Milano, 11/10/2023.
Sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 torna l'appuntamento con la celebrazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano in occasione della dodicesima edizione delle Giornate Fai d'Autunno, che portano i visitatori in centinaia di luoghi solitamente inaccessibili o semplicemente insoliti, originali, curiosi, poco conosciuti e valorizzati.
Sono circa 700 i luoghi aperti in tutta Italia in occasione delle Giornate Fai d'Autunno 2023 e anche a Milano e provincia sono previste molte aperture straordinarie: un'opportunità per visitare palazzi, ville, chiese, castelli, musei, siti militari, esempi di archeologia industriale, che vengono mostrati attraverso lo sguardo appassionato dei volontari del Fai. Come di consueto non mancano itinerari nei borghi e visite a parchi e giardini storici.
Quanto costa accedere ai luoghi aperti per le Giornate Fai d'Autunno 2023? Non c'è un prezzo preciso: a tutti i visitatori viene suggerito un contributo libero che andrà a sostegno della missione e dell’attività del Fai - Fondo Ambiente Italiano. Per alcuni beni la prenotazione on line anticipata è obbligatoria, per gli altri l'ingresso è libero. Le Giornate Fai d’Autunno sono l’evento principale della campagna nazionale di sensibilizzazione e raccolta fondi Ottobre del Fai a sostegno del patrimonio culturale e ambientale italiano e per l'occasione chi si iscrive per la prima volta al Fai - sia on line, sia presso i luoghi aperti - può approfittare di uno sconto di 10 euro su ogni tipologia di quota. Durante le Giornate Fai d’Autunno tutti gli iscritti al Fai hanno diritto all'accesso prioritario in ogni luogo aperto.
Di seguito l'elenco completo dei luoghi aperti a Milano e provincia con i rispettivi giorni e orari di apertura (e qui l'elenco dei luoghi aperti in tutta la Lombardia per le Giornate Fai d'Autunno 2023); per ulteriori informazioni e prenotazioni consultare il sito ufficiale del Fai - dove vengono segnalati anche gli eventuali aggiornamenti o le modifiche al programma - oppure telefonare al numero 02 4676151.
All’incrocio tra via Manin e via della Moscova, il Palazzo degli Uffici Finanziari - che oggi ospita l'Agenzia delle Entrate - fu costruito negli anni Trenta del Novecento allo scopo di raggruppare i numerosi uffici che si occupavano di tasse e imposte e che fino a quel momento erano situati in sedi sparse per la città di Milano. Progettato dal Genio Civile con il coordinamento dell'architetto Eugenio Marelli, si caratterizza per il monumentale ingresso in travertino bianco sormontato al centro da una torretta che intende evocare i campanili di età comunale. Sul fastigio sono collocate quattro statue che simboleggiano la Finanza, il Lavoro, lo Stato e la Legge. All'interno il pubblico può visitare la Loggia della Fortuna, la veranda affacciata sul cortile interno che ospitava la commissione che al sabato presiedeva all'estrazione del Lotto, i due grandi saloni sormontati da caratteristiche cupole in vetrocemento e il grande salone dell'ex Catasto visibile per la prima volta come appariva nella prima metà del secolo scorso. Le visite per le Giornate d’Autunno 2023 riservano inoltre agli iscritti Fai la possibilità di accedere al caveau mai aperto prima, dove sono esposti alcuni cimeli della storia finanziaria milanese. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30).
In pieno centro cittadino, via Cordusio 5, sorge la sede milanese della Banca d'Italia, la cui struttura imponente, la scalinata che precede il cancello monumentale in ferro, bronzo e marmi colorati più alto del portale maggiore del Duomo sono quanto normalmente i milanesi possono ammirare di questo storico palazzo. Durante le Giornate Fai d'Autunno 2023 i visitatori hanno l’opportunità di visitare il cuore dell'edificio e apprezzarne i capolavori contenuti. Istituita nel 1893 nell'ambito di un riordino complessivo degli organismi di emissione, la Banca d’Italia divenne nel 1926 l'unico istituto autorizzato alla diffusione di banconote e le furono affidati poteri di vigilanza sulle altre banche, successivamente ampliati e potenziati dalla legge bancaria del 1936. Quest'ultima riconobbe formalmente la Banca come istituto di diritto pubblico e avrebbe costituito la norma fondamentale del sistema bancario italiano fino al 1993, quando venne promulgato il vigente Testo Unico in materia bancaria e creditizia. Il palazzo fu eretto su progetto degli architetti Broggi e Nava, dal 1905 al 1913, su un'area di circa 5000 mq, e si articola in cinque piani (tra cui un piano interrato e un seminterrato) occupati da uffici, depositi e archivi, il Salone del pubblico, gli ambienti di rappresentanza, gli alloggi dei Dirigenti della Sede e di servizio. A partire dall'ingresso su via Cordusio, il percorso di visita prosegue verso il Salone del Pubblico, lo Scalone d'onore, il velario e le vetrate liberty, il Salone delle assemblee, la Sala del tavolo rotondo e la Sala del Consiglio, la Sala del Balla e altri ambienti di Direzione mai aperti prima d’ora al pubblico. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30).
Palazzo Diotti, oggi sede della Prefettura di Milano, affacciato su corso Monforte, era situato un tempo in una delle aree verdi più preziose della città, l'antico viridarium, che si qualificava per la presenza di ampi giardini e ortaglie, pertinenza di enti monastici risalenti ai secoli XVI e XVII e di palazzi aristocratici sette-ottocenteschi. In occasione delle Giornate Fai d'Autunno 2023, i visitatori sono accolti nel Cortile d’Onore, trasformato dai Diotti in una scenografica corte di gusto manierista, e hanno l'occasione di scoprire l’area verde del giardino all’inglese e salire i monumentali scaloni neoclassici che conducono al piano nobile e alla Sala di Flora, affrescata da Andrea Appiani secondo la moda settecentesca delle residenze aristocratiche milanesi. Qui la visita prosegue nelle sale di rappresentanza riccamente arredate e trasformate all’epoca della Restaurazione austriaca, tra cui il grandioso e luminoso Salone delle Colonne con il suo doppio affaccio sul Cortile d’Onore e su corso Monforte. La visita si conclude alla Camera di Mussolini ed esternamente alla Torre delle Sirene, centrale di allarme antiaerea della fine degli anni Trenta. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30).
La Banca Cesare Ponti si affaccia su piazza del Duomo, in quella che è la sua sede storica, aperta e rimasta pressoché intatta fin dal lontano 1881. La struttura sorge laddove un tempo i milanesi altolocati erano soliti ritrovarsi: il Coperto dei Figini. Il primo nucleo dell'attività fu inaugurato da Cesare Ponti nel 1871. Al piano superiore sono conservati due capolavori dalla firma inconfondibile: La Madonna di Loreto, meglio nota come Madonna del Velo, per via del soggetto che rappresenta la Vergine intenta a sollevare il velo che copre il Bambinello, è una copia di bottega che richiama lo stile di Raffaello; Maria Stuarda condotta al patibolo è invece di Francesco Hayez, una tela immensa, dai colori brillanti e grintosi, chiaro esempio di Romanticismo italiano. Il percorso di visita parte dall'ampio salone al piano terra per proseguire tra le scrivanie lignee originali fino al primo piano, dove i visitatori possono scoprire la storia della Banca. A seguire, si visita la Sala Consiglio per ammirare una fedele riproduzione del celebre dipinto di Francesco Hayez in tutta la sua immensa e vibrante superficie cromatica, attualmente in prestito in mostra presso l’Accademia Carrara di Bergamo. Infine, si può ammirare mostra di arte contemporanea di Fabrizio Dusi (Sondrio, 1974) dal titolo All that glitter is not gold&, a cura di Giorgia Ligasacchi, che indaga il mondo della comunicazione e, nel suo linguaggio pop e colorato, raccoglie una selezione di lavori esemplificativi della produzione di Dusi, accanto a installazioni realizzate ad hoc per l’occasione. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30); l'ingresso è riservato agli iscritti al Fai.
Nato agli inizi del ‘900 come sede di una corale esterna del Teatro alla Scala, il Teatro Verdi di Milano divenne sala da ballo nel dopoguerra, quindi sala d'incisione, finché negli anni ‘70 fu restituito alla vocazione teatrale e musicale dall’Arci con la fondazione nel 1975 del Teatro del Buratto, che ne fece la sede delle proprie produzioni nonché un luogo significativo del teatro a Milano. Recettore e promotore del nuovo teatro popolare d'arte, il Verdi si è configurato come importante nodo di diffusione di una nuova cultura teatrale, quella del teatro d'innovazione, nuova proposta artistica a metà tra il teatro di figura e il teatro di parola. Il Verdi, caratterizzato da stucchi e fregi Liberty risalenti ai primi del ‘900, è ancora oggi una location di grande prestigio: con i suoi 200 posti, il palcoscenico in legno e le poltrone in velluto, riapre le porte al pubblico in via Pastrengo 16 in occasione delle Giornate Fai d'Autunno dopo circa quattro anni di chiusura per restauri. Un'occasione per scoprire le origini di questa istituzione culturale, un vero e proprio viaggio nel tempo in cui ripercorrerne le molteplici anime. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30).
Storica sede del Piccolo Teatro di Milano, il Grassi è situato in via Rovello 2 all'interno di Palazzo Carmagnola, dal nome del comandante Francesco Bussone - detto il Carmagnola - che vi abitava nel 1415. Alla fine del ‘400 il palazzo era abitato da Cecilia Gallerani (la Dama con l'ermellino di Leonardo), amante di Ludovico il Moro e, dopo svariati passaggi di proprietà, nel 1519 fu venduto alla Città di Milano, che vi collocò dapprima il Mercato delle farine e nel Seicento la Milizia Urbana. Destinato nel Settecento ad Archivio Civico, nel 1786 vi si trasferì l'Amministrazione comunale, che lo ribattezzò Broletto Nuovissimo. Nel 1861 il Comune scelse la più ampia sede di Palazzo Marino e l’edificio divenne sede dell'Intendenza di Finanza, subendo nel 1890-1892 un radicale intervento di restauro. Con l’adeguamento nel 1938-1939 a Dopolavoro Civico, fu dotato di una sala di spettacolo, dapprima teatrale e poi cinematografica. Una pagina drammatica lo vide trasformarsi nel 1944 nella sede della Legione Ettore Muti, la polizia politica della Repubblica Sociale Italiana, che ne fece, fino alla Liberazione, un luogo di detenzione e di tortura. Nel gennaio del 1947 divenne finalmente sede del primo teatro stabile italiano su idea di Paolo Grassi e Giorgio Strehler e con l’appoggio del sindaco Antonio Greppi. Le Giornate Fai d'Autunno 2023 sono l’occasione per raccontare un brano di storia emblematica della città - rievocando le figure di Carmagnola, Leonardo da Vinci e Cecilia Gallerani - di cui restano come testimonianza gli affreschi e il bellissimo soffitto a cassettoni del chiostro. Della storia più recente restano invece le tracce dei bombardamenti del 1943 nel cortile posteriore, solitamente inaccessibile al pubblico. Si possono visitare inoltre gli spazi destinati ad attori e tecnici per approdare quindi in sala, dove riecheggiano le memorie di tantissimi spettacoli che, a partire dal primo Albergo dei poveri che nel 1947 ne inaugurò la nuova vita, sono entrati a far parte della storia del teatro mondiale e della vita milanese. Orari di apertura: sabato dalle 9.30 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00), domenica dalle 8.30 alle 13.00 (ultimo ingresso ore 12.00).
Il Campus Leonardo oggi costituisce un vero e proprio quartiere universitario, comunemente denominato Città Studi, che si sviluppa tra le vie Bassini, Ponzio, Mancinelli e Colombo. La più antica tra le sedi del Politecnico di Milano, in piazza Leonardo da Vinci, è stata inaugurata nel 1927 e nel corso dei decenni si è ampliata fino a comprendere nuovi campus e a dare vita al complesso attuale. L'apertura eccezionale durante le Giornate Fai d’Autunno guida i visitatori in un percorso alla scoperta dei documenti originali che raffigurano il Duomo di Milano, conservati nella Biblioteca storica del Politecnico, fino alle più recenti tecniche di indagine. Si visitano anche il Rettorato, l'Aula Natta (dove un video multimediale mostra gli interventi in corso sul Duomo) e la Biblioteca storica, con antichi e preziosi documenti tra i quali spicca un'edizione del 1521 del De Architectura di Vitruvio. Un’occasione unica per raccontare un pezzo di storia cittadina, custodita per le generazioni future anche grazie al costante lavoro dei professori del Politecnico. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30).
La caserma - comando provinciale dei Vigili del Fuoco - sorge in via Procaccini 6, a due passi dalla fermata metropolitana di Cenisio e dalla Fabbrica del Vapore e occupa una superficie di ben 33.000 mq, suddivisa in quattro cortili in cui si trovano tutti i vari settori di intervento, dal rischio batteriologico, ai sommozzatori, alle unità cinofile. Il primo corpo ufficiale antincendi fu fondato da Napoleone Bonaparte nel febbraio 1812 col nome di Zappatori Pompieri, per diventare comunali nel 1935 e in seguito provinciali. Il nome attuale di Vigili del Fuoco venne coniato nel 1941, quando tutti i corpi provinciali furono sciolti e inglobati nel Corpo Nazionale alle dipendenze del Ministero dell'Interno. LacCaserma progettata dall'architetto Reggiori fu inaugurata nel 1956, e fin da subito considerata tra le più moderne e funzionali d'Europa. Ancora oggi è presa a esempio sia per l'architettura, sia in quanto completamente autosufficiente comprendendo un’autofficina, la stazione di servizio, centraline termiche, mense, dormitori, palestre: una piccola città. Durante le Giornate Fai d'Autunno 2023 si possono ammirare molti mezzi storici unici al mondo, perfettamente conservati e funzionanti grazie all'attività costante dei Vigili del Fuoco ormai in congedo. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30).
In occasione delle Giornate Fai d'Autunno 2023, la visita alla Palazzina Appiani in viale Byron 2 offre la possibilità di scoprire e conoscere la storia dell'Arena Civica, una delle poche architetture rimaste a testimonianza degli ambiziosi piani di Napoleone, che qui volle anche una tribuna d'onore per le sue apparizioni pubbliche: la Palazzina Appiani, appunto, un edificio dalle linee semplici e compatte che si apre sull'anfiteatro con una loggia dalle monumentali forme classiche. All'interno, un Salone d'onore decorato con marmi, cristalli e un fregio continuo che rievoca i cortei trionfali dei bassorilievi romani di età imperiale, dipinto alla maniera del pittore neoclassico Andrea Appiani da cui l'edificio prende il nome. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30); entrambi i giorni alle ore 15.30 i soci Fai (anche chi si tessera in loco) possono inoltre scoprire la storia di Parco Sempione e dei suoi monumenti con una speciale visita guidata.
Appartata nel cuore di un signorile e tranquillo quartiere del centro milanese, Villa Necchi Campiglio in via Mozart 14 venne progettata nei primi anni '30 dall'architetto Piero Portaluppi su incarico delle sorelle Nedda e Gigina Necchi e di Angelo Campiglio, marito di Gigina, esponenti di una borghesia industriale lombarda colta e al passo coi tempi. L'edificio, inserito in un incantevole giardino corredato da campo da tennis e piscina (tra le prime private in città), è scandito da ampi volumi lineari; mentre il piano terra fungeva da prestigiosa zona di rappresentanza, con il magnifico spazio verandato sul verde, quello superiore era adibito a zona notte. Spazi concepiti per padroni di casa operosi, ma capaci comunque di godersi il proprio tempo libero in compagnia di ospiti e amici, anche in maniera non convenzionale per quegli anni: per questo furono pensate la sala per proiezioni e la palestra. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00); la visita agli interni è riservata agli iscritti al Fai.
Il Gruppo Cimbali, presente sul territorio da oltre 60 anni, custodisce la culla dove è nata e si è sviluppata la tecnologia delle macchine per caffè: nel 2012, per onorare i 100 anni di attività, ha realizzato il Mumac, in via Neruda 2 a Binasco, la più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al design, alla tecnologia, agli usi e ai costumi legati al consumo del caffè espresso. La struttura del museo, che racconta più di un secolo di storia e di evoluzione di un intero settore del Made in Italy, sorge in un'area precedentemente occupata da un magazzino ricambi, trasformata in museo grazie ad un progetto affidato all'architetto Paolo Balzanelli e all'ingegnere Valerio Cometti. L'apertura, in occasione delle Giornate Fai d'Autunno 2023, del Mumac rinnova e arricchisce la visita di una collezione che conta circa 350 pezzi, con una nuova narrazione espositiva. Oltre alle 100 macchine esposte, il Mumac è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all'interno del museo o prestiti worldwide, di un fondo librario di cui fanno parte 1300 volumi tematici e di un archivio con circa 25 mila documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi e tutto il materiale necessario per ricostruire la storia della macchina per caffè espresso nel tempo. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 (ultimo ingresso ore 12.00) e 14.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).
Il borgo di Binasco si raccoglie intorno al suo castello. La sua importanza è legata alla posizione del borgo che si trovava esattamente sul confine tra i territori milanesi e i territori pavesi, delimitati da un corso d'acqua che ancora oggi attraversa il paese: il Ticinello, che, in passato fungeva anche da porto fluviale. Il Castello di Binasco è stato costruito per volere dei Visconti, tra il 1280 e il 1310 con funzioni sia militari che residenziali. Il castello lega il suo nome al tragico destino della duchessa di Milano Beatrice Cane, più nota con il nome di Beatrice di Tenda, giustiziata per volere del marito Filippo Maria Visconti. Un breve percorso conduce i gruppi dei visitatori nel borgo di Binasco, illustrandone le caratteristiche e i principali eventi storici. In particolare, nuove ricerche presso l'Archivio di Stato di Milano, hanno permesso di realizzare una mostra dei documenti più importanti legati al borgo, che affianca e arricchisce la narrazione. La visita si conclude al Castello Visconteo, che accoglie i visitatori per la narrazione della della tragica sorte di Beatrice di Tenda e con la dimostrazione di danze medievali della Compagnia del Passo Antico. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 (ultimo ingresso ore 12.00) e 14.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).
Groppello d'Adda è una frazione del Comune di Cassano d'Adda, inserito nel territorio della Martesana-Adda e nel Parco dell'Adda Nord. Le Giornate Fai d'Autunno 2023 offrono la possibilità di scoprire la storia del borgo da un punto di vista storico e con un focus dedicato al paesaggio agricolo e al sapiente utilizzo delle acque. Durante l’itinerario è possibile approfondire la Villa Arcivescovile, destinata al soggiorno degli arcivescovi, compresi San Carlo e Federico Borromeo, l’Oratorio di Sant'Antonio, situato nel giardino della villa e interamente affrescato dal Fiamminghino nel 1638, il Rudun (Ruotone), realizzato alla fine del XVI secolo e collegato alla villa attraverso un tunnel e, infine, la Chiesa di Santa Maria Nascente, che presenta stratificazioni della storia. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 17.00 (ultimo ingresso ore 17.00).
Il Museo privato Fratelli Cozzi è situato a Legnano in viale Toselli 46. La collezione nasce dalla passione per il marchio Alfa Romeo del fondatore, Pietro Cozzi, imprenditore legnanese titolare dal 1955 della concessionaria. Proprio in quell'anno Cozzi decise di collezionare un esemplare per ogni modello di auto prodotto dall'Alfa Romeo, scegliendo sempre l'allestimento più performante o interessante ai fini del collezionismo. La collezione conta più di 60 automobili, compresi due esemplari unici al mondo, oltre a stampe originali d'epoca, fotografie, dépliant, libretti d'uso, trofei, oggetti d'arte. Inaugurato nel 2015 in un ex magazzino sotterraneo, rinnovato e trasformato grazie al progetto firmato dagli architetti Gabriele e Oscar Buratti, il museo consente di ammirare da vicino prestigiosi esemplari di berline, coupé e spider esposte secondo una divisione per tipologia e anzianità, in un connubio unico con lo spazio architettonico che le espone e che per loro è stato ideato come un vero e proprio scrigno. Orari di apertura: sabato dalle 10.00 alle 17.00 (ultimo ingresso ore 16.00), domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).
Dimora storica risalente al XX secolo, la villa fu la proprietà di Erminia Verganti, madre del professor Umberto Veronesi, alla quale quest'ultimo fu molto legato a seguito della scomparsa precoce del padre. La signora Verganti in seguito, si trasferì vicino alle sorelle in una struttura molto più semplice dove restò sino alla sua scomparsa. Gioiello lombardo dalle splendide forme architettoniche, la villa si trova in viale Lombardia 33 ed è circondata da un armonioso e vasto parco con essenze arboree secolari. È stata ristrutturata su progetto dell'architetto Marco Veronesi, figlio del professor Umberto, e presenta gli aspetti tipici della casa signorile, con stanze arredate con mobili d'epoca, pavimenti in legno e cotto, poltroncine e specchiere. Solitamente non aperta al pubblico, ospita anche servizi dedicati alla Fondazione Umberto Veronesi, quali gli uffici per l'organizzazione del Progetto dell'Accademia di Senologia Umberto Veronesi, nato nel 2018 e guidato dal figlio Paolo. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).
Fiore all'occhiello del comune di Nosate è la Chiesa di Santa Maria in Binda, nota nei documenti a partire dal XIII secolo, ma la cui fondazione risale all'VII-VIII secolo. L'edificio sorge isolato rispetto al paese - si trova in via Santa Maria in Binda 24 - e si compone di una cappella a navata unica, un'abside semicircolare ed è caratterizzato da una muratura in opera mista. Il toponimo binda, di derivazione longobarda, significa striscia di terra, in riferimento allo spazio lungo il Ticino esteso da Nosate a Somma Lombardo, dove un tempo probabilmente sorgeva un centro abitato. A sostegno di ciò, durante gli scavi condotti tra il 1900 e il 1904 del Canale Industriale sono state rinvenute numerose tombe contenenti oggetti del periodo longobardo. L'epoca in cui è stata fondata questa cappella coincide con la conversione dei re longobardi al cattolicesimo, periodo in cui vi fu una proliferazione di oratorium dedicati al culto dei morti. La forma attuale è il risultato di lavori eseguiti fra Cinquecento e Settecento, tra cui l'ampliamento del presbiterio e l'innalzamento della struttura dell'aula, mentre nel 1926 è stato aggiunto il campanile in stile neoromanico. L'apparato pittorico, seppur lacunoso in certi punti, è stato realizzato da Giovanni Maria de Lione della Castellanza e può essere datato alla prima metà del Cinquecento: particolarmente interessante è il ciclo di affreschi mariani che si sviluppa su entrambe le pareti interne. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).
Nel 1949 l'ingegnere chimico milanese Giulio Castelli (con i soci Michele Pistorio ed Enos Rastelli) ha fondato Kartell. Castelli era allievo di Giulio Natta, premiato con il Nobel per la chimica per l'invenzione del polipropilene. Il Museo Kartell, in via della Industrie 3, è parte dello stabilimento aziendale che fu disegnato da Anna Castelli Ferrieri e Ignazio Gardella nel 1967 e fu fondato nel 1999 da Claudio Luti, attuale presidente e proprietario di Kartell, per proteggere e diffondere il ricco patrimonio materiale e immateriale dell'azienda. Già negli anni '70 in questo spazio Kartell promuoveva eventi e attività culturali dedicate alla promozione del valore culturale del design italiano. L'architettura dello spazio museale è particolare: originariamente la sala mostre era caratterizzata da tre livelli aperti, con i mezzanini a vista che ora si possono solo intravedere; nel 2000 sono state inserite pareti grigie per delimitare le stanze e accogliere le vetrine con gli oggetti. Il museo studia e conserva oltre 8000 tra oggetti di produzione, prototipi e modelli ed altrettanti disegni, immagini e documenti relativi alla storia dei prodotti. Nella mostra permanente, realizzata su progetto di allestimento di Ferruccio Laviani e curatela di Elisa Storace, sono esposti i casalinghi, i mobili e i complementi realizzati da Kartell che sono diventati oggetti d'uso quotidiano, ma che sono anche entrati nei musei di arti decorative e design di tutto il mondo. Nel 2000 il Kartell Museo ha ottenuto il Premio Guggenheim Impresa & Cultura come miglior museo d'impresa, in quanto si tratta del primo museo aziendale istituito come fondazione di partecipazione senza scopo di lucro. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).
Villa Gaia Gandini sorge su quelle che erano probabilmente le fortificazioni dell'antico castello di Robecco di proprietà della famiglia Pietrasanta. Le prime notizie della villa in quanto tale risalgono al 1448 quando Vitaliano I Borromeo acquistò dalla camera ducale di Milano del Consiglio dei Novecento alcuni beni tra cui una pezza di vigna posta in Robecco con casa padronale. In seguito, l'edificio venne ereditato da diverse famiglie nobiliari tra cui i Visconti Borromeo, i Biglia e i Confalonieri. Nel 1876 la villa venne acquistata da Antonio Gabrini che la vendette a Giulio Decio che, a sua volta, la alienò ai Gandini, gli attuali proprietari. Situato in via Matteotti 26, il complesso è costituito dall'edificio principale, d'impianto irregolare organizzato intorno a tre cortili, da un corpo rustico su due piani collocato parallelamente al Naviglio nel giardino al confine con il parco di villa Gromo di Ternengo, e dall'imbarcadero settecentesco. La villa è un tipico esempio dell'uso di riadattare gli edifici villerecci assecondando il gusto corrente, portando a complesse stratificazioni storiche, che vanno dall'architettura quattrocentesca fino a quella neoclassica. Tra le sale meritano menzione quella con decori in grisaille attribuiti al pittore neoclassico Andrea Appiani e la camera da letto stile impero. Elemento di grande fascino della villa è il giardino all'italiana impreziosito da statue, busti e vasi originali del Settecento che rappresentano personaggi mitici e classici. Orari di apertura: solo domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).
Con la sua facciata arricchita da opere scultoree grezze e i suoi rilevanti affreschi, la chiesa di San Colombano è situata in via Don Moletta a Vaprio d'Adda, non lontano dalla riva destra del fiume Adda, accanto all'ospedale cittadino. Vero e proprio gioiello del romanico lombardo, si trova sul mitico percorso utilizzato da generazioni di monaci, pellegrini e cavalieri, che da tutta Europa si recavano a pregare sulle spoglie di San Colombano, conservate a Bobbio. Dato il chiaro nesso stilistico esistente con San Michele Maggiore a Pavia, molti studiosi fissano la data di costruzione della chiesa tra il 1120 e il 1130. La chiesa fu dedicata a San Colombano che, giunto dall'Irlanda in Italia, avrebbe sostato in zona prima di dirigersi a Bobbio per fondare il suo primo monastero. L'edificio alternò nei secoli periodi di abbandono e di rinascita: un ultimo restauro ha avuto luogo nel 2019, intervento che ha permesso di preservarne la struttura originaria. La chiesa si compone di un'unica navata con copertura a capanna. L'interno, scandito in due campate da un grande arco trasversale, è decorato con enigmatiche sculture e affreschi di epoche diverse. I rilievi scultorei, databili attorno al XII secolo, riproducono figure umane, zoomorfe e vegetali, e costituiscono un'importante testimonianza delle Bibbie di pietra, che nel Medioevo coprirono le chiese di tutta Europa. Un'enorme e insolita croce patente rossa decora invece l'abside centrale. Orari di apertura: sabato dalle 10.00 alle 18.30 (ultimo ingresso ore 17.30), domenica dalle 10.00 alle 17.30 (ultimo ingresso ore 16.30).
Normalmente chiusa al pubblico, la centrale idroelettrica di Vaprio d'Adda sorge in fregio all'alzaia Martesana e vicino al fiume Adda, nell'area naturalistica del Parco Adda Nord. Un vasto e articolato sistema di opere idrauliche, progettate dall'ingegnere Marco Semenza, conduce l'acqua fino al corpo principale, progettato dall'architetto Piero Portaluppi, che ospita la sala macchine con due turbine e i relativi alternatori e la sala di controllo. La centrale, così realizzata, ha una potenza installata di 20,9 Mw. La centrale si inserisce in un più vasto ed antico sistema di sfruttamento delle acque dell'Adda che inizia con la costruzione del Naviglio Martesana nel 1460, passando per i mulini e per gli opifici installati sul fiume nel XIX secolo per sfruttare la forza meccanica del fiume. Con l'avvento dell'energia elettrica si realizzano qui tra le prime centrali idroelettriche d'Italia, in pochi chilometri se ne contano ben quattro, di cui la centrale Italgen, inaugurata nel 1951, è la più recente. Il progetto di questa centrale, costruita dal Linificio e Canapificio Nazionale e di proprietà di Italgen dal 2001, si situa temporalmente molto al di là del periodo d'oro di progettazione delle centrali da parte di Portaluppi. Il suo stile rimane tuttavia inconfondibile e l'architetto riprende qui, in parte modernizzandoli, alcuni suoi tipici stilemi progettuali come le saette stilizzate e le serliane in facciata oltre ad un rimando, nell'impianto generale, all'architettura religiosa. Per gli iscritti al Fai il percorso prevede anche la possibilità di accedere, in via eccezionale, al canale di adduzione dell'impianto idroelettrico. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).