Milano, 03/09/2020.
È morto mercoledì 2 settembre 2020 Philippe Daverio, a Milano, presso l'Istituto dei Tumori dove lottava contro un cancro che lo divorava da tempo. Aveva 70 anni. I funerali sono previsti in forma privata nella giornata di venerdì 4 settembre 2020, ma chi volesse dare un ultimo saluto a Philippe Daverio può farlo a Milano, dove la camera ardente è allestita in un luogo altamente simbolico: la Sala della Passione della Pinacoteca di Brera. La camera ardente è aperta al pubblico (con ingessi contingentati) giovedì 3 settembre 2020 in orario 9.30-18.30.
«Intellettuale di straordinaria umanità, capace divulgatore della cultura, storico dell’arte sensibile e raffinato»: così lo ha definito il ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, aggiungendo che Daverio, «con sagacia e passione, ha accompagnato le italiane e gli italiani nell’affascinante scoperta delle architetture, dei paesaggi, dell’espressione creativa, degli artisti, delle fonti del nostro patrimonio culturale».
Philippe Daverio era nato a Mulhouse, in Alsazia, il 17 ottobre 1949 da padre italiano e madre alsaziana. Dopo gli studi in collegio, ha frequentato la Scuola Europea di Varese per poi iscriversi alla Università Bocconi di Milano, facoltà di Economia e Commercio, senza però arrivare alla laurea. Daverio è sempre stato molto legato alla città di Milano: qui nel 1975 ha aperto la Galleria Philippe Daverio, in via Montenapoleone 6, rivolta principalmente ai movimenti di avanguardia della prima metà del Novecento; e nel 1989 in corso Italia 49 ha inaugurato una seconda galleria di arte contemporanea. Il nome di Philppe Daverio è legato a Milano anche in ambito politico: dal 1993 al 1997 è stato assessore comunale della giunta Formentini, con deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all'Educazione e alle Relazioni Internazionali.
Dopo l'esperienza come assessore a Milano è diventato un noto volto televisivo grazie ai programmi divulgativi Art'è nel 1999, Art.tù nel 2000 e soprattutto Passepartout, che ha condotto con successo crescente dal 2002 al 2012. In parallelo con la televisione ha proseguito la sua attività divulgativa pubblicando negli anni decine di libri di carattere artistico e culturale: tra le sue opere più note Il museo immaginato, L'arte di guardare l'arte, Guardar lontano veder vicino, Il gioco della pittura, Ho finalmente capito l'Italia: piccolo trattato a uso degli stranieri. Di particolare interesse per i milanesi è il libro La buona strada: 150 passeggiate d'autore a Milano, in Lombardia e dintorni, dedicati a monumenti, luoghi e testimonianze d'arte, di storia e di cultura - noti e meno noti - che valgono una visita.