Dal 15 settembre 2022 al 26 febbraio 2023 il Pirelli Hangar Bicocca presenta la mostra Neons Corridors Rooms dedicata a Bruce Nauman, uno degli artisti viventi di maggior rilievo della storia dell’arte contemporanea.
L’esposizione, organizzata da Pirelli Hangar Bicocca in collaborazione con Tate Modern, Londra, e Stedelijk Museum Amsterdam, offre una panoramica approfondita sulla ricerca spaziale dell’artista e le sue sperimentazioni con l’architettura, l’uso della luce, del suono, del linguaggio e del video.
Neons Corridors Rooms raccoglie 30 opere realizzate dalla seconda metà degli anni Sessanta che esplorano la dimensione più innovativa della pratica di Bruce Nauman (Fort Wayne, Indiana, 1941; vive e lavora in New Mexico) con un focus sulla sua ricerca spaziale e architettonica. Il progetto espositivo fa luce su questo ambito specifico, meno conosciuto e studiato, della ricerca espressiva dell’artista che in oltre 50 anni di carriera ha indagato la condizione umana e il significato più profondo del fare arte, abbracciando con attitudine radicale e pionieristica diversi media: installazione, video, scultura, performance, fotografia, disegno e suono.
In aggiunta a lavori presentati nelle retrospettive di Londra (ottobre 2020-febbraio 2021) e Amsterdam (giugno-ottobre 2021) l’esposizione di Milano si arricchisce di una nuova selezione che include alcune delle installazioni più emblematiche di Nauman, provenienti da numerose collezioni pubbliche e private internazionali. Estendendosi sulla superficie di oltre 5000 metri quadrati delle Navate del Pirelli Hangar Bicocca e occupando anche altri spazi, come la sala lettura e l’area esterna, la mostra riunisce per la prima volta le varie tipologie di corridoi e stanze, oltre a sei neon, cinque installazioni video e sonore e una selezione di tunnel, ovvero modelli scultorei per architetture sotterranee. Il percorso espositivo, che copre un arco di ricerca di quasi 40 anni, raggruppa le opere secondo nuclei tematici, mettendo così in luce da una parte le variazioni e i tratti comuni tra i diversi lavori, e dall’altra l’estensione e la continua sperimentazione dell’artista.
Realizzati a partire dalla fine degli anni Sessanta, i corridoi sono strutture concepite da Bruce Nauman per manipolare, registrare e testare l’esperienza e i movimenti dello spettatore all’interno di uno spazio. La loro architettura obbliga il visitatore a un percorso fisico quanto emotivo, che invita a prendere coscienza dei propri limiti e della propria corporalità. La mostra racconta la genesi e lo sviluppo di questo corpus di lavori proprio a partire dal primo corridoio realizzato dall’artista, Performance Corridor (1969). L’idea per l’opera nasce da una performance registrata nel video Walk with Contrapposto (1968) - anch’esso presente nell’esposizione di Milano - in cui Nauman cammina avanti e indietro in uno stretto passaggio con movimenti esagerati del bacino, imitando le pose delle sculture classiche. L’anno successivo, nel 1969, per una mostra al Whitney Museum di New York, l’artista espone come scultura praticabile la struttura da lui impiegata nel video, invitando i visitatori a utilizzarla a loro volta. Se fino a quel momento Nauman con i suoi video e performance si era concentrato sulla sua presenza e figura, con Performance Corridor sposta la sua attenzione e ricerca sullo spettatore e sul rapporto che instaura con lo spazio circostante.
Neons Corridors Rooms rivela come questa pratica diventi un mezzo per Nauman per sperimentare con lo spazio e con il corpo in maniera sempre più radicale. L’esposizione investiga infatti le diverse tipologie di corridoi che sono seguiti negli anni e concepiti con nuove forme, dimensioni e modalità di fruizione rispetto al primo, divenendo sempre più complessi fino a inglobare stanze e a inserire elementi e dispositivi sonori, luminosi, tattili, plastici o visivi, per alterare la percezione e creare un senso di spaesamento. In Green Light Corridor (1970), per esempio, una luce fluorescente di colore verde invade l’angusto spazio percorribile tra le due pareti; mentre nell’installazione Corridor Installation with Mirror - San Jose Installation (Double Wedge Corridor with Mirror) (1970) Nauman utilizza uno specchio per disorientare i visitatori che l’attraversano.
Realizzato a Milano nel 1971 alla galleria Françoise Lambert, e qui ricostruito per la prima volta, Funnel Piece (Françoise Lambert Installation) (1971) impiega invece la luce naturale come fattore generativo dell’esperienza. In maniera simile strumenti elettronici e di sorveglianza, come videocamere a circuito chiuso, fungono da elementi per riflettere sulle reazioni nel comportamento e nel movimento delle persone quando scoprono di essere registrate e controllate, come avviene in Going Around the Corner Piece with Live and Taped Monitors (1970).
Con Dream Passage with Four Corridors (1984), opera che apre la mostra Neons Corridors Rooms, l’artista utilizza corridoi, luci colorate fluorescenti e oggetti comuni, come delle sedie e dei tavoli, per creare un ambiente domestico e onirico. Mentre in Mapping the studio II with color shift, flip, flop, & flip/flop (Fat Chance John Cage) (2001), installata nello spazio del Cubo, l’artista si concentra sugli aspetti solitamente trascurati e apparentemente ininfluenti del mondo che ci circonda, documentando in sette proiezioni video le attività notturne del suo studio in New Mexico. Come suggerisce anche il titolo, le immagini sono alterate cromaticamente o ribaltate, si modificano in modo quasi impercettibile, provocando un senso di dislocazione spaziale e temporale in chi le osserva.
Nell’installazione audio Raw Materials (2004) l’artista crea un vero e proprio paesaggio sonoro. L’opera, commissionata per la Turbine Hall della Tate Modern nel 2004, è installata per la prima volta all’aperto, nell’area esterna di Pirelli Hangar Bicocca, e riproduce in loop 21 registrazioni audio legate ad altrettanti precedenti lavori dell’artista, ripercorrendone la lunga carriera in un percorso di rimandi, flashback e alterazioni acustiche. Le tracce audio di Raw Materials rivelano un altro aspetto fondamentale della pratica di Bruce Nauman: l’utilizzo del linguaggio e delle sue molteplici possibilità relazionali.
Questo tema appare ancora più evidente nelle opere realizzate con il neon, tra le più note e celebrate dell’artista. Al Pirelli Hangar Bicocca viene presentata una significativa selezione, che ne racconta l’evoluzione. Questi lavori indagano la natura formale e psicologica del linguaggio e le potenzialità trasformative del testo scritto. La riflessione sull’arte e sulla figura dell’artista sono centrali nei primissimi neon della fine degli anni sessanta come The True Artist Helps the World by Revealing Mystic Truths (Window or Wall Sign) (1967) e My Name As Though it Were Written on the Surface of the Moon (1968). Mentre giochi di parole e indagini sempre più complesse sull’esistenza umana e sugli aspetti disturbanti dell’infanzia compaiono in Run from Fear, Fun from Rear (1972), in One Hundred Live and Die (1984) o in Hanged Man (1985).
Curata da Roberta Tenconi e Vicente Todolí, con Andrea Lissoni, Nicholas Serota, Leontine Coelewij, Martijn van Nieuwenhuyzen e Katy Wan, la mostra è visitabile gratuitamente dal giovedì alla domenica in orario 10.30-20.30 previa prenotazione consigliata (per info 02 66111573).