Milano, 07/06/2021.
Dal 10 giugno al 24 luglio 2021 Base
Milano presenta la prima edizione
di Farout, festival dedicato alla creazione
contemporanea: 45 giorni di performing art e
installazioni, 38 artisti e collettivi nazionali e
internazionali, innumerevoli punti di vista per osservare la Terra
da lontano, per spostare la prospettiva e immaginare un futuro di
convivenza e co-creazione.
Ad inaugurare la prima edizione di Farout,
giovedì 10 giugno, sono l’artista
britannico Luke Jerram, conosciuto in tutto il
mondo per le sue installazioni uniche e suggestive,
e Threes, team curatoriale che concentra la
propria pratica su progetti di che intersecano suono, arte e
paesaggio (tra i loro più noti progetti: Terraforma, lo
storico festival internazionale di musica elettronica dedicato alla
sperimentazione artistica e alla sostenibilità ambientale). Per
l'occasione Jerram porta per la prima volta a Milano,
all’interno delle atmosfere post-industriali
di Base, Gaia, la sua
installazione della Terra, del diametro di 6 metri, sospesa
e illuminata dall’interno, che - circondata da una vera e
propria foresta, i cui alberi sono stati forniti dal Vivaio Mati
1909 e verranno successivamente donati al progetto
ForestaMi - crea un nuovo luogo di
co-abitazione e stimola lo spettatore nel cercare nuove relazioni e
prospettive con il pianeta.
Oltre a Luke Jerram e Threes, tra gli artisti
coinvolti nella prima edizione del festival spiccano Anna
Rispoli e Martina Angelotti, Corps Citoyen, Dom_ e Leonardo Delogu,
Effetto Larsen, Elisabetta Consonni, Francesca Grilli, Giorgia
Ohanesian Nardin, Leonardo Schifino ed Extragarbo, Lotte van den
Berg e Daan 't Sas, None Collective, Ruggero Franceschini e
Zelda Soussan, Seth Honnor e Kaleider.
Con Farout - nome che richiama il pianeta più distante
del sistema solare scoperto ad oggi - Base Milano vuole invitare a
riflettere su nuovi modelli di co-abitazione, co-creazione e
co-esistenza tra artisti, natura, città e comunità. Linea guida
nella curatela del festival, l’interdisciplinarietà di
generi artistici, progetti e sperimentazioni tesi a
superare le categorie tradizionali, integrando sempre di più̀
scena, corpo, testo e musica, spaziando fino ai linguaggi connessi
alle nuove tecnologie.
Di seguito il programma degli
highlights del festival Farout 2021 di
Base Milano. Lle installazioni si possono visitare a ingresso
gratuito nei seguenti orari di apertura:
16.00-20.00 dal lunedì al venerdì; 16.00-22.00 il giovedì;
12.00-22.00 sabato e domenica. Per le performance i prezzi dei
biglietti variano da 5 a 10 euro.
- Luke Jerram, Gaia (dal 10 giugno al
12 settembre 2021): la nuova installazione dell’artista
britannico Luke Jerram mira a creare il cosiddetto
overview effect, provocato negli astronauti quando
osservano la Terra dallo spazio: un senso di
estasi per il pianeta, accompagnato da una
profonda comprensione dell'interconnessione di tutta la vita e
un rinnovato senso di responsabilità nei confronti della cura
dell'ambiente. Osservando la Terra i confini svaniscono, i
conflitti che la dividono si ridimensionano e la necessità di
creare una società planetaria che se ne prenda cura diventa
evidente. La Terra viene percepita come una piccola, fragile sfera
della vita, appesa nel vuoto e avvolta da una sottile atmosfera che
la protegge dall'ambiente esterno. Fino al 24 giugno, il
panorama immersivo di Luke Jerram è circondato da una vera e
propria foresta; gli alberi che la ricreano saranno successivamente
donati a Forestami, progetto che prevede la messa a dimora
di 3 milioni di alberi entro il 2030, per pulire l’aria, migliorare
la vita della grande Milano e contrastare gli effetti del
cambiamento climatico.
- Threes (dal 10 al 17 giugno): una
sonorizzazione site-specific pensata per
l'opera di Luke Jerram Gaia che dà forma ad
un'esperienza multisensoriale a 360° gradi, immergendo lo
spettatore in uno spazio di riflessione sul rapporto degli esseri
umani con il pianeta Terra. Suono come agente di
tridimensionalità, trasformando la narrazione bidimensionale e
facendola entrare nel panorama immersivo creato da Luke Jerram.
Suono come strumento per comunicare con la complessità del
contemporaneo per quanto riguarda l'ecologia intesa nel suo
termine più ampio: a livello emotivo, relazionale, produttivo,
creativo. Il 10 e l’11 giugno, in occasione dell’opening di
Farout, Threes presenta inoltre una performance pensata ad
hoc per la sonorizzazione con il coreografo, performer e
filmaker Jacopo Jenna, dove suono e movimento
entrano in sintonia.
- Kaleider, A portrait without borders
(dal 10 giugno al 24 luglio): Kaleider, il centro di produzione
inglese che riunisce artisti, scienziati e ricercatori di cui Seth
Honnor è direttore artistico, presenta un grande murale
composto da centinaia di volti provenienti da tutto il
mondo. Attraverso la piattaforma on line ideata
dall’artista, chiunque può caricare un proprio
selfie, che viene poi rielaborato e disegnato in tempo
reale da tre piccoli robot sulla parete dell’auditorium di Base
Milano. Sconosciuti uno accanto all'altro, insieme eppure
separati.
- None Collective, Corpi (dal 10 giugno
al 24 luglio): il collettivo - aggregazione di personalità
artistiche che sviluppa progetti transmediali nell’intento di
interpretare la condizione contemporanea dell’essere nella società
digitale - mette tecnologia e architettura al servizio di
narrazioni che, esplorando i confini tra identità, consapevolezza e
percezione, producono esperienze immersive in bilico tra
l’artificiale e l’umano. Corpi è una mostra che si
configura come un invito a ripensare la nostra identità,
la nostra natura di esseri umani corporei e la relazione con il
mondo che ci circonda, composto di entità diverse in continua
comunicazione tra loro.
- Daan 't Sas e Lotte van den Berg,
Washing hands (performance, 11-15 giugno): Daan
't Sas e Lotte van den Berg, insieme noti come Building
Conversation, sviluppano una ricerca a partire dall’incontro tra
arte, dialoghi e società. La loro pratica artistica include
installazioni partecipative, performance, talk e spettacoli, in cui
i partecipanti sono parte attiva del processo. Con la performance
site specific Washing hands, l’artista
riporta il contatto fisico nella pratica quotidiana: invita i
partecipanti a sedersi uno di fronte all'altro e a lavarsi le
mani a vicenda con il sapone, il rito si carica di senso ed emerge
l'opportunità di toccarsi le mani a vicenda.
- Ruggero Franceschini e Zelda Soussan, Terra:
istruzioni per l'uso (performance, 12
giugno): Ruggero Franceschini e Zelda Soussan, rispettivamente
fondatori di Eunemesi e Luit, due compagnie teatrali che si
occupano di creare interventi artistici e performance partecipate
in spazi pubblici, mettono in scena una performance site
specific che indaga la percezione dello spazio pubblico come bene
comune. Ipotizzando una condizione metereologica
inaspettata, il pubblico, insieme ad esperti e scienziati, collauda
il proprio senso di responsabilità e sarà chiamato a re-immaginare
la vita quotidiana. La performance è in piazza
Tirana, luogo di ritrovo e passaggio del quartiere
Giambellino.
- Corps Citoyen, Gli altri
(performance, 1 luglio): il collettivo italo-tunisino Corps Citoyen
si avvale di diversi strumenti disciplinari - danza,
teatro, poesia, video, animazione, scrittura e ricerca
antropologica - per creare nuove narrazioni contemporanee.
La performance Gli altri indaga a percezione dell’altro
attraverso un gioco irriverente sul patrimonio
coloniale che riverbera la tradizione occidentale e la
scena contemporanea.
- Francesca Grilli, Sparks 2021
(workshop, 5-8 luglio; performance, 8 luglio): l’artista
visiva Francesca Grilli lavora con performance e opere video, la
cui ricerca esplora l’ambito del suono nelle molteplici
implicazioni espressive e percettive. In occasione di
Farout dà vita a una performance, preceduta da un workshop
di 4 giorni, che capovolge la relazione di potere tra
l’infanzia e il mondo adulto. In Sparks 2021 i
bambini diventano portatori di una conoscenza mistica, sono i
detentori di poteri magici e conoscono il futuro, quello che gli
adulti non conoscono.
- Giorgia Ohanesian Nardin, Anahit: ho ritrovato la
parola ardore (performance, 9 luglio): la ricerca
dell'artista si compone di eventi pedagogici e performativi che
focalizzano l’esperienza del piacere come forma di
resistenza all’oppressione sistemica, mettendo in
relazione un approccio transfemminista queer con
lo studio di pratiche somatiche. Opera nell’ambito della danza, il
suo lavoro si manifesta in movimenti, video, testo, coreografia,
suono, raduni e ha a che vedere con narrazioni attorno
all’ostilità, le strategie di sopravvivenza, il riposo, le
frizioni, la sensualità e la
cura. Anahit: ho ritrovato la parola
ardore è un lavoro in progress che guarda alla relazione tra
sedimenti e detriti, geografie inscritte nel corpo, alla vibrazione
come metodo.
- Elisabetta Consonni, Special handling
(performance, 13-14 luglio): danzatrice, mappatrice, osservatrice e
coreografa con una certa ossessione per lo spazio pubblico e i
processi partecipati, Elisabetta Consonni si costruisce
ostacoli per poterli superare, e danzarci dentro.
Special handling è una performance nata all'interno
del progetto Le alleanze dei corpi a cura di Aiep, con
alcune donne di diversa provenienza a partire dalla
condivisione spontanea di pratiche informali, corporee e
gestuali, legate alla dimensione di cura all’interno di
una relazione di scambio mutuale come messa in comune di tecniche e
conoscenze: per alcune la preparazione del tè, per altre l’arte di
tatuare le mani con l’henné, per altre ancora il massaggio o il
ballo collettivo.
- Effetto Larsen, Pop up civilisation
(performance, 15-16 luglio): Effetto Larsen, compagnia teatrale che
sviluppa le proprie performance attraverso il linguaggio
performativo, l’essere umano e i rapporti interpersonali, porta
a Base Milano Pop up civilisation, progetto di
arte partecipata sui processi decisionali all’interno delle
comunità, un gioco dove i partecipanti sono invitati a
diventare una comunità originaria e a discutere i principi base di
qualsiasi società umana.
- Effetto Larsen, Bending
Borders (performance, 17 luglio): Effetto Larsen
presenta anche una performance che si propone di affrontare il
tema dello sviluppo dei pregiudizi. Cosa ci fa
percepire lə altrə come tali? Cosa servirebbe per farci
cambiare idea? Bending Borders mira a sviluppare la
consapevolezza del funzionamento dei pregiudizi e la capacità di
metterli in discussione, a innescare uno spazio di confronto e
dialogo con la partecipazione attiva del pubblico, per allenarsi a
cambiare punto di vista.
- Anna Rispoli e Martina Angelotti, A certain
value (performance, 20-21 luglio): una performance
interattiva che invita il pubblico a immergersi nella
lettura di una conversazione a più voci che racconta le
esperienze radicali, artistiche e umane di quattro collettivi
incontrati in altrettante città europee. Famiglie e minorenni
migranti che vivono in un edificio occupato (Marsiglia, Francia);
professionisti del mondo dell’arte che condividono un unico conto
in banca (Bruxelles, Belgio); un gruppo di detenute del carcere
femminile (Rennes, Francia); bambine e bambini eco-attivisti
preoccupati per le sorti del pianeta (Budapest, Ungheria). Il
pubblico è chiamato a identificarsi con l’uno o l’altro dei
personaggi reali, seguendo un copione ben preciso, e a
confrontarsi collettivamente in una assemblea pubblica sulle
potenzialità e i limiti sperimentati da esperienze di condivisione
nella società di oggi. A certain value è nato come
progetto di ricerca nel 2018 sulle pratiche di mutualizzazione, per
volontà di Anna Rispoli, artista e attivista
e Martina Angelotti, curatrice d’arte, poi
convertito in testo drammaturgico con l’aiuto di Céline
Estenne, autrice e performer.
- Leonardo Schifino / Extragarbo,
Rovìnati (performance, 22 luglio): quali sono le
tracce degli oggetti che buttiamo, perdiamo o lasciamo? Cosa resta
delle energie delle cose apparentemente sfinite? Come possono
essere considerate alla luce delle connessioni che generano? Molte
delle domande su quanto si attraversa e quanto si perde sono
confluite nel processo di ricerca
di Rovìnati portato avanti da Leonardo
Schifino, tra i cofondatori del collettivo Extragarbo. Un
esperimento radicale in cui praticare intra-azione tra
oggetti e corpi, dove le temporalità tendono a
sovrapporsi. Mucchi di rovine, di oggetti abbandonati, di
oggetti scelti come catalizzatori di affetti, compongono
l’architettura della scena. Le rovine come parte di un processo
ecologico. Una condizione in cui l’umano non è più l’unico agente
consapevole che opera e manipola il paesaggio. Non c’è un prima,
non c’è un evento che ha innescato un cambiamento, rimane la
scelta umana di entrare in una pericolosa tessitura con tracce
materiali e emotive, tra passato e futuro.