- Attenzione: dopo la chiusura per emergenza
Covid dal primo marzo al 25 aprile, la mostra riapre al
pubblico il 27 aprile 2021 ed è prorogata al 12
settembre 2021.
Milano, 27/10/2020.
Sante e contadine, zarine e artiste. Sono le donne le
protagoniste assolute della mostra Divine e
Avanguardie: le donne nell'arte russa, promossa e
prodotta dal Comune di Milano (Cultura), Palazzo Reale e Cms
Cultura, che dal 28 ottobre 2020 al 5 aprile
2021 propone ai visitatori una selezione di 90
opere provenienti dal Museo di Stato Russo di San
Pietroburgo lungo un percorso allestito nelle sale di
Palazzo Reale.
L’esposizione, curata da Evgenija Petrova e Josef Kiblitskij del
Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, intende restituire un’idea
dell’arte russa dal XIV al XX secolo, del
ruolo fondamentale delle donne in questo paese,
della loro bellezza, del loro contributo alla storia dell’arte e
alla modernità, del loro ruolo nella battaglia per
l’emancipazione e il riconoscimento dei
diritti. Grazie a un ricco corpus di opere, realizzate
tramite mezzi espressivi e tecniche molto differenti - dalle sacre
icone alla pittura a cavalletto, dalla scultura alla grafica, fino
alla raffinata porcellana-– il percorso espositivo ripercorre
l’evoluzione della tradizione e della cultura russa attraverso la
rappresentazione dell’universo femminile.
La mostra è articolata in sette sezioni e suddivisa in
due parti: la prima è dedicata allo sguardo degli
artisti sulle donne e raccoglie quindi opere in cui le
donne sono il soggetto della rappresentazione; mentre la seconda
parte, dedicata alle artiste dell’Avanguardia russa, propone lo
sguardo delle donne sulla complessa ma vitale realtà che le
circonda nei primi tre decenni del Novecento. Le sette
sezioni sono così articolate:
- Il cielo (la Vergine e le sante) - Il
percorso si apre con antiche e preziose icone della Madre
di Cristo, protettrice della Russia, e di alcune sante
venerate nel paese. Nella vita di una famiglia russa tradizionale
la religione aveva una grande importanza, infatti le icone non
trovavano posto solo nelle chiese ma anche nelle abitazioni, di
qualunque livello sociale. Alle icone veniva riservato un posto
particolare sulle pareti delle case, spesso chiamato krasnyj
ugol (angolo rosso o angolo bello), presente anche oggi in
molte case contadine.
- Il trono (zarine di tutte le Russie)
- Dopo la morte dello zar riformatore Pietro il Grande nel 1725, in
Russia ha inizio il periodo del regno al femminile. Le
zarine occupano il trono russo, governando un paese sterminato per
due lunghi secoli. In questa sezione si trovano i ritratti
di sei delle quattordici imperatrici che regnarono dalla
fine del XVII secolo al 1917.
- La terra (l’orizzonte delle
contadine) - Fino al primo Novecento le famiglie
contadine formano la maggioranza della popolazione russa. Il
racconto della loro vita scorre in mostra dagli inizi
dell’Ottocento - a partire da Aleksej Venetsianov, il primo
pittore di contadini della storia russa - fino al
supronaturalismo di Kazmir Malevič, che
negli anni Venti del Novecento ritrae Le ragazze nel
campo.
- Verso l'indipendenza (donne e
società) - Questa sezione propone il ritratto di
mogli e figli di artisti, insieme a volti di donne
importanti per la storia della Russia, come la poetessa
Anna Achmatova e Nadežda
Dobičina, prima gallerista russa, in seguito caposezione
dell’arte sovietica presso il Museo Russo. Altri ritratti
rappresentano i lavori delle donne: musicista, operaia, politica. I
ritratti seguono l’evoluzione degli stili tra Ottocento e
Novecento: realista, impressionista, simbolista, cubista,
supronaturalista.
- La famiglia (rituali e convenzioni) -
Fino all'inizio del Novecento in Russia le donne erano
subordinate a rigide norme patriarcali che prevedevano, tra
l’altro, la più rigorosa purezza fino al matrimonio. In questa
sezione sono presenti alcune opere di denuncia
dell’ingiusta e spesso umiliante condizione delle donne.
Condizioni che cambiano, nella sostanza e nella rappresentazione,
dopo la Rivoluzione del 1917, quando le donne ottengono la parità
dei diritti e le lavoratrici si trasformano in eroine.
- Madri (la dimensione dell’amore) - Ad
eccezione di una tela - un dipinto di Zinaida
Serebrjakova - le opere dedicate alla maternità
tra il XIX e il XIX secolo sono tutti lavori di artisti
maschi. Oltre all'evoluzione degli stili, le opere rivelano i
mutamenti della vita sociale e delle tradizioni russe lungo i due
secoli appena trascorsi.
- Il corpo (femminilità svelata) - Il
tema del nudo femminile, un classico dell’arte
mondiale, attraversa anche l’arte russa e occupa questa sezione
della mostra. A partire dalla metà del XVIII secolo, modelle nude
posano per i corsi di disegno e pittura dell’Accademia Imperiale di
Belle Arti a Pietroburgo, ma il corpo femminile come soggetto
autonomo, degno di essere esposto accanto ai ritratti, ai paesaggi,
ai quadri di soggetto mitologico e storico, si afferma in Russia
soltanto a cavallo tra il XIX e il ХХ secolo. Solo allora
l’emancipazione ha permesso alla società di mostrarlo senza veli.
L’evoluzione della rappresentazione del nudo permette di seguire lo
sviluppo del concetto di bellezza nelle tendenze e
nelle avanguardie della pittura russa.
- Le artiste (realismo e amazzoni
dell’Avanguardia) - In questa ultima parte di mostra
si trovano le grandi artiste attive nei primi
trent'anni del Novecento, le cosiddette Amazzoni
dell’Avanguardia Russa, come Natalia
Goncharova, Ljubov Popova e
Aleksandra Ekster e altre ancora. La loro fortuna
artistica e critica, come ha spiegato anche Lea Vergine - che curò
a Palazzo Reale nel 1980 la mostra L’altra metà
dell’avanguardia 1910-1940 - fu conseguenza dell’approccio
rivoluzionario della società russa dell’epoca che
incentivava lo status professionale delle artiste, così che esse
poterono esprimere il loro potenziale creativo con maggiore
sostegno e attenzione rispetto alle altre colleghe europee. Il loro
talento, tuttavia, fu svelato al pubblico nazionale e
internazionale solo a partire dalla metà degli anni Sessanta poiché
nel 1932 il regime sovietico impose il divieto di qualunque
modalità stilistica diversa dal socialismo realista, condannando
così tutti gli artisti delle avanguardie, donne e uomini, a
lavorare solo per gli amici, o per se stessi.
La mostra Divine e Avanguardie si conclude con la
famosa scultura di Vera Mukhina L’operaio e la
kolkoziana, creata per il padiglione dell’Urss
all'Esposizione Internazionale del 1937 a Parigi.
Info, orari e biglietti per visitare la
mostra Prima, donna.
Margaret Bourke-White
La mostra Divine e Avanguardie è aperta al pubblico dal
28 ottobre 2020 al 5 aprile 2021 nelle sale di Palazzo
Reale a Milano (piazza Duomo 12). L'accesso -
contingentato in base alle norme anti Covid-19 vigenti, con obbligo
di
mascherina e distanziamento - è consentito nei
seguenti orari di apertura: dal martedì alla
domenica 9.30-19.30; giovedì orario prolungato fino alle ore 20.30;
lunedì chiuso.
I biglietti di ingresso sono in vendita ai
seguenti prezzi: intero 14 euro (open 16
euro); ridotto 12 euro per over 65, ragazzi dai 15 ai 26
anni, disabili, possessori di Card Annuale Civici Musei Milanesi e
tessere Touring Club o Fai; ridotto 10 euro per
possessori di Abbonamento Card Musei Lombardia Milano e soci
Orticola; ridotto 6 euro per bambini dai 6 ai 14 anni e un
accompagnatore per disabile; sono previsti biglietti
famiglia al costo di 10 euro a genitore e 6 euro a bambino
dai 6 ai 14 anni.
La prenotazione anticipata è fortemente consigliata. Per
ulteriori informazioni telefonare al numero 02
88445181.