mostre Georges De La Tour: l’Europa della luce e Guggenheim: la collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso), il Museo del Novecento (con le mostre di Filippo De Pisis e Adriana Bisi Fabbri), il Mudec (con la mostra fotografica Family di Elliott Erwitt), la Fondazione Prada (con le mostre K di Udo Kittelman, Storytelling di Liu Ye e The Porcelain Room: Chinese Export Porcelain), le Gallerie d'Italia e la Galleria d'Arte Moderna (con le due mostre su Antonio Canova).
Chiusi anche Wow Spazio Fumetto (con Hero Bricks e la mostra per gli 80 anni di Tom e Jerry), la Triennale di Milano (compreso il Museo del Design Italiano, oltre alla mostre temporanee) e i Musei del Castello Sforzesco (comprese le mostre della rassegna Leonardo mai visto e la recentemente inaugurata Cesare Colombo: fotografie 1952-2012). Tra le mostre momentaneamente sospese, infine, la Nikola Tesla Exhibition allo Spazio Ventura XV e L’esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina alla Fabbrica del Vapore.
Sportelli aperti al pubblico e servizi garantiti a Milano, secondo le disposizioni dell’ordinanza valida per il territorio lombardo fino a domenica primo marzo 2020 compreso. Sono regolarmente aperte tutte le delegazioni anagrafiche e gli sportelli dei servizi funebri di via Larga. Restano attivi anche gli sportelli dei servizi di incassi e riscossione e lo Sportello Unico per l’Edilizia di via Bernina 12. Aperti lo Sportello Unico Mobilità, gli sportelli Area B e Area C, lo sportello Atm e tutti gli sportelli di Mm Spa.
La sede di Alzaia Naviglio Grande per l’iscrizione ai servizi per l'infanzia e lo Sportello Unico Eventi sono chiusi al pubblico, ma è garantito il supporto telefonico. I centri diurni disabili comunali sono aperti ma sono sospese le attività esterne; i centri diurni socio-sanitari per anziani, i centri diurni per minori e i servizi sociali territoriali funzionano regolarmente così come le cinque residenze sanitarie assistenziali comunali e le cinque comunità socio-sanitarie comunali. Il Casc di via Sammartini 118 continua l’attività di coordinamento ma ha sospeso l’accesso spontaneo, così come le strutture d’accoglienza per i senza dimora. Aperto il centro minori stranieri non accompagnati di via Zendrini.
Anche gli uffici milanesi delle altre istituzioni sono aperte al pubblico, dal Catasto ai Caf, dall'Inps all'Inail, dalle Poste alle Camere di Commercio. È richiesto ai visitatori il rispetto delle norme di igiene adottate dal Ministero della Salute (qui il Decalogo).
Nonostante non sia espressamente richiesto dall'ordinanza anti Coronavirus, a partire da lunedì 24 febbraio 2020 e ad oltranza fino a un miglioramento della situazione, molte attività a gestione italocinese di Milano hanno chiuso temporaneamente i battenti. L'annuncio è arriuvato dal referente di Confcommercio Milano per l’imprenditoria straniera e presidente onorario dell’Unione Imprenditori Italia-Cina Francesco Wu: «c’è chi chiude per mancanza di clientela e chi per precauzione e chi per tutti e due i motivi anche se non sono attività interessate dall’ordinanza del Ministero della Salute, poiché la sensazione generale è che la situazione in Lombardia è ormai del tutto imprevedibile».
«L’ordinanza del Ministero della Salute richiede di ridurre le occasioni di contagio?», prosegue Wu: «la comunità cinese risponde in modo responsabile: molti di quelli che lavoravano chiudono ugualmente anche se non coinvolti dall’ordinanza, quindi più ligi ancora». Tra le chiusure - registrate in tutta Milano e in particolar modo in zona Paolo Sarpi - tanti ristoranti cinesi di Milano, ma anche minimarket, negozi, manicure e parrucchieri.