Milano, 17/05/2020.
Cosa cambia in Lombardia da lunedì 18 maggio 2020? Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha anticipato con un post su Facebook i principali punti dell'attesa ordinanza che fa seguito al decreto del premier Conte che ci porta nel pieno della Fase 2. Tra riaperture e nuove indicazioni sono molte le novità previste per questa fase dell'emergenza Covid-19, in cui avremo molta più libertà ma anche una maggiore responsabilità: se i contagi dovessero risalire sarebbe probabilmente inevitabile un ritorno al lockdown o comunque a misure più restrittive.
«In un quadro di equilibrio fra necessità della vita economica e tutela della salute pubblica avremo regole più severe rispetto ad altre regioni», spiega Fontana. «Manteniamo alta la guardia. Alla fine di questa settimana sperimentale, valuteremo con i nostri tecnici i risultati raggiunti insieme». Una settimana decisiva, dunque, quella da lunedì 18 a domenica 24 maggio, al termine della quale non è da escludere una nuova ordinanza correttiva: se le misure saranno ancora più restrittive oppure no dipende da tutti noi.
Ma veniamo alle novità di questa seconda parte di Fase 2. «Da lunedì 18 maggio possono riaprire musei, ristoranti, bar, parrucchieri, estetisti e molte altre attività commerciali», scrive il presidente della Regione Lombardia. «Via libera anche alle funzioni religiose». Tra le misure di contenimento previste, «su tutto il territorio regionale permane l’obbligo di portare la mascherina» (tranne che per bambini minori di 6 anni e persone con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e i loro accompagnatori), così come quello di rispettare in ogni situazione la distanza interpersonale, e «restano in vigore le disposizioni previste nella precedente ordinanza in tema di organizzazione del lavoro». E dunque: i datori di lavoro hanno l'obbligo di misurare la temperatura dei dipendenti e la raccomandazione di misurarla anche ai clienti (con divieto, ad entrambi, di accesso e permanenza in caso la temperatura sia superiore ai 37,5°). Una raccomandazione che diventa imposizione per il settore della ristorazione: «è obbligatoria la misurazione della febbre per i clienti dei ristoranti». E per quanto rigurda la riapertura di palestre e piscine? In Lombardia «saranno riaperte il 31 maggio», assicura Fontana, e non il 25 come nel resto d'Italia.
Ora i dettagli: ecco cosa si può fare in Lombardia e cosa no a partire da lunedì 18 maggio, quali spostamenti si possono effettuare, quali persone si possono incontrare e in quali modalità, che misure di sicurezza bisogna seguire a seconda dei contesti in cui ci si trova? Di seguito le principali indicazioni da tenere presente, individuate spulciando tra le pagine del Dpcm di domenica 17 maggio (valido fino a domenica 14 giugno) e le integrazioni dell'ordinanza n. 547 della Regione Lombardia (valida fino a domenica 31 maggio).
A partire da lunedì 18 maggio si può tornare ad effettuare spostamenti in libertà, seppur limitati ai confini della propria regione. Non si può dunque uscire dalla Lombardia (con ogni probabilità la data prevista per il ritorno agli spostamenti interregionali e per la riapertura delle frontiere è quella di mercoledì 3 giugno), ma all'interno di tutto il territorio regionale è possibile circolare senza alcuna limitazione con mezzi pubblici (da bus e metropolitana in ambito urbano, fino al treno per spostamenti extraurbani) o privati (perché non approfittare del bonus per bici e monopattini elettrici?), e senza più bisogno del modulo di autocertificazione che ci fa compagnia da ormai molte settimane. Gli spostamenti verso altre regioni - questi sì, ancora con autocertificazione - sono consentiti unicamente per motivi di lavoro, salute o assoluta urgenza (resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza).
Tra le novità più attese, la possibilità di incontrare gli amici (e non più solo i congiunti), ma sempre mantenendo la distanza interpersonale di un metro e a patto che nessuno sia affetto da Covid-19 o ne presenti i sintomi. Anche in questo caso non è necessaria l'autocertificazione, così come per andare al parco per fare attività sportiva o motoria all'aperto (anche presso aree attrezzate), per una passeggiata in città o per una gita fuori porta. Sempre, è ovvio, entro i confini della Lombardia.
A proposito, chi svolge intensa attività motoria o sportiva non ha l'obbligo della mascherina (ma deve comunque indossarla una volta terminata l'attività); restano aperti anche gli impianti sportivi (sempre con divieto di utilizzo di docce e spogliatoi), mentre piscine e palestre sono sempre chiuse (anche se hanno la possibilità di organizzare attività all'aperto).
Rimane in ogni caso vietato l'assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Il divieto di uscire di casa permane per le persone positive al Coronavirus, per chi ne avverte i sintomi e per chi ha febbre superiore ai 37,5 gradi e per chi si trova in quarantena.
Molti genitori si domandano ormai da tempo quando è prevista la riapertura delle aree gioco per bambini. Ebbene, il decreto governativo di domenica 17 maggio prevede, a partire da lunedì 18, anche l'apertura di tali aree all'interno di parchi e giardini pubblici. Naturalmente anche in questi luoghi permane il divieto di assembramento, ma comunque i bambini hanno ora la possibilità di tornare a giocare all'aperto su scivoli e altalene: questi luoghi sono aperti a bambini (anche di età inferiore ai 3 anni) ed adolescenti con genitori o adulti familiari, anche non parenti. Tutte le persone - bambini compresi - di età superiore ai 3 anni hanno l'obbligo di indossare la mascherina. Ai gestori degli spazi, l'obbligo di pulizia e manutenzione dei giochi.
Oltre alla riapertura delle aree gioco, il decreto prevede per i più piccoli uno speciale progetto con l'obiettivo di «ripristinare le condizioni per l’esercizio da parte di bambini e degli adolescenti del diritto alla socialità ed al gioco anche oltre i confini della dimensione domestica e familiare». Per tutto il periodo estivo il decreto stabilisce infatti la possibilità di organizzare, nel contesto di parchi e giardini, attività ludico-cretive (da maggio) e centri estivi (da giugno) per bambini sopra i 3 anni e adolescenti.
A partire da lunedì 18 maggio 2020 riaprono ristoranti, bar, pub, gelaterie, pasticcerie, mense, self-service, circoli con somministrazione di pasti e bevande, attività di catering. Come intuibile, non è previsto un ritorno alla normalità come la intendevamo prima: sì, i ristoranti non effettuano più solo servizio di asporto o consegna ma sono aperti a tutti gli effetti, seppur con rigide regole da seguire sia per i gestori che per i clienti.
Cosa cambia dal lato cliente? Innanzitutto non è consigliabile presentarsi direttamente al ristorante senza aver riservato il proprio tavolo: per pranzi, cene e aperitivi l'indicazione è invece di privilegiare la prenotazione anticipata on line o via telefono. Altra regola da seguire scrupolosamente, quella di portare la mascherina ogni volta che non si è seduti al tavolo (mentre si mangia e si beve, per ovvi motivi pratici, la mascherina non va indossata).
I gestori di locali e ristoranti devono poi prestare la massima attenzione al rispetto delle norme sanitarie e della distanza interpersonale di almeno un metro tra tutte le persone presenti. I tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano tale distanza (che può essere inferiore solo in caso di accompagnamento di bambini sotto i 6 anni o di persone non autosufficienti, oppure se tra i tavoli sono appositamente predisposte barriere fisiche per prevenire il contagio). I locali che non dispongono di posti a sedere sono obbligati a consentire l'ingresso ad un numero limitato di persone alla volta, in modo che possa essere assicurata la distanza di sicurezza.
Sono vietati i buffet, mentre la consumazione al banco è accettata solo se i clienti possono rispettare il metro di distanza l'uno dall'altro. Non è consentito l'utilizzo della funzione di riciclo dell'aria negli impianti di condizionamento. Il personale deve sempre indossare la mascherina e disinfettarsi le mani prima di ogni servizio ai tavoli; prodotti igienizzanti devono inoltre essere messi a disposizione dei clienti, anche in maniera diffusa. Per i pagamenti non sono esplicitamente vietati i contanti, ma è caldamente consigliato l'utilizzo di bancomat o carte di credito, meglio ancora se al tavolo. I ristoratori, infine, hanno l'obbligo di mantenere l'elenco di tutte le prenotazioni per un periodo di almeno 14 giorni.
Oltre a ristoranti e locali, riprendono la loro attività alberghi, alloggi in agriturismo e alloggi per studenti e lavoratori (con analoghe indicazioni igieniche: dalle mascherine obbligatorie in tutti gli spazi comuni alla frequente disinfezione degli ambienti, con particolare attenzione agli impianti di aerazione dei locali). Restano invece chiuse sale giochi, sale scommesse e sale bingo.
Sono molti i lombardi che, terminato il lockdown e ancora impossibilitati a trascorrere un weekend al mare, non vedono l'ora di passare qualche ora in riva al lago. Ma anche sui laghi della Lombardia sono in vigore precise norme igieniche per prevenire nuove forme di contagio.
Le regole degli stabilimenti balneari sono simili a quelle dei ristoranti: anche in questo caso devono essere privilegiati gli accessi tramite prenotazione e c'è l'obbligo di mantenere per 14 giorni l'elenco delle presenze; il personale deve indossare la mascherina e avere sempre a disposizione gel igienizzante per le mani. E il distanziamento? All'ingresso e all'uscita deve sempre essere mantenuta la distanza di un metro tra le persone (eccezion fatta per bambini minori di 6 anni e persone non autosufficienti) e il posizionamento di ombrelloni e lettini deve in ogni caso garantire una superficie di almeno 10 metri quadrati per postazione. Tutte le attrezzature e le aree comuni (docce, cabine, servizi igienici) devono essere frequentemente pulite e disinfettate: la sanificazione è sempre obbligatoria ad ogni cambio di persona o nucleo familiare, e in ogni caso ad ogni fine giornata.
Per quanto riguarda le spiagge libere, la responsabilità è soprattutto degli avventori stessi (anche se ai singoli comuni è suggerito l'utilizzo di un addetto alla sorveglianza): per quanto riguarda il distanziamento tra gli ombrelloni, le misure da tenere presente sono le stesse delle spiagge private (per ogni ombrellone o asciugamano devono esserci almeno 10 metri quadrati di superficie a disposizione).
Sia nelle spiagge libere che negli stabilimenti privati, sono vietate le attività ludico-sportive che possono generare assembramenti. Sono invece consentiti gli sport individuali che consentono il rispetto della distanza di sicurezza: via libera, dunque, ai racchettoni sulla spiaggia e al nuoto e al surf in acqua.
In alternativa alle spiagge, chi vuole fuggire dalle città e provare a isolarsi per qualche ora in mezzo alla natura può approfittare della possibilità di effettuare una gita o un'escursione in montagna. Occhio però, perché neppure nei luoghi all'apparenza più incontaminati bisogna abbassare la guardia, specie se la gita avviene in compagnia.
Innanzitutto le escursioni devono essere svolte in piccoli gruppi (fino a 4 persone). In questo caso il distanziamento interpersonale da rispettare è di almeno 2 metri ed è comunque consigliata la frequente disinfezione delle mani (ma anche delle proprie attrezzature). È comunque vietato lo scambio di abbigliamento e attrezzature (dagli occhiali all'imbragatura), così come quello di cibi e bevande. Agli appassionati di arrampicata è raccomandato l'uso di magnesite liquida a base alcoolica.
Brutte notizie invece per gli sciatori che sognavano un weekend a base di neve artificiale: gli impianti nei comprensori sciistici restano chiusi. A partire da lunedì 25 maggio, unicamente presso il comprensorio sciistico del Passo dello Stelvio, è consentita la ripresa degli allenamenti dei soli atleti riconosciuti di interesse nazionale dalla Federazione Italiana Sport Invernali.
Da lunedì 18 maggio sono nuovamente visitabili in tutta la Lombardia musei, archivi, biblioteche, monumenti storici. Per i visitatori deve però essere ben definito uno specifico piano di accesso (consultabile on line), che illustri il numero massimo di accessi consentiti in base alla capienza dei singoli luoghi, giorni e orari di apertura, modalità di prenotazione. Tutti i visitatori devono indossare la mascherina, così come il personale di servizio.
Oltre a fruizione contingentata e mascherina obbligatoria, tra le indicazioni principali per la riapertura dei musei e dei luoghi di cultura, poi, ci sono la realizzazione di segnaletica sul pavimento per predisporre percorsi e favorire il distanziamento, la costante disinfezione delle superfici e degli ambienti (in primis maniglie, corrimano, touch screen), il frequente ricambio d'aria e la limitazione dell'utilizzo degli ascensori ai soli disabili.
Non solo ristoranti e musei: tra le aperture più attese ci sono quelle delle attività di vendita al dettaglio: dei negozi, per intenderci, ma anche delle agenzie di viaggi e delle attività di assistenza turistica che per oltre due mesi hanno dovuto tenere abbassate le serrande. Anche la loro riapertura prevede una serie di norme da seguire, sia per il personale di servizio che per i clienti, in modo da contrastare eventuali possibilità di contagio: innanzitutto l'uso della mascherina è sempre obbligatorio per tutti (sia per i clienti che per il personale) e in ogni circostanza deve essere garantita la distanza di sicurezza di un metro; ai clienti, poi, è vietato fermarsi all’interno dei negozi più del tempo necessario agli acquisti.
Tutti i negozi hanno l'obbligo di garantire accessibilità a soluzioni igienizzanti per le mani. I negozi di abbigliamento, inoltre, devono mettere a disposizione guanti monouso in modo per consentire ai clienti di toccare la merce per sceglierla ed eventualmente acquistarla. Se possibile - e questa indicazione è particolarmente rivolta ai grandi negozi e ai mercati (sia coperti che scoperti) - bisogna scaglionare gli accessi e differenziare i percorsi di entrata e uscita.
Per quanto riguarda i mercati all'aperto permane l'obbligo per tutti di indossare la mascherina e di mantenere il distanziamento interpersonale; in particolare per l'acquisto di generi alimentari, è poi consigliato l'utilizzo di guanti usa e getta. Per mercati scoperti e fiere, però, sono i comuni a dettare le misure specifiche in base ai singoli casi.
Tra le attività aperte da lunedì 18 maggio anche quelle appartenenti al settore della cura della persona, potenzialmente più a rischio in quanto prevedono contatti più ravvicinati: parrucchieri, barbieri ed estetisti devono dunque riorganizzare l'area di lavoro in modo da mantenere almeno un metro di separazione tra le postazioni (ancor meglio se con barriere fisiche nel mezzo) e tra i clienti; consigliata anche l'eliminazione delle riviste e di ogni altro oggetto che possa essere di utilizzo promiscuo nel locale
Anche in questo caso l'accesso deve avvenire solo tramite prenotazione (con l'obbligo di parrucchieri ed estetisti di tenere l'elenco dei clienti per almeno 14 giorni). La permanenza dei clienti è consentita solo per il tempo necessario per il trattamento. È quasi superfluo sottolinare l'obbligo di indossare la mascherina a protezione delle vie aeree, sia per gli operatori che per i clienti, così come quello di assicurare un'adeguata disinfezione delle superfici e delle attrezzature ad ogni cambio di cliente. Per le prestazioni che prevedono distanze particolarmente ravvicinate è anche indicato l'utilizzo di visiere protettive.
Sono ancora vietati l'utilizzo di sauna, bagno turco e vasche idromassaggio. Resta inoltre sospesa l'attività di centri benessere e centri termali (tranne che per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza).
Per quanto riguarda le attività professionali la riapertura è confermata, anche se la Regione Lombardia consiglia - quando possibile - di favorire lo smart working. Le postazioni di lavoro però devono essere ripensate in modo da garantire il mantenimento di almeno un metro di separazione (meglio ancora se dotate anche di barriere), e in ogni caso ogni lavoratore è tenuto a indossare la mascherina. L'accesso dei clienti (anche per loro la mascherina è obbligatoria) è preferibile solo su prenotazione in modo da evitare inutili assembramenti.
Di Luca Giarola