Dal 12 ottobre 2023 al 18 febbraio 2024 il Pirelli Hangar Bicocca di Milano (via Chiese 2) ospita la mostra James Lee Byars, dedicata a una delle figure più enigmatiche e mitiche dell’arte contemporanea del XX secolo. L'inaugurazione è fissata per le ore 18.00 di mercoledì 11 ottobre 2023; l'esposizione è poi aperta al pubblico a ingresso gratuito fino a domenica 18 febbraio 2024 dal giovedì alla domenica in orario 10.30-20.30 previa prenotazione consigliata (per info 02 66111573).
La mostra, la prima retrospettiva in Italia sull’artista americano dopo la sua scomparsa nel 1997, offre l’occasione di ammirare il lavoro di un artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte attraverso l’elaborazione di uno stratificato linguaggio visivo e performativo in grado di cogliere i limiti della conoscenza e sovvertirne le logiche.
Negli spazi delle Navate del Pirelli HangarBicocca è raccolta una vasta selezione di opere scultoree e installazioni monumentali, realizzate dal 1974 al 1997 e provenienti da collezioni museali internazionali, alcune raramente esposte e presentate in Italia per la prima volta: un percorso attraverso il suo stratificato lavoro che si è sviluppato come una esplorazione continua dei significati più profondi dell’esistente, ai confini tra misticismo e minimalismo, spiritualità e corporalità.
James Lee Byars (Detroit, 1932 – Il Cairo, 1997) ha influenzato un’intera generazione di artisti nell’ambito dell’arte concettuale e performativa. Con una formazione che spazia dall’arte alla psicologia e alla filosofia, Byars è da sempre affascinato dalla cultura giapponese, che per tutta la sua vita ne ha inciso sulla pratica artistica. Dalla fine degli anni Cinquanta e per tutti gli anni Sessanta ha vissuto infatti tra il Giappone e gli Stati Uniti. Successivamente l’artista ha lavorato in modo nomade, spostandosi tra diversi luoghi e città, tra cui New York, Venezia, Berna, Santa Fe e la California. Nella sua arte ha associato motivi e simboli dei costumi e della civiltà orientale, come elementi del teatro Nô e del buddismo Zen, alla sua profonda conoscenza dell’arte e della filosofia occidentale, offrendo una visione unica e personale della realtà e delle sue componenti fisiche e spirituali.
Attraverso l’uso di media differenti, come l’installazione, la scultura, la performance, il disegno e la parola, infatti, l’artista ha dato vita a una riflessione mistico-estetica sui concetti di perfezione e ciclicità, sulla figura umana (sulla sua rappresentazione e smaterializzazione), spesso attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico in azioni temporanee o in interventi su larga scala. Centrale nel suo lavoro è sempre stato il rapporto con il pubblico, chiamato a confrontarsi con l’artista stesso e a rispondere a domande che egli poneva in maniera diretta e indiretta con le sue opere. In Italia, oltre a uno stretto rapporto con Venezia (dove ha vissuto e lavorato negli anni Ottanta, dopo aver realizzato la celebre performance in Piazza San Marco The Holy Ghost nel 1975), James Lee Byars fu invitato nel 1989 dal Castello di Rivoli a realizzare una retrospettiva.
Curata da Vicente Todolí, la mostra è organizzata in collaborazione con il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid (dove verrà presentata una versione del progetto espositivo dal 25 Aprile al primo settembre 2024 al Palacio de Velázquez), con il supporto dell’Estate di James Lee Byars.