Pavia, 22/04/2021.
La terza tappa della Via Francigena lombarda è quella che si sviluppa - seguendo un percorso da nord a sud - da Pavia a Lambrinia. Il tratto, vista la lunghezza e i diversi tipi di strade da percorrere, è uno dei più impegnativi, ma allo stesso tempo tra i più suggestivi e ricco di bellezze culturali. Un percorso di circa 51 chilometri che attraversa molte località del Basso Pavese, caratterizzato da un paesaggio tipicamente rurale, bagnato da diversi corsi d’acqua e decorato da antiche chiese e castelli.
Si parte, dunque, da Pavia (che era anche il punto di arrivo della seconda tappa della Via Francigena in Lombardia), e più precisamente dalla Chiesa di San Lazzaro, edificio religioso situato appena fuori dal centro storico della città, fondato nel 1157, ma edificato nelle forme attuali all’inizio del XIII secolo. La chiesa, con la sua facciata a capanna, è un classico esempio di costruzione romanica e presenta alla sua destra un antico ospedale per la cura dei lebbrosi, uno dei più antichi d’Italia. Oltre a ciò, il luogo è stato da sempre posto di passaggio e accoglienza per tutti i pellegrini diretti o di ritorno da Roma, essendo situato proprio lungo la Via Francigena. Una volta terminata la visita alla chiesetta, allora, è necessario uscire dai confini cittadini di Pavia e procedere in direzione Valle Salimbene.
Dopo circa 7 chilometri di cammino da Pavia si incontra il primo comune della tappa, Valle Salimbene. Piccolo centro abitato, già esistente nel 1400, di carattere agricolo, con coltivazioni tipiche della zona pavese di riso e mais. Il monumento di maggiore interesse del paese è un castello quattrocentesco, con una pianta ad u e torri ai quattro angoli, oggi adibito a cascinale. Proseguendo nel cammino si giunge a Linarolo, chiamato così per essere un tempo uno dei più importanti centri di coltivazione di lino. Inoltre durante il Medioevo il paese era attraversato anche dalla Via Regina, importante collegamento lungo il Po tra Pavia e Piacenza per il trasporto di merci, e per questo vedeva il passaggio di molti commercianti e non solo. Tra i luoghi di maggiore interesse della zona ci sono la chiesa di Sant’Antonio e un importante palazzo settecentesco, noto per il suo giardino all’italiana, chiamato Villa Nocca. Appena fuori dal centro abitato, nella frazione di Vaccarizza, poi è possibile ammirare la cascina Martinoli Moro: nella cappella privata dell’edificio è presente un Cristo in arenaria del 1200, che rimanda ai bassorilievi della basilica di San Michele di Pavia.
Il terzo comune che si incontra lungo la terza tappa della Via Francigena lombarda è San Giacomo della Cerreta. Piccolo centro abitato che presenta una chiesa romanica, abbellita da un importante ciclo di affreschi del XV secolo di Giovanni da Caminata, una Madonna con bambino di Vincenzo Foppa e una statua lignea di San Giacomo. La chiesa, originariamente, era con il suo oratorio uno dei più importanti centri di accoglienza per i pellegrini diretti a Roma e per l’acquisto di indulgenze. Proseguendo per altri 3 chilometri si giunge al comune di Belgioioso, dominato da un imponente castello a struttura quadrangolare, circondato da un fossato e con affaccio su un giardino all’italiana. L’edificio ha ospitato nel corso della sua storia diversi personaggi illustri della cultura italiana come Giuseppe Parini, Ugo Foscolo, Pietro Verri e oggi è sede di diversi eventi culturali della zona. Poco distante da Belgioioso, a circa 1 chilometro, si trova la frazione di Santa Margherita, anticamente sede di un importante ostello per i cavalieri di Gerusalemme. A Belgioioso è anche possibile trovare riposo presso l’associazione Saman, luogo dedicato proprio all’accoglienza dei pellegrini sulla Via Francigena.
Dal castello di Belgioioso è necessario proseguire in direzione di Torre de’ Negri e successivamente Corteolona. Quest'ultima località è un piccolo centro di circa 2000 abitanti, posto nel cuore del Basso Pavese a nord del Po e bagnato dal fiume Olona. Anticamente la zona fu scelta dal Re Liutprando come sede della corte longobarda e sempre lo stesso sovrano fece costruire l’oratorio di Sant’Anastasio. Dell’edificio oggi è conservata molto bene la facciata in cotto, che riporta allo stile gotico. Rimanendo sempre in zona, a qualche chilometro di distanza, si giunge a San Zenone al Po. Località rurale, in cui il fiume Olona si getta nel Po, e sede del castello de’ Herra, edificio quattrocentesco dei Visconti ed ora sede del municipio.
L’ultimo tratto della terza tappa di Via Francigena lombarda vede l’attraversamento dei comuni di Santa Cristina e Bissone e di Chignolo Po, per poi arrivare alla destinazione finale di Lambrinia. Nella prima località citata soggiornò l’arcivescovo di Canterbury Sigerico, nel suo viaggio di ritorno da Roma. Qui è possibile visitare il Museo Contadino della Bassa Pavese, che racconta e testimonia la storia della vita nei campi di questa zona. In secondo luogo è ancora visibile parte di un antico monastero ristrutturato nel 1700 da Leopoldo Pollack, che progettò anche le scuderie del castello di Belgioioso e la Villa Reale di Milano. Inoltre presso la parrocchia di Santa Cristina e Bissone è possibile per tutti i pellegrini trovare accoglienza e riparo, in vista del proseguo del cammino.
Chignolo Po, invece, si trova al confine della provincia di Pavia e presenta un imponente castello. Edificio del 1200, ristrutturato poi in epoca barocca, soprannominato La Versailles della Lombardia e attualmente luogo per visite guidate o eventi privati. Spostandosi di pochi chilometri si giunge così a Lambrinia, frazione di neanche mille abitanti di Chignolo Po e nota per le sue edicole votive all’Ave Maria. L’arrivo alla stazione ferroviaria della piccola località chiude così questa terza tappa lombarda dell'antico percorso dei pellegrini e i tratti in provincia di Pavia. Da qui in avanti, infatti, sarà la zona del lodigiano a fare da sfondo all’ultimo tratto in Lombardia della Via Francigena.