Milano, 02/05/2020.
Siamo arrivati alla tanto attesa Fase 2 dell'emergenza Coronavirus: un'emergenza che - è bene ricordarlo subito - non è affatto terminata, anzi entra proprio ora nel momento più delicato, quello del graduale ritorno alla normalità mentre il virus è ancora in agguato. Per convivere con il Covid-19, a partire da lunedì 4 maggio 2020 è però necessario che tutti si comportino responsabilmente seguendo determinate regole, altrimenti il rischio (enorme) è quello di tornare a un più alto numero di contagi vanificando gli sforzi finora fatti. Al decreto nazionale sulla Fase 2 firmato dal premier Giuseppe Conte domenica 26 aprile 2020, come ormai d'abitudine, hanno fatto seguito le varie ordinanze regionali che ne confermano o rettificano i contenuti. Puntuali, sono arrivate anche le nuove norme della Regione Lombardia, contenute nell'ordinanza 537 di giovedì 30 aprile 2020 firmata dal presidente Attilio Fontana.
Cosa si può fare e cosa non si può fare a Milano e in Lombardia durante la Fase 2 dell'emergenza Coronavirus? Precisiamo subito che nelle ordinanze valide in Lombardia non si ravvisano sostanziali divergenze rispetto al decreto nazionale, ma qualche differenza c'é e riguarda fondamentalmente l'utilizzo delle mascherine e i negozi di toelettatura per gli animali da compagnia. Vediamo dunque nel dettaglio le principali disposizioni a cui ci si deve attenere da lunedì 4 e valide fino a domenica 17 maggio 2020.
Su tutto il territorio della Lombardia resta obbligatorio indossare la mascherina (o in alternativa una protezione similare, come una sciarpa o un foulard, che garantisca la copertura di naso e bocca) ogni qualvolta si esce di casa.
Un discorso a parte va fatto per i mezzi pubblici: all'interno di bus, tram e vagoni della metropolitana (ma anche nelle stazioni e presso le fermate) l'obbligo è di indossare sia i guanti che la mascherina, e non solo fino a domenica 17 maggio, ma per tutta l'estate fino a lunedì 31 agosto 2020. Questa indicazione è contenuta in un'altra ordinanza, la 538 di giovedì 30 aprile 2020, dedicata nello specifico alla mobilità nella Fase 2 (qui le misure prese a Milano).
Non tutti però hanno l'obbligo assoluto di utilizzare la mascherina: sono esentati i bambini fino ai 6 anni di età e i portatori di forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina (e pure le persone che interagiscono con loro).
Tra le maggiori novità introdotte da lunedì 4 maggio, in Lombardia come nel resto d'Italia, c'è la possibilità di uscire di casa per fare visita ai congiunti: ma chi sono i congiunti? A chiarire un poco le idee su una delle parole più cercate degli ultimi giorni, una precisazione del Governo di sabato 2 maggio: per congiunti si intende «i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge)». Fare visita ai congiunti, dunque, non equivarrebbe ad andare a trovare gli amici e magari trascorrere insieme qualche ora spensierata. Anzi: sarebbe solo una possibilità di cui servirsi unicamente in caso di necessità, da considerare come l'eccezione e non la regola, e con molte limitazioni: si tratterebbe di incontri di non più di due persone, da effettuare sempre usando la mascherina, mantenendo la distanza di sicurezza di un metro ed evitando in ogni caso assembramenti sia in ambiente esterno, sia all'interno delle abitazioni. La visita ai congiunti è vietata se prevede il superamento dei confini regionali.
Resta poi consentito muoversi per comprovati motivi lavorativi o di salute, oppure per situazioni di necessità, quali ad esempio - oltre che fare visita ai congiunti - andare a fare la spesa. Ma è possibile andare a fare la spesa in un altro comune? Né il decreto governativo, né l'ordinanza della Regione Lombardia lo proibiscono esplicitamente. Quello che invece è tassativamente vietato è lo spostamento in altre regioni (tranne che per motivi di lavoro, di salute o per assolute urgenze; o ancora per fare rientro presso la propria abitazione abituale, sia essa domicilio o residenza, in caso si fosse rimasti bloccati altrove dal lockdown). Spostarsi nelle seconde case non è consentito in quanto non considerato una necessità.
Da lunedì 4 maggio, poi, è possibile fare una passeggiata o fare sport all'aperto senza il vincolo dei 200 metri di distanza dalla propria abitazione. Come precisato dal Governo, le passeggiate devono avvenire solo se necessarie per effettuare gli spostamenti consentiti, oppure per recarsi a svolgere attività motoria o sportiva all'aperto. Allo stesso modo è permesso l'utilizzo della bicicletta o, su laghi e corsi d'acqua, della canoa; per raggiungere i luoghi dove si è deciso di svolgere attività motoria o sportiva, è anche consentito spostarsi con mezzi pubblici o privati.
Parchi e giardini sono nuovamente accessibili, ma ciò non significa che debbano essere presi d'assalto come in una primavera qualsiasi: non è consentita nessuna attività ricreativa o ludica e chi svolge attività motoria o sportiva deve farlo individualmente (fanno eccezione le persone conviventi, ma anche ai minori e alle persone non completamente autosufficienti è concesso un accompagnatore). In ogni caso è obbligatorio indossare la mascherina e rispettare la distanza interpersonale: un metro per chi pratica attività motoria (ovvero per chi cammina) e due metri per chi pratica sport. Le aree gioco per i bambini rimangono chiuse, così come palestre, piscine e centri sportivi.
Ogni volta che si esce di casa è comunque sempre necessario avere in tasca l'autocertificazione da mostrare in caso di controlli. È disponibile un nuovo modello di autocertificazione valido da lunedì 4 maggio, ma è anche possibile utilizzare quello precedente barrando le voci non più attuali. È bene ricordare che l'autocertificazione non è un lasciapassare, ma va usata solo in caso di effettivo bisogno.
Per chi si sposta per motivi lavorativi, in alternativa all'autocertificazione, è anche possibile esibire un documento rilasciato dal proprio datore che attesti le esigenze di lavoro. Resta vietato ogni tipo di spostamento per chi manifesta sintomi da infezione respiratoria o febbre sopra ai 37,5 gradi.
Restano chiusi bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie (per la riapertura si deve probabilmente attendere lunedì primo giugno), che però hanno la possibilità di effettuare vendita da asporto e a domicilio previa prenotazione telefonica o on line. Deve sempre essere garantito il rispetto delle norme igienico-sanitarie, dalle modalità di confezionamento alla distanza interpersonale di almeno un metro al momento della consegna. È in ogni caso vietato consumare cibi e bevande all'interno dei locali oppure sostando nelle immediate vicinanze. Qui la mappa dei negozi di Milano che fanno servizio delivery.
Come in tutte le precedenti fasi dell'emergenza Coronavirus in tutta Italia, sono sempre aperti i negozi che vendono beni di prima necessità: alimentari, supermercati, farmacie e parafarmacie, edicole, tabaccherie, ferramenta, negozi di apparecchiature informatiche e tecnologiche, di articoli di illuminazione e igienico-sanitari. Si sono poi aggiunte alla lista librerie e cartolerie (anche se la precedente ordinanza della Regione Lombardia ne aveva rinviato l'apertura), negozi di abbigliamento per bambini e neonati, negozi di fiori e piante. Da mercoledì 29 aprile in Lombardia sono aperti i mercati scoperti per la vendita di prodotti alimentari, mentre da lunedì 4 maggio è consentita l’attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali da compagnia: il servizio deve però essere svolto esclusivamente su appuntamento e senza contatto diretto tra le persone. Restano chiuse (almeno fino a lunedì 18 maggio) tutte le altre attività, compresi parrucchieri e centri estetici (per questi ultimi la riapertura è invece prevista per lunedì primo giugno).
L'accesso ai negozi è consentito ad un solo componente per nucleo familiare (uniche eccezioni sono previste per chi ha necessità di portare con sé bambini, anziani o disabili); a disposizione dei clienti devono essere offerti, prima dell'ingresso, guanti monouso o soluzioni disinfettanti per le mani. Ai gestori dei supermercati è per di più raccomandata la rilevazione della temperatura corporea di clienti e personale prima dell'ingresso.
Di Luca Giarola