A chi parlo quando parlo, mostra di Ismaele Nones

Chiara Confusione (2023)
Mac Lissone Cerca sulla mappa
DA Sabato29Marzo2025
A Domenica29Giugno2025

Dal 29 marzo al 29 giugno 2025 il Mac - Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (Monza e Brianza), in viale Elisa Ancona 6, ospita la mostra A chi parlo quando parlo, prima personale in una istituzione pubblica di Ismaele Nones (Trento,1992), a cura di Stefano Raimondi.

La mostra apre le celebrazioni per il 25° anniversario del museo, recentemente ristrutturato e oggi parte di Amaci - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, che anche per il 2025 è ad ingresso gratuito. L'inaugurazione è fissata per sabato 29 marzo alle ore 18.00; l'esposizione è aperta al pubblico fino a domenica 29 giugno dal mercoledì al venerdì in orario 16.00-19.00 e il sabato e la domenica in orario 11.00-19.00. Inoltre, in occasione di MiArt 2025 e della Milano Art Week, è in programma una visita speciale con l’artista e il curatore domenica 6 aprile alle ore 11.00; durante l’intero periodo espositivo sono previste ogni weekend visite guidate gratuite (ulteriori informazioni e prenotazioni via email o telefonando ai numeri 039 7397368 e 039 7397202).

Con A chi parlo quando parlo prosegue il progetto Prime, con cui il Mac si accredita come centro di ricerca e di sperimentazione, per dare per la prima volta voce ad artisti contemporanei che, con le loro opere, sono sensibilizzati ad instaurare un dialogo con quelle presenti nella collezione permanente del museo, acquisite durante lo storico Premio Lissone, tra il 1946 e il 1967, quando la città si confermò come luogo significativo a livello internazionale per la documentazione della ricerca artistica europea.

Il lavoro di Ismaele Nones si pone l’obiettivo di generare e definire nuovi spazi creativi attraverso un dialogo continuo e fluido tra tematiche attuali e linguaggi, tecniche e soggetti attinti dal mondo iconografico. In questo processo si sviluppa un territorio immaginativo in cui le barriere tradizionali che separano sacro e profano, antico e contemporaneo, si dissolvono, lasciando spazio a un’esplorazione più libera, priva di vincoli. Mescolando immagini dei tempi passati, simboli e significati, emergono e s’intrecciano tematiche legate alla condizione umana, come la dimensione del conflitto e della lotta, l’esplorazione della sessualità e dell’eros, il senso di isolamento e solitudine, la ricerca di convivialità e condivisione, fino ad arrivare al sentimento di alienazione e inerzia sociale.

La mostra occupa interamente i quattro i piani del museo con oltre cinquanta lavori, instaurando per la prima volta una relazione tra lo spazio interno del Mac e la piazza circostante. Attraverso un lavoro di ripristino delle ampie e luminose vetrate, una selezione di opere dialoga quindi direttamente con lo spazio urbano. Il titolo, A chi parlo quando parlo, riprende quello di una nuova serie di lavori di Nones ispirati alle tecniche narrative dell’arte iconografica, rinascimentale e popolare, capaci di riflettere sull’ambiguità della ripetizione dello stesso personaggio all’interno di una scena. Questa pratica, spesso fonte di spaesamento per l’osservatore, è stata reinterpretata per indagare il significato dell’atto creativo: a chi si rivolge l’artista quando parla? Parla a se stesso o agli altri?

Sono esposte alcune delle opere di grande formato più significative dell’artista, tra cui Horsepower (2020), che nasce da una suggestione proveniente dal capolavoro futurista La città che sale (1910) di Umberto Boccioni e prosegue la tradizione pittorica del soggetto con una visione contemporanea. Sullo sfondo, i tralicci dell’elettricità si contrappongono alla fisicità dei cavalli, trasformandoli in metafore di un’energia ibrida che unisce natura e tecnologia, istinto e meccanica, riflettendo il rapporto complesso tra uomo, industria e mondo animale. La ripresa iconografica della cultura ortodossa è evidente in opere come Riposare in pace a bordo piscina (2023), che richiama la deposizione di Cristo. Un giovane steso su un asciugamano si riposa ma dal quadro traspira allo stesso tempo un senso di morte e di immobilità. L’opera è una riflessione sull’inerzia della società contemporanea, che immersa nel suo statico torpore è incapace di fare rivoluzione. Nel grande trittico Chiara Confusione (2023), concepito come una trilogia, si ritrovano le principali tematiche della ricerca artistica di Ismaele Nones.Ispirata all’omonima poesia di Patrizia Cavalli, l’opera si presenta come un assemblaggio visivo di temi, simboli e suggestioni.

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